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DON CIOTTI A CASAL DI PRINCIPE (CASERTA) PER RICORDO DON DIANA


NAPOLI, 4 AGOSTO 2009 - "Cari Jolanda e Gennaro vostro figlio è un martire di giustizia perché testimone di testimonianza cristiana e di una responsabilità civile. Lui aveva scelto, come dovrebbero fare tutti, la normalità del bene e del coraggio". Con queste parole don Luigi Ciotti ha salutato i genitori di don Peppino Diana, il prete ammazzato dalla camorra quindici anni fa. Don Ciotti è poi recato al cimitero sulla tomba del prete anticamorra. "A Jolanda e Gennaro - ha riferito Don Luigi Ciotti, dopo l'incontro - ho ricordato che martirio e testimonianza sono nelle lingue antiche un solo termine. La parola martirio significa testimonianza, non solo di un fatto, ma testimonianza di verità che non può essere negata, taciuta. Don Peppe Diana come Giovanni Paolo II disse parlando delle vittime delle mafie é un martire di giustizia, perché testimone di testimonianza cristiana e di una responsabilità civile. Don Peppino - ha proseguito il prete - aveva scelto, come dovrebbero fare tutti, la normalità del bene e del coraggio. Il suo impegno era per illuminare le coscienze". Sulla sua tomba - ha continuato il presidente di Libera - "ho sussurrato, a lui, nel silenzio e nella riflessione della preghiera che continua a vivere in ciascuno di noi e ci accompagna nella faticosa marcia verso la giustizia quella che per un credente si realizza quando si diventa capaci di fedeltà al Vangelo ed alle vite delle persone. Una fedeltà ed un amore per il suo popolo che ha pagato con il martirio. Di quello amore - ha detto Don Luigi Ciotti - dobbiamo essere grati perché che da quell'esempio siamo stati resi tutti più forti e più vigili". Prima di incontrare i ragazzi che stanno lavorando sui terreni confiscati ai Casales,i don Luigi Ciotti ha detto: "Per tutti è necessario un esame coraggioso nella propria coscienza ed un umile atteggiamento di conversione per fare di più. Abbiamo bisogno di parole aperte al futuro, di esempi credibili e coerenti, di più fatti e meno parole da parte di tutti. Solo se noi facciamo la nostra parte possiamo chiedere agli altri di fare la propria. La credibilità e l'autorevolezza di un progetto non si misura dalla risonanza pubblica, dall'attenzione mediatica ma dalla sua capacità di lasciare una traccia duratura nel tempo così come stanno facendo le centinaia di ragazzi provenienti da tutt'Italia che da settimane e per tutta l'estate stanno lavorando nelle terre di Don Peppe Diana per percorrere insieme la strada verso la cooperativa 'Le terre di don Peppe Diana-Libera Terra' che sui terreni confiscati ai Casalesi produrrà la mozzarella della legalità".

CASERTA, 4 AGO - "I giovani di varie parti d'Italia che partecipano al campo di lavoro sui terreni confiscati alla camorra per la costituzione della cooperativa 'Verso le Terre di Don Peppe Diana-Libera Terra', sono un piccolo ma utile frutto nato da quel seme generoso e fecondo che don Peppino Diana ci ha lasciato". Così don Luigi Ciotti, presidente di Libera parlando ai giovani che partecipano al campo di lavoro di Castel Volturno (Caserta). Don Ciotti ha ricordato la frase scolpita davanti alla tomba di don Peppino Diana, il prete ucciso dalla camorra 15 anni fa a Casal di Principe, 'Dal seme che muore fiorisce una messe nuova di giustizia e di pace'. E' dal 14 giugno che tantissimi giovani si stanno alternando per contribuire alla realizzazione della cooperativa che opererà su un terreno di 7 ettari, confiscata al boss della camorra, Michele Zaza. Sarà una fattoria didattica, bioenergetica e sociale. Saranno generate energie rinnovabili e valorizzate le tradizioni culinarie. Una parte di questi manufatti sono già stati ristrutturati ed adibiti a caseificio, laboratori artigianali, canile e stalle, tutti provvisti di tetti fotovoltaici".

 
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