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INDAGATI AMMINISTRATORI "IMPIANTI SCIOVIARI" BOCCA DELLA SELVA


Due inchieste giudiziarie - una penale e l'altra civile - spiegano i retroscena del mancato ampliamento e potenziamento dell'unica stazione sciistica dell'Alto Casertano, Bocca della Selva, i cui lavori di ammodernamento sono rimasti al palo nonostante l'approvazione di progetti per un impegno di spesa di cinquanta miliardi di vecchie lire che dovevano essere finanziati dalla Regione Campania. Destinataria dei contributi doveva essere la società "Impianti Scioviari del Matese" la quale, dopo avere ottenuto 250 milioni di vecchie lire (il 30 per cento di un primo contributo di circa ottocento milioni) si è vista bloccare i successivi finanziamenti a seguito di un'indagine della Guardia di Finanza. L'inchiesta penale della quale è titolare il pm Antonella Cantiello, è sfociata anche in un'ispezione giudiziale disposta dal tribunale civile (presidente Lucio Di Nosse) su denuncia dello stesso sostituto procuratore con la quale si dovranno verificare tutti i passaggi documentali, fiscali e contabili operati dal Consiglio di Amministrazione della società. I reati ipotizzati dalla Procura, a carico di dodici persone, tra cui avvocati e professionisti titolari di cariche all'interno del Cda, sono concorso in truffa aggravata (dal conseguimento di erogazioni pubbliche) e falsità in scrittura privata. L'inchiesta riguarda il presidente del Consiglio di Amministrazione Ciro Scognamiglio, l'amministratore delegato Antonio Vecchione e poi Alberto Franchetti, Pasquale Petrillo, Armando Pirozzi, Massimo Leonardi, Luigi D'Angiolella, Giuseppe Vecchione, Francesco Acquaro, Achille Coppola e Arcangelo Russo. Stando alle indagini svolte dalla Guardia di Finanza, ci sarebbe il "grave e fondato sospetto" di una presunta produzione di documentazione contabile fittizia comprovante spese non sostenute in relazione ad investimenti per i quali la società era stata ammessa a beneficiare un contributo regionale successivamente "congelato" da un decreto dirigenziale della Giunta Regionale al quale si erano opposti davanti al Tar gli amministratori della società matesina. In particolare, nell'inchiesta penale si parla di fatturazioni pagate solo in parte e presentate a saldo per ottenere le successive erogazioni del finanziamento regionale. Per il momento, il tribunale civile si è riservato sulla revoca degli amministratori (che prevede la nomina di una amministratore giudiziario) mentre sul fronte penale sarebbero in corso altre indagini tese ad accertare eventuali altre anomalie successive al congelamento dei contributi. Al vaglio della Procura ci sarebbero anche sottoscrizioni du aumento di capitale ritenute sospette e le dichiarazioni dell'ex presidente del colegio sindacale dimessosi nel gennaio di due anni fa per l'impossibilità di effettuare controlli contabili.

 
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