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MAZZETTE PER DIRIGERE MORTI VERSO IMPRESE FUNEBRI: NUOVA INCHIESTA


CASTELVOLTURNO (Caserta, 7 luglio 2009) - I carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli hanno eseguito una ordinanza di misura cautelare emessa dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. L'indagine, nata dalla denuncia per estorsione presentata dal titolare di una agenzia di onoranze funebri, è stata condotta mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione, riprese fotografiche e video, nonché con dichiarazioni a riscontro di collaboratori di giustizia. Sono state così acquisite prove, ritenute inequivocabili, nei confronti delle dodici persone sottoposte a provvedimenti da parte della magistratura, relative all'acquisizione del monopolio dei servizi funebri nell'area nord della provincia di Napoli con il consenso del clan Polverino, dominante sul territorio. Le indagini hanno riguardato fatti accaduti dal settembre 2007 al settembre 2008. I carabinieri hanno scoperto numerosi episodi estorsivi ai danni dei titolari di nove imprese di pompe funebri di Napoli e provincia, cui era stata vietata qualsiasi attività nella zona di Marano, Calvizzano e Quarto (in pratica erano stati estromessi con minaccia dal mercato), oppure costretti a pagare somme tra 2.000 e 2.500 euro per ogni funerale. In altre aree di interesse dell' organizzazione criminale, come Qualiano e Pozzuoli, le richieste erano minori e cioé di circa 1000-1500 euro. Nel corso delle indagini è stata anche accertata la complicità di sei addetti alle sale mortuarie degli ospedali di Castelvolturno (Caserta), Cotugno di Napoli, del complesso ospedaliero dell'Università Federico II e di altri ospedali della Campania. Queste persone, per l'organizzazione del funerale, indirizzavano i familiari dei defunti alle sei imprese funebri riconducibili ad uno degli indagati, Attilio Cesarano, 46 anni, di Calvizzano, uno dei tre arrestati. I carabinieri hanno acquisito elementi di prova anche nei confronti di un dipendente dell'ufficio dello stato civile di Marano di Napoli che, in violazione al regolamento di polizia mortuaria, rilasciava i permessi di seppellimento ed i decreti di autorizzazione al trasporto delle salme senza la prescritta documentazione, favorendo, di fatto, alcune imprese di pompe funebri. Tra i beni sequestrati nel corso dell'operazione, sei imprese funebri, 10 autocarri e 10 cavalli usati per il trasporto salme, 15 autoveicoli e due motocicli, conti correnti bancari e postali.

 
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