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UCCISO A PODANNO DA FIGLIA BOSSO: INTERROGATORIO IN CARCERE S. MARIA C.V.


SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta) - Ha detto di aver saputo dalla tv di essere ricercata, ha chiamato l'avvocato e, frastornata, gli ha ripetuto: "Sono innocente, non ho mai sparato". Con il suo legale ha maturato la decisione di costituirsi per dichiarare la sua estraneità. Così si è conclusa oggi la caccia a Manuela Terracciano, la ragazza di 23 anni nei confronti della quale la Procura di Napoli ha emesso un decreto di fermo con il quale viene accusata di aver ucciso, la notte di Capodanno, il giovane Nicola Sarpa, 25 anni il prossimo 24 gennaio. Probabilmente lunedì l'interrogatorio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), dove si è consegnata, e l'udienza di convalida. In quella sede fornirà la sua ricostruzione dei fatti con la quale intende affermare la sua estraneità all'omicidio. Secondo quanto ha riferito l'avvocato Gaetano Inserra, la Terracciano avrebbe saputo di essere ricercata guardando la tv. Si è rivolta così a lui con l'obiettivo "di fare chiarezza", travolta dagli eventi, prima dalla notizia della morte di un giovane che conosceva bene e poi dalla pesantissima accusa di omicidio volontario con dolo eventuale nei suoi confronti. "Nessuno - dice il legale - ha mai bussato alla sua porta di casa o al suo luogo di lavoro". La giovane si dice pronta a sottoporsi all'esame di paraffina, allo stub, a qualsiasi esame - ripete - che possa consentirle di farla uscire da questa vicenda. Manuela Terracciano è incensurata. Viene descritta come una ragazza esuberante, lavora in un bar. Quella notte stava festeggiando il Capodanno in strada, insieme con un'amica. Qualche bicchiere di champagne per salutare l'arrivo del 2009, poi la tragedia. Secondo l'accusa, e in particolare le indagini condotte dalla Squadra Mobile, sarebbe stato accertato con chiarezza che la donna avrebbe sparato colpendo accidentalmente Sarpa mentre era affacciato al balcone della propria abitazione, al secondo piano del civico 4 di vico Trinità degli Spagnoli. Un colpo che lo ha raggiunto alla testa, tra la tempia e l'occhio sinistro non lasciandogli scampo. In base alla ricostruzione effettuata dalla polizia, la ragazza si era recata presso lo stabile dove risiede la famiglia della vittima per salutare sua nonna e, nell'allontanarsi a bordo di un motorino, avrebbe esploso un colpo d'arma da fuoco verso l'alto. Ad accusarla, reagendo alla notizia della costituzione, è Valentina Sarpa, sorella di Nicola. "Manuela Terracciano non si è costituita di sua spontanea volontà, ma l'hanno costretta a costituirsi. Il fatto é gravissimo, perché così avrà una riduzione della pena. Invece noi della famiglia chiediamo una punizione esemplare, che vendichi l'uccisione di Nicola e che faccia sparire le pistole dai Quartieri". Il questore Antonino Puglisi ed il capo della Squadra Mobile, Vittorio Pisani, hanno salutato positivamente il gesto della ragazza. Puglisi, nelle ore precedenti alla costituzione, aveva sollecitato la ragazza a consegnarsi ed evidenziato che in questa vicenda era stata importante e quasi una novità rispetto al passato la collaborazione della gente. Manuela Terracciano è figlia di Salvatore, attualmente detenuto e capo dell'omonimo clan della zona dei Quartieri Spagnoli, composto soprattutto da donne: nel 2006 aveva iniziato la collaborazione con la giustizia, interrompendola successivamente. E' a tutt'oggi collaboratore, invece, il figlio Edoardo, fratello di Emanuela: la ragazza aveva invece rifiutato di aderire al programma di protezione. Ma quello che conta per lei, oggi, è di protestare la sua innocenza dall'accusa di aver ucciso il giovane, vicino di casa. Per la famiglia di Nicola oggi un dono speciale: una maglietta della Juve, squadra di cui Nicola era acceso tifoso, dal calciatore napoletano del Bari, Andrea Masiello, imparentato col cognato di Nicola. Masiello ha donato una maglia di Camoranesi, regalatagli dal centrocampista juventino al termine di una partita. (3 gennaio 2009)

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