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STORIE DI AMANTI E RICATTI: SFIGURATA CON ACIDO, ARRESTI SU ASSE CASERTA-RIMINI


MONTESARCHIO (Benevento, 27 giugno 2009) - I carabinieri di Riccione hanno arrestato mandante e autori materiali della misteriosa aggressione di Lucia Pascarella, sfigurata con l'acido muriatico a San Giovanni in Marignano il 23 agosto scorso. I tre sono stati arrestati stamani all'alba a Montesarchio, nel beneventano. Si tratta di Giuseppe D'Onofrio, 52enne del luogo, Rosetta Nuzzo, 37enne casertana e Angelo Iadanza, 25enne beneventano. Sono ritenuti responsabili in concorso, il primo come mandante, gli altri come esecutori materiali, di rapina aggravata e di lesioni personali aggravate. Le cause dell'aggressione sono passionali ed economiche. Seguendo proprio queste piste, gli inquirenti hanno puntato su D'Onofrio, ex dipendente della vittima con la quale aveva intrattenuto anche una breve relazione sentimentale. In quel periodo l'uomo aveva ricevuto le chiavi di casa della donna, senza mai restituirle. Durante l'aggressione la porta di casa di Lucia Pascarella risultò aperta ma non forzata. I militari hanno accertato che tra lei e D'Onofrio c'era una forte conflittualità dopo la richiesta dell'uomo, mai accettata, di essere nominato socio della ditta di autotrasporti. Inoltre, poco prima dell'aggressione, D'Onofrio aveva iniziato una relazione sentimentale con Rosa Nuzzo, nipote della Pascarella; proprio per questa relazione, tra le due donne erano nate violente discussioni. Nelle indagini, durate 4 mesi, i carabinieri hanno accertato anche che Iadanza, nipote di D'Onofrio e fidanzato con la figlia della Nuzzo, anche lui ex dipendente della ditta di autotrasporti, era in rapporti conflittuali con la vittima a causa di stipendi maturati e mai corrisposti dall'ex datrice di lavoro. I tre sarebbero stati incastrati anche da alcune conversazioni telefoniche e da fatto che il cellulare della vittima era in uso a Rosa Nuzzo. Non solo: stamani i carabinieri hanno trovato nell'abitazione di D'Onofrio una pistola a tamburo calibro 32, con matricola abrasa, completa di 20 cartucce, nascosta in un comodino della camera da letto. L'uomo è stato indagato in stato di arresto anche per possesso di armi clandestine.

 
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