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PINETAGRANDE, CASTELVOLTURNO: DOLORI CERVICALI, ECCO LA SOLUZIONE


Castel Volturno (Caserta), 26 Febbraio 2009 – Un persistente dolore al collo che si irradia giù per il braccio: questi sono i principali sintomi della malattia degenerativa del disco del collo. Una patologia determinata dal naturale invecchiamento della colonna vertebrale e perciò potenzialmente in grado di colpire tutti coloro che hanno superato i 25 anni d’età. Se non adeguatamente trattata, può diventare invalidante, compromettendo le normali attività della nostra vita quotidiana. Oggi, grazie all’impianto di un innovativo disco vertebrale è possibile eliminare il dolore in tempi brevi, mantenendo inalterata l’anatomia della colonna e soprattutto garantendo al paziente una perfetta mobilità del collo. Questo disco cervicale (dal nome commerciale PRESTIGE®), unico ad aver ricevuto nel 2007 l’approvazione dell’FDA grazie agli ottimi risultati ottenuti, è in grado di preservare il movimento del collo, proteggere i dischi contigui da anomali sovraccarichi e mantenere il naturale bilanciamento del rachide. «La protesi simula la funzione di un disco cervicale naturale, elimina l’esigenza del trapianto d’osso umano, che è richiesto con il procedimento della fusione spinale tradizionale e consente ai pazienti di preservare il normale movimento del collo. In questo modo viene ridotto lo sforzo sulle vertebre circostanti, che altrimenti provocherebbe un aumento della degenerazione dei dischi vertebrali adiacenti» afferma il Dottor Alfredo Bucciero, Neurochirurgo della Clinica Pineta Grande di Castel Volturno in provincia di Caserta. «Il risultato più interessante dell’impianto – continua Alfredo Bucciero - è che i pazienti recuperano velocemente e ritornano a lavoro in tempi brevi. I pazienti trattati possono tornare a praticare sport, a dormire senza difficoltà, banalmente possono tornare ad alzare una tazzina di caffè senza alcun dolore. Risultati più difficili da raggiungere con la tecnica tradizionale». Il 90% delle persone che soffrono di degenerazione cervicale del disco ha almeno 65 anni d’età, mentre l’incidenza dei pazienti operati per questa patologia degenerativa si aggira ogni anno intorno a 8 su 100.000 abitanti. Le sette vertebre del collo sono responsabili della normale funzione del collo e della sua mobilità. Inoltre, hanno la funzione di proteggere il midollo spinale, i nervi e le arterie che si estendono dal cervello al resto del corpo. Queste, sono separate dai dischi cervicali che fungono da ammortizzatori tra ogni vertebra, costituiti per il 90% da soluzione acquosa, capace di assorbire urti e shock di varia natura. Quando questo contenuto acquoso viene a diminuire, in seguito a un trauma o al normale invecchiamento della colonna, i dischi si disidratano e restringono, producendo zone dove l’osso tocca l’osso, causando così la loro degenerazione, con conseguenze piuttosto dolorose per i pazienti colpiti. Nella maggior parte dei casi si interviene chirurgicamente nei pazienti di età compresa tra i 30 e i 55 anni, poiché si trovano ancora all’inizio del processo degenerativo cervicale. L’opzione chirurgica è necessaria dopo essere ricorsi, senza alcun beneficio per il paziente, a trattamenti conservativi, quali antinfiammatori e fisioterapia. L’intervento, in anestesia totale, ha una durata di circa un’ora e mezzo/ due, e comporta un tempo di degenza di circa 4 giorni. Il disco artificiale viene inserito al posto del disco danneggiato, precedentemente rimosso, attraverso un’incisione alla parte superiore del collo. Il disco è in titanio e ceramica, un materiale che consente di fissarsi alle vertebre. I due componenti della protesi fungono da perno, consendendo alla colonna di muoversi più naturalmente. Il paziente riacquista così immediatamente la sua mobilità senza indossare alcun collare come, invece, necessario per il trattamento tradizionale di fusione. In quest’ultimo le vertebre cervicali adiacenti vengono fuse insieme grazie all’utilizzo di gabbiette riempite di osso e ad una placca metallica fissata alle vertebre con delle viti, andando a creare così un unico blocco di osso. La fusione permanente dell’osso elimina il movimento normale e soprattutto sovraccarica i dischi adiacenti, favorendo nel tempo la degenerazione dei dischi dei livelli adiacenti. «Nel nostro Ospedale pratichiamo questo trattamento dal 2005 e, a tutt’oggi, abbiamo trattato più di cento casi ottenendo ottimi risultati. Nella maggior parte dei pazienti la PRESTIGE® è stata impiantata a uno o due livelli, ma, quando richiesto dal caso clinico, abbiamo proceduto all’impianto di tre o anche di quattro protesi in uno stesso paziente» aggiunge il Dottor Bucciero. Un ampio studio clinico realizzato negli Stati Uniti dal 2002 al 2004 e condotto su 541 pazienti ha messo a confronto i due trattamenti, ovvero la fusione spinale con l’impianto di PRESTIGE®. I risultati hanno dimostrato la superiorità di quest’ultimo sia a livello neurologico che di mobilità, a distanza di 24 mesi dall’intervento. E’, infine, in via di definizione un ulteriore studio sui risultati clinici e radiologici della PRESTIGE®; ad esso parteciperanno i centri mondiali con maggiore esperienza con tale protesi: «Ho l’onore e l’orgoglio di affermare che Pineta Grande farà parte dello studio» conclude il Dottor Bucciero.

 
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