CASERTA, 15 GIUGNO 2009 - Dovranno rispondere anche di terrorismo gli stragisti del gruppo di Giuseppe Setola, che il 18 luglio uccisero 6 ghanesi a Castel Volturno. L'accusa sottolinea che i sicari colpirono nel mucchio, in un delitto mafioso cui non è estranea la matrice razzista. Era provato - scrivono oggi gli inquirenti che hanno emesso quattro ordinanze di custodia cautelare notificate in carcere a carico fra l'altro di Alessandro Cirillo, Giovanni Letizia e Davide Granato, con l'accusa di strage aggravata da finalità terroristica - che Setola avesse deciso di seminare il terrore con azioni indiscriminate, rivolte alla collettività delle persone 'di colorè, allo scopo di imporre il versamento periodico del pizzo su traffici di stupefacenti. Nel provvedimento, si cita anche un primo tentativo di strage commesso il 18 agosto 2008, quando furono esplosi numerosi colpi di arma da fuoco contro la sede dell'associazione nigeriana campana, dove erano riunite 14 persone, fra cui 4 bambini. Sei persone rimasero ferite, alcune in modo grave con lesioni al capo e al torace. L'agguato fallì per un problema tecnico: i kalashnikov si incepparono. «La palese sproporzione - si legge - tra la causale palesata e le modalità esecutive prescelte per conseguire lo scopo (una duplice strage) si spiega agevolmente nel sentimento di discriminazione, fondato sulla diversità di razza, nutrito dagli assassini nei confronti della comunità vittimizzata, da strumentalizzare per i propri fini nella totale indifferenza rispetto al soggetto passivo».
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