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I MISTERI DI PIGNATARO MAGGIORE: BENZINA (SENZA FUOCO) SU AUTO GIORNALISTA


PIGNATARO MAGGIORE (CASERTA) - A pochi giorni dagli arresti dei 15 uomini ritenuti vicino al clan Lubrano-Ligato, a Pignataro Maggiore si registra un episodio forse collegato all'inchiesta Caleno, sul quale sono in corso indagini. Il giornalista anticlan, Enzo Palmesano, che è stato vittima, come scrivono i pm della Dda, delle pressioni del clan di Pignataro Maggiore per non farlo scrivere, denuncia di essere stato vittima di un attentato. Lo ha fatto con un comunicato: “Per tutta la giornata da poco conclusa, 24 febbraio 2009, si sono messe in funzione contro di me le batterie giornalistiche e politiche, essendo io reo di non voler stare in silenzio di fronte allo strapotere politico-mafioso della cosca Lubrano-Ligato, nelle ore precedenti colpita dal blitz della Direzione distrettuale antimafia e dei carabinieri. Passata la mezzanotte e cominciato il 25 febbraio, sono entrate in azione le batterie camorristico-mafiose: alcuni personaggi hanno cosparso di benzina la mia autovettura e non hanno potuto appiccare il fuoco solo perché io e la mia innocente famiglia abbiamo dato prontamente l’allarme, mettendoli in fuga». Il giornalista ha denunciato l'episodio ai carabinieri che stanno svolgendo indagini su questo inquietante episodio. LA SOLIDARIETA' DEI GIORNALISTI - L’Ordine dei Giornalisti della Campania è «al fianco del collega Enzo Palmesano, vittima la scorsa notte di una vile intimidazione. Come ha confermato l’inchiesta che ha portato nei giorni scorsi all’arresto di 15 esponenti del clan Ligato-Lubrano, attivo nella città dove Palmesano risiede e lavora, la camorra cerca costantemente di impedire ai giornalisti di svolgere il proprio lavoro». L’Ordine chiede «alle istituzioni di alzare il livello di vigilanza per garantire a tutti i giornalisti libertàe serenità nello svolgimento della propria professione». (25 febbraio 2009)

 
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