Un documento indirizzato, tra gli altri, al Ministro dell'Interno, al Ministro della Giustizia, al Prefetto e al Questore nel quale si denuncia la «condizione di scarsa sicurezza in cui sono costretti ad espletare il loro lavoro, nonché i disagi che da tale condizione derivano per tutti gli utenti del palazzo di Giustizia di Santa Maria Capua Vetere» è stato preparato ieri dalla sottosezione sammaritana dell’Associazione Nazionale Magistrati presieduta da Francesco Cananzi. «Tale situazione – si legge in un comunicato – è da lungo tempo oggetto di ripetute segnalazioni, da ultimo indirizzate anche al Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia». In particolare, la locale sottosezione della ANM sollecitò il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica della provincia di Caserta, sin dal maggio 2003, a predisporre un sistema adeguato di controllo negli uffici. «Con sconcerto, dunque, - scrivono le toghe - registriamo che quasi nulla è stato fatto, come tutti gli utenti del Tribunale hanno modo di constatare ogni giorno e come la gravità degli episodi verificatisi dimostra». Secondo i magistrati, gli interventi strutturali, che richiedono impegni notevoli di spesa non sostenibili dall'amministrazione comunale, reclamano l'urgente e indifferibile attivazione anche del Ministero della Giustizia. Per quanto invece concerne le risorse umane del personale delle forze dell'ordine da adibire alle rappresentate funzioni di vigilanza, i magistrati sollecitano l'intervento immediato delle autorità competenti in sede locale e nazionale perché «provvedano ad una gestione delle risorse esistenti più attenta alla priorità rappresentata dalle esigenze di protezione del Palazzo di Giustizia e comunque all'incremento delle piante organiche secondo parametri corrispondenti alle reali esigenze del territorio». «L'evento – è infine scritto nel documento - avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi, interessando aree ben più vaste dell'edificio».
|