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CASERTA, CAMORRA E BISCHE: ARRESTI MODENA NATE DA BLITZ ZEUS, MINERVA E MEDUSA


CASERTA, 15 LUGLIO 2009 - L’intreccio di tre diverse operazioni (Zeus, Medusa e Minerva) – nate dalla gambizzazione di un imprenditore sotto estorsione a Modena – ha fatto scattare altre 44 ordinanze di custodia in carcere contro il clan dei Casalesi. In particolare, nell’operazione eseguita ieri dai carabinieri di Caserta e Modena, sono stati 32 i provvedimenti che hanno raggiunto altrettanti esponenti del clan: 20 indagati sono stati fermati a Caserta e altri 12 a Modena. Due le persone ancora ricercate mentre sono 10 quelle che già si trovavano detenute per altro. Tra i 20 arrestati ci sono anche tre donne . Si tratta di Maria Capone e Angela Diana, rispettivamente moglie e figlia del boss Raffaele Diana, detto «Rafilotto», catturato dopo sei anni di latitanza il 4 maggio scorso a Casal di Principe. La terza è Barbara Crisci, moglie e madre di altri due arrestati nell'operazione ieri, ovvero Peppino e Francesco Caterino. Raffaele Diana era stato a lungo capozona in provincia di Modena della fazione dei Casalesi, capeggiata da Francesco Schiavone, detto «Sandokan», subentrando a Giuseppe Caterino, catturato l'11 giugno del 2005, nella pianificazione delle estorsioni, nell'organizzazioni di bische, nel controllo del gioco d'azzardo. A San Cipriano d' Aversa, è stato arrestato anche Corrado Carcarino, proprietario dell'appartamento nel quale fu trovato il rifugio bunker di Antonio Iovine, esponente di vertice del clan e latitante da oltre tredici anni, e di Raffaele Diana. Fra gli arrestati, anche persone nate e sempre vissute nel modenese, ritenute vicine al clan. A Modena, in particolare, c'era la bisca clandestina sequestrata, che rimpinguava con migliaia di euro ogni mese le casse dell'organizzazione e serviva per riciclare denaro sporco. A gestire la bisca Giuseppe Arrighi, 60 anni, nato nell'appennino modenese e residente nel capoluogo emiliano, vecchia conoscenza degli investigatori. Oltre ad Arrighi, in manette sono finiti altri affiliati di origine modenese, e non campana come era avvenuto fino a questo momento. Si tratta di Giovanni Aversano e Franco Berselli nati e residenti a Modena; Luigi Biolchini nato e residente a Pavullo nel Frignano; e Loris Pinelli nato a Vignola e residente a Modena. La Dda di Napoli ha accertato inoltre che Nicola Natale ed Enrico Diana, nipoti del boss Rafilotto, si recavano mensilmente a Modena per contattare gli imprenditori edili da minacciare e riscuotere i soldi della bisca. Gli arresti chiesti ed ottenuti dal procuratore aggiunto della Dda Federico Cafiero de Raho e dal pm Raffaello Falcone, sono il frutto dell'indagine partita dopo la gambizzazione di un imprenditore edile a Castelfranco Emilia nel maggio 2007. Fermati i membri del commando che sparoò ad Antonio Pagano, i carabinieri misero a segno altri arresti il primo aprile 2008 incastrando anche coloro che diedero supporto logistico per l'agguato. I primi interrogatori sono fissati per questa mattina davanti ai gip di Napoli e Modena.

Una rete che si muoveva dalla provincia di Caserta per arrivare fino a Modena attraverso attività criminali che andavano dalle estorsioni al controllo del gioco d'azzardo. Questo l'obiettivo della maxi-operazione contro il clan dei casalesi compiuta dai carabinieri della provincia di Caserta e da quelli del comando di Modena, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Quarantaquattro le ordinanze di custodia cautelare eseguite nella zona di Casal di Principe e San Cipriano d'Aversa, le due roccaforti della cosca, ed anche a Casapesenna, nei confronti di elementi di primo piano e gregari del clan, operanti tra le province di Caserta e di Modena, nel campo delle estorsioni, nonché nell'organizzazione e nel controllo del gioco d'azzardo. Due persone sono riuscite a sfuggire alla cattura, mentre il resto dei provvedimenti della magistratura sono stati notificati in carcere a persone già detenute per altri motivi. I due indagati fuggiti sono Antonio Aquilone, di 25 anni e Costantino Garofalo, di 24, entrambi di Casapesenna. Tra gli arrestati, anche Maria Capone e Angela Diana, rispettivamente moglie e figlia del boss Raffaele Diana, detto "Rafilotto", catturato dopo sei anni di latitanza il 4 maggio scorso a Casal di Principe. I destinatari delle ordinanze sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni, gestione e controllo del gioco d'azzardo, commercializzazione di valori bollati falsificati, acquistati tra l'agro Aversano e Giugliano, confinante comune del Napoletano. In particolare, dalle indagini è emerso che esponenti del clan della fazione ritenuta ancora capeggiata da Francesco Schiavone, detto 'Sandokan', uno dei capi storici dei casalesi, imponevano tangenti, ricorrendo anche a danneggiamenti e a violenze, nei confronti di imprenditori ed operatori commerciali, attivi soprattutto nel settore dell'edilizia, di origine casertana che si erano trasferiti a Modena e che tentavano di opporsi alle richieste dell'organizzazione. "Piena soddisfazione" per l'operazione è stata espressa dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, al comandante generale dell'Arma, Gianfrancesco Siazzu. Per il sottosegretario all'interno Alfredo Mantovano "l'importanza dell'operazione è soprattutto nella capacità delle forze dell'ordine di colpirne le articolazioni anche oltre il territorio campano".

Ci sono anche tre donne tra le venti persone arrestate all'alba dai carabinieri nell'ambito dell'operazione della Dda, contro affiliati al clan dei casalesi. Le arrestate sono Maria Capone e Angela Diana, rispettivamente moglie e figlia del boss Raffaele Diana, detto "Rafilotto", catturato dopo sei anni di latitanza il 4 maggio scorso a Casal di Principe. La terza è Barbara Crisci, moglie e madre di altri due arrestati nell'operazione di questa mattina, rispettivamente Peppino e Francesco Caterino. Raffaele Diana, inserito tra i 30 latitanti più pericolosi d'Italia, fu sorpreso in un rifugio di Casal di Principe da agenti della squadra mobile di Caserta mentre, armato di due pistole di grosso calibro, era a cena con una donna, intestataria dell'appartamento ed un affiliato incensurato. Il boss era stato a lungo capozona in provincia di Modena della fazione dei casalesi, capeggiata da Francesco Schiavone, detto " Sandokan", subentrando a Giuseppe Caterino, catturato l'11 giugno del 2005, nella pianificazione delle estorsioni, nell'organizzazioni di bische, nel controllo del gioco d'azzardo. A S. Cipriano d' Aversa, è stato arrestato anche Corrado Carcarino, proprietario dell'appartamento nel quale fu trovato il rifugio bunker di Antonio Iovine, esponente di vertice del clan e latitante da oltre tredici anni, e di Raffaele Diana.

"Piena soddisfazione" è stata espressa dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, al comandante generale dell'Arma, Gianfrancesco Siazzu, per le "brillanti operazioni" condotte dai carabinieri dei comandi provinciali di Caserta e Modena nei confronti di affiliati al clan dei Casalesi. "Il personale dell'Arma - ha sottolineato il ministro - ha dato nuovamente conferma di grande efficienza e professionalità, infliggendo un altro duro colpo alla criminalità organizzata".

La provincia di Modena da terra di conquista è diventata una roccaforte del clan dei casalesi. Lo dimostrano le 44 ordinanze di custodia cautelare emesse dal giudice su richiesta della procura distrettuale antimafia di Napoli. I carabinieri del comando provinciale di Modena, che hanno illustrato i dettagli dell'operazione insieme ai magistrati della Dda di Napoli, il procuratore aggiunto Federico Cafiero De Raho e il pm Raffaello Falcone, hanno arrestato nella prima mattinata dodici affiliati al clan, due dei quali scovati nelle loro case nel bolognese, tutti accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata al controllo del gioco d'azzardo e alle estorsioni. Gli arresti sono il frutto dell'indagine partita dopo la gambizzazione di un imprenditore edile a Castelfranco Emilia (Modena) nel maggio 2007. Fermati i membri del commando che sparò ad Antonio Pagano, i carabinieri misero a segno altri arresti il primo aprile 2008 incastrando anche coloro che diedero supporto logistico per l'agguato. Un duro colpo che segue la cattura del boss Raffaele Diana (detto Rafilotto), capozona di Modena, scovato qualche mese fa dalla squadra mobile di Caserta in un nascondiglio bunker. Gli arrestati, alcuni dei quali si trovano già in carcere, gestivano i rapporti tra Modena e la provincia di Caserta per conto della famiglia Schiavone che aveva investito del ruolo di capozona per Modena prima Giuseppe Caterino, arrestato nel 2005 a Tropea, e poi proprio Rafilotto.

Le persone arrestate la scorsa notte a Toro (Campobasso) nel corso dell'operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e condotta in diverse regioni dai Carabinieri del Comando provinciale di Modena e Caserta, sono Alessandro De Rosa (26 anni) e Giovanni Zagaria (25), entrambi di Caserta e residenti a San Cipriano D'Aversa (Caserta). Sono ritenuti colpevoli, insieme ad altre 42 persone, di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al controllo del gioco d'azzardo e all'estorsione. La Dda di Napoli li ritiene affiliati al Clan dei casalesi.

 
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