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CASERTA, CAMORRA E BENI CONFISCATI: CHIUSO CAMPO LAVORO DON DIANA


CASERTA, 13 SETTEMBRE 2009 - Cinquecento presenze, tredici Regioni d’Italia toccate, nove murales realizzati, due staccionate realizzate, una biblioteca avviata, locali ripristinati, quattro ettari di erba tagliata, tavolo, panche, porte, frecce e mosaici fatti con l’arte del riciclo, due moggi di orto coltivato e decine di testimoni incontrati. Il bilancio del campo di volontariato ‘Le Terre di don Peppe Diana’ iniziato il 14 giugno scorso e chiusosi ieri ( sabato 12 settembre) è indubbiamente positivo. Scout, gruppi parrocchiali, ambientalisti e singoli cittadini sono arrivati a Castel Volturno, in via del Cigno, in quel che era un allevamento di cavalli di razza della camorra, e hanno lavorato per contribuire a creare la prima cooperativa Libera Terra della Regione Campania. Sarà una fattoria didattica con la produzione della mozzarella e dell’agricoltura biologica, di energie alternative e di latte d’asina prezioso per i neonati. “Una scommessa – dice Valerio Taglione, coordinatore di Libera Caserta e del Comitato don Diana- che abbiamo vinto e fin oltre le nostre aspettative. Abbiamo assistito ad una rete di solidarietà e di cittadinanza attiva importante e significativa. Per la provincia di Caserta ‘Le Terre di don Peppe Diana’, è stata la prima esperienza di campo di lavoro su un bene confiscato, così come lo intende l’associazione Libera già ormai da diversi anni, e devo dire che se il buongiorno si vede dal mattino non abbiamo dubbi sulla serenità del nostro domani”. “ Incontrando i giovani di Italia di tutte le età e interagendo con il territorio vissuto nei minimi dettagli, siamo certi – conclude Taglione- che la rivoluzione culturale necessaria a sconfiggere la camorra è non solo cominciata ma anche inarrestabile”. Il prossimo passo per il coordinamento casertano di Libera e del Comitato don Diana sarà avviare la cooperativa entro la fine dell’anno e dare prosieguo a tutti i progetti già avviati.

 
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