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L'EFFETTO GOMORRA CREA DISAGI AD ALUNNO NAPOLETANO A TREVISO


TREVISO, 21 LUGLIO 2009 - Il libro di Roberto Saviano ha forse dato un clichè negativo alla gente del Sud e così anche nelle scuole capita che un ragazzino debba subire accuse e sentire dai compagni di scuola frasi come 'sei un camorrista'. Una donna napoletana, madre di un 12enne, ha deciso di trasferire il figlio in un'altra scuola media stanca delle offese e dei comportamenti razzisti che il ragazzino subiva dai compagni. E' accaduto a Treviso. La donna, che ha raccontato la vicenda all'emittente televisiva 'Antenna Tre Nordest', ha sostenuto che il figlio veniva preso di mira in quanto "meridionale". La signora, che non ha presentato però alcuna denuncia, ha spiegato che gli altri alunni lo sbeffeggiavano, intonando canzoni contro i napoletani, dicevano avevano paura di lui, "perché figlio di un camorrista", e lo emarginavano durante le attività scolastiche e ricreative. Tra i gesti più odiosi riferiti dalla donna, anche l'abitudine di alcuni compagni del figlio di disinfettare le penne dopo che lui aveva toccate "perché puzzava". La signora ha provato a far presente la situazione alle insegnanti della scuola - un istituto del centro di Treviso - ma si sarebbe sentita rispondere che era il suo ragazzo ad essere problematico.

Riepilogo: razzismo tra italiani, ma questo non fa insorgere i soliti paladini della tolleranza

"Figlio di camorrista", "meridionale", "sei puzzolente": queste le ingiurie che un ragazzino napoletano si sarebbe sentito ripetere durante l'anno dai compagni di prima media, in una scuola di Treviso. Una situazione che ha convinto la madre dell'adolescente ad iscriverlo in un altro istituto. Il 12enne, che da due anni vive nel capoluogo della Marca con la mamma, era stato bocciato al termine della prima media. "C'era una situazione non serena, e il rendimento di mio figlio ne ha risentito, ma sulla bocciatura non dico nulla, se non ha studiato è giusto" ha detto la donna, che ha raccontato la sua vicenda ad un emittente televisiva, Antenna Tre Nordest. Ma la signora era stanca delle offese e dei comportamenti razzisti che il ragazzino subiva dai compagni. Ha scelto di non presentare alcuna denuncia, ma ha tolto il figlio da quella scuola, nel centro di Treviso. "I compagni lo sbeffeggiavano - ha raccontato - intonavano canzoni contro i napoletani, dicevano di aver paura di lui, 'perche' figlio di un camorristà, e lo emarginavano durante le attività scolastiche e ricreative". Tra i gesti più odiosi riferiti dalla signora partenopea, l'abitudine di alcuni compagni del figlio di disinfettare le penne dopo che lui aveva toccate "perché puzzava". La madre dell'adolescente ha provato a far presente la situazione alle insegnanti della scuola, ma si sarebbe sentita rispondere che era il suo figliolo ad essere problematico. Un caso che richiama alla mente quello reso pubblico l'anno scorso in un piccolo paese della provincia di Treviso da un'altra mamma napoletana. Nel pieno dell'emergenza rifiuti in Campania - aveva denunciato - il suo bimbo di 8 anni era stato deriso per mesi dai compagni che lo chiamavano con disprezzo "monnezza". In quell'occasione, classificata come un caso grave caso di bullismo, dato che i protagonisti avevano appena 7-8 anni, l'Ufficio scolastico regionale aveva inviato poco dopo nella scuola i propri ispettori. Le angherie di stampo razzista avevano però già ferito il ragazzino, che si era chiuso in sé stesso, scrivendo nel diario le cattiverie ricevute dai compagni. Anche qui la scelta finale dei genitori era stata quella di far cambiare scuola al figlio

 
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