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CASERTA, CONVEGNO CGIL SU CAMORRA: PARLANO MANGANELLI E EPIFANI


CASERTA - Per il capo della polizia, Antonio Manganelli, c'é troppa drammatizzazione sul tema della sicurezza e questo comporta un aumento della percezione di paura e di insicurezza tra i cittadini. Manganelli ne ha parlato a Caserta, ad un convegno della Cgil sulla camorra. "Dobbiamo contrastare la criminalità con una misura adeguata all'aggressione criminale - ha spiegato Manganelli - la sicurezza non va drammatizzata. La criminalità del nostro Paese si è ridotta nell'ultimo anno dell'11,4%, siamo di fronte ad una robusta riduzione della criminalità". Eppure, sottolinea Manganelli, "l'allarme criminale sembra sempre in aumento, come la paura della gente, il sentimento di insicurezza". "Questo mi fa pensare che molto spesso certi temi vengono drammatizzati con la inondazione di notizie cattive - ha concluso - con la scarsa valorizzazione di notizie buone, una di queste è che la criminalità è diminuita. Immaginiamo cosa sarebbe successo ora se si fossero verificati tutti gli eventi criminali che colpirono Palermo tra gli anni '70 e gli anni '80". La sicurezza, ha aggiunto Manganelli, "é un tema che si affronta nei salotti buoni, nei salotti della tv, dove criminologi spesso dibattono su quello che neanche conoscono. E' una tema che fa tendenza, anche nelle competizioni elettorali". Manganelli ha ribadito che "la paura della gente spesso proviene dalla diffusa irregolarità, dalle troppe incertezze, dal disagio sociale, ognuno sente che non ha punti di riferimento certi". "Della paura dobbiamo tener conto - ha osservato ancora Manganelli - dobbiamo liberare la gente dalla paura, dobbiamo garantire l'esercizio dei diritti e il primo dei diritti è quello della libertà. Le persone che hanno paura non sono libere. Serve l'azione di contrasto, ma dobbiamo anche essere vicini al cittadino per rassicurarlo". Il ministro degli Interni, Roberto Maroni a giorni tornerà a Caserta per fare il punto sulla lotta che si sta conducendo contro la criminalità organizzata. Lo ha reso noto il capo della polizia, Antonio Manganelli, che oggi, proprio a Caserta, parla del clan dei Casalesi: "Un clan arrogante, prepotente, penetrato nel tessuto sociale e che pretende di essere antistato". Parla della lotta alla camorra, Manganelli e in merito dice: "Dobbiamo avere la pazienza di capire che certi fenomeni vanno al di là delle nostre vite". I casalesi, spiega ancora il capo della Polizia, sono un clan diverso "organizzato", "ormai rappresentano un modo di pensare, di essere, di agire - ha aggiunto - un modo che si modifica nel tempo con pazienza". La prima cosa da fare, ha detto, "é fare squadra, mettere in rete le nostre risorse. Ognuno deve fare la sua parte, consapevole che quella parte rappresenta la tessera di un mosaico".
A Caserta, nei prossimi giorni, il ministro Maroni prenderà parte al vertice insieme allo stesso Manganelli e ai vertici dei carabinieri e della guardia di finanza. "Faremo il punto sullo stato di salute dell'azione di contrasto che abbiamo messo in atto da diverso tempo e che mi sembra stia già consentendo di conseguire dei risultati straordinari - ha spiegato Manganelli - e naturalmente faremo anche il punto sullo stato di salute della controparte, cioé vedremo come sta la camorra in questo periodo".
Il leader della Cgil Guglielmo Epifani, ribadisce il suo no alle ronde: "Così non si fa sicurezza. Le ronde alimentano un clima di intolleranza e di paura che è nemico della sicurezza". Epifani ne parla a Caserta ad un convegno sui giovani e la camorra. "Ho letto le dichiarazioni di Berlusconi che dice che le ronde non gli piacciono. Anche lui è arrivato a capire che con le ronde non si fa la sicurezza", sottolinea Epifani. Poi una stoccata anche ad alcuni amministratori di centro sinistra del Nord che, dice il leader della Cgil, "si sono detti d'accordo con le ronde. Serve coerenza, se uno è di sinistra lo sia".
Medici spie? No Grazie Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani definisce "una barbarie" la denuncia dei medici sugli immigrati: una barbarie "che va cancellata". "Non è né giusta né utile - spiega - non è giusta per una questione di umanità e di rispetto della dignità delle persone, non è utile perché determina problemi enormi rispetto a quelli che dovrebbe risolvere".
$ Aprile "Il 4 aprile dobbiamo essere in tanti a Roma, diremo al governo quello che non va". Guglielmo Epifani, a Caserta, torna a parlare di crisi e di quello che il governo sta mettendo in atto. Secondo Epifani la Cgil "non ha alcun pregiudizio ideologico e politico", ma - aggiunge - anche "se misuro quello che serve al Paese e quello che il governo fa vedo che una cosa va da una parte e l'altra in una direzione diversa. Tutto quello che vogliamo è che il Paese abbia risposte". "Se attraversiamo la crisi senza fare quello che serve, uscirà fuori un Paese più egoista, povero, xenofobo, senza coesione sociale - ha sottolineato Epifani - un paese troppo ripiegato su se stesso". Quello che si sta mettendo in atto, dice il leader della Cgil, "é una strada che non guarda avanti, senza qualità, così il Paese non esce dalla crisi".
Sndacato e camorra Non è, la prima volta che la Cgil fa sentire la sua voce nel casertano, e non è la prima volta, dice il leader Guglielmo Epifani, che il sindacato parla di camorra. Si sono avuti incontri con gli imprenditori, con gli enti locali, con le scuole, "i risultati si sono visti". Ma Epifani avverte che "é inutile avere l'illusione di tempi brevi per cambiare tutto. Serve la tenacia dei tempi lunghi del nostro impegno e serve valorizzare anche il più piccolo risultato". Bisogna, aggiunge, "costruire con fatica immensa, passo dopo passo, nessuno oggi ci regala nulla, tutto quello che possiamo fare lo dobbiamo fare". L'importante, conclude Epifani, "é che questa battaglia nessuno la conduca da solo e che nessuno si senta solo".
"Bisogna che ritorniamo alle nostre radici". E' quasi un appello quello che il leader della Cgil Guglielmo Epifani, rivolge a Caserta ai suoi confederati. Analizza la situazione attuale, il leader della Cgil: "la crisi non ci aiuta e non ci aiuta neanche il governo che mira a dividere piuttosto che a risolvere i problemi". E poi, "non riusciamo a costruire un rapporto unitario con Cisl e Uil, neanche su temi come il lavoro". "Non possiamo permetterci di non avere fiducia nel futuro e dobbiamo continuare a lavorare per raggiungere i nostri obiettivi - ha aggiunto - dobbiamo per questo ritornare alle nostre radici, in basso, sempre più forti. Del resto, se il sindacato non consolida le rappresentanze non può essere in condizione di raggiungere gli obiettivi - ha concluso - siamo una grande forza che è in condizione di parlare e di fare".
Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, a Caserta ad un convegno su giovani e camorra parla anche del piano casa e in merito, dice: "Non riesco a capire perché ancora una volta il governo invece di puntare al lavoro, alla manifattura, ai servizi, agli investimenti, alla ricerca, ai servizi sociali, deve sempre pensare ai patrimoni o alle rendite finanziarie". "Noi siamo pieni di patrimoni e di rendite finanziarie - ha aggiunto Epifani - ci manca l'investimento che costruisce il lavoro di domani, la ricerca di domani, l'università di domani. Noi abbiamo bisogno di crescere attraverso il lavoro e attraverso il reddito prodotto dal lavoro. E' una strada che non guarda avanti".
Protesta dei lavoratori Ixfin nel corso di un convegno sulla legalità, a Caserta, che vede la presenza anche del capo della polizia, Antonio Manganelli, e del leader della Cgil, Guglielmo Epifani. Un lavoratore della Ixfin di Marcianise, ex Olivetti, è salito sul palco e ha chiesto "giustizia per centinaia di lavoratori che da mesi sono senza stipendio". Giuseppe ha poi chiamato in causa anche la camorra: "I camorristi non sono solo quelli che stanno sui giornali ma anche quelli che stanno dietro di loro". "Nessuno ci fa parlare - ha concluso - nessuno dà voce alla nostra protesta". (20 gennaio 2009-17:20)

 
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