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CAMORRA: ERANO AUTISTI DI SETOLA I DUE ARRESTATI DURANTE VISITA SCHIFANI


CASERTA - Sono stati arrestati nel giorno della visita a Casal di Principe del presidente del Senato Renato Schifani, i due presunti affiliati al clan dei Casalesi che – secondo l’accusa - avrebbero aiutato la latitanza del superlatitante Giuseppe Setola e, all'occorrenza, svolto il ruolo di suoi autisti personali. Con queste accuse sono stati arrestati, nella serata di venerdi, Salvatore Santoro, 35 anni di Trentola Ducenta e Massimiliano Napolano, titolare di una concessionaria di auto. I due si erano rifugiati a Giugliano in Campania dove sono stati catturati dalla polizia. Il decreto di fermo è stato firmato dagli otto magistrati della Dda di Napoli che compongono il pool anticamorra che sta indagando, da mesi, sul clan dei Casalesi. I due, secondo le accuse, avrebbero svolto il ruolo di supporto logistico della latitanza di Setola, considerato, dagli inquirenti il regista della strategia del terrore che, in questi mesi, ha lasciato sul selciato decine di vittime, tra cui i sei immigrati trucidati a Castel Volturno lo scorso 18 settembre. I presunti fiancheggiatori dei Casalesi avrebbero favorito la latitanza di Setola e svolto anche le mansioni di autisti. Le accuse per Salvatore Santoro, detto «Salvaturiello», 21 anni, e Massimiliano Napolano, 36 anni e già noto alle forze dell'ordine, sono di associazione di tipo mafioso aggravata dal ricorso al metodo terroristico. Le indagini della polizia sono state suffragate dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Spagnuolo e Di Caterino rendendo inequivocabile l'appartenenza dei due giovani al clan Bidognetti e, in particolare, di quello capeggiato da Giuseppe Setola. Il lavoro investigativo, supportato da intercettazioni ambientali e telefoniche, ha dimostrato il loro completo inserimento nelle attività criminali del gruppo. Santoro e Napolano, in particolare con l'avvio della «strategia della tensione» voluta da Setola, hanno svolto un ruolo decisivo nell'aiutare il superlatitante a nascondersi. Soprattutto il giovane 21enne, con piccoli precedenti penali, ha dimostrato di essere uno degli uomini più fidati del killer aiutandolo sia a spostarsi tra i numerosi nascondigli sia individuando i luoghi dove sinora Setola ha trovato rifugio sicuro. Stesso ruolo è stato svolto da Napolano, soprattutto nell'area del Giuglianese. Luoghi dai quali ha permesso al boss di continuare a mantenere i contatti con gli altri affiliati al gruppo criminale. Era Napolano, infatti, a recapitare «pizzini» e a comunicare gli ordini criminali deliberati dai vertici del gruppo. Rispetto a Santoro, Napolano non era un insospettabile. Tra i suoi precedenti risulta, infatti, un'associazione di tipo mafioso, armi e favoreggiamento oltre a essere organico al gruppo dei Mallardo, la cui roccaforte è proprio il Giuglianese. Clan storicamente vicino a quello di Francesco Bidognetti detto «Cicciotto `e Mezzanotte». Napolano era stato già arrestato nel 2000 in occasione di un summit di camorra a cui partecipavano l'allora latitante Francesco Mallardo e i vertici dei clan del quartiere napoletano di Secondigliano, Contini e Licciardi. Le indagini, hanno permesso, inoltre di accertare che Napolano effettuava le visure al Pra per verificare se alcune auto viste transitare nei pressi dei rifugi dei latitanti Alessandro Cirillo, Giovanni Letizia, Oreste Spagnuolo e Giuseppe Setola appartenevano alle forze dell'ordine. Entrambi gli arrestati, così riferisce un investigaotore «non si sono limitati al solo ruolo di favoreggiatori» avendo anche partecipato «organicamente alla pianificazione e alla consumazione delle attività delinquenziali del gruppo» partecipando ai vertici operativi del clan, così come affermato dai due neo pentiti. I due fermati hanno non solo aiutato la latitanza di Setola, ma tessuto la rete dei contatti con tutti gli affiliati del clan. Santoro, in particolare, si sarebbe reso protagonista di azioni intimidatorie e attività estorsive imponendo, ad esempio, la fornitura del caffè agli esercenti commerciali in alcune zone del Casertano come Parete, Lusciano e Trentola Ducenta. Nelle ultime settimane è stato accertato che sia Santoro che Napolano avevano assunto un atteggiamento di «veri e propri latitanti» spegnendo per lunghi periodi di tempo i loro cellulari, non facendo rientro alle rispettive abitazioni e allontanandosi dai luoghi che frequentano abitualmente. (25 ottobre 2008)

 
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