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S. MARIA C.V.:ALTRA INCHIESTA ROMANA SCAGIONA MAFFEI PER FAVORI SU DE FRANCISCIS


ROMA - Non ci sono stati abusi nell'operato della procura di Santa Maria Capua Vetere, titolare dell'inchiesta che portò all'arresto, tra gli altri, di Sandra Lonardo, moglie dell'ex ministro della giustizia Clemente Mastella. E' l'esito dell'indagine del pm della capitale, Angelantonio Racanelli, che ha chiesto l'archiviazione delle posizioni dell'ex procuratore Mariano Maffei, dei pm Paolo Di Sciuva e Alessandro Cimmino e del gip Giuseppe Maccariello. Il procedimento per abuso d'ufficio era nato in seguito alla presentazione di due esposti, quello di Giacomo Caterino, consigliere provinciale dell'Udeur arrestato lo scorso anno e poi tornato in libertà; l'altro firmato da alcuni esponenti dell'Udeur. In sostanza, si denunciavano pregiudizi alla base dell'inchiesta di Santa Maria Capua Vetere e si ipotizzava che potesse esserci un complotto contro l'Udeur. Dagli accertamenti effettuati dal pm Racanelli non sono emersi, però, elementi di illiceità. E' risultato sfumato, inoltre, il rapporto di parentela, che era stato segnalato come fonte di sospetti, tra Maffei e Alessandro De Franciscis, presidente della provincia di Caserta, passato dall'Udeur al Pd. In realtà, si tratta di un legame di affinità in linea collaterale in quinto grado. In ogni caso, Maffei non era titolare del fascicolo. E anche se lo fosse stato - sostiene la procura della capitale -, il pm ha soltanto facoltà e non l'obbligo di astenersi quando esistono gravi ragioni di convenienza. A piazzale Clodio, è ancora in corso un'altra inchiesta, affidata al pm Giancarlo Amato, che vede indagato sempre Maffei assieme ad altri magistrati della procura di Santa Maria Capua Vetere per una serie di abusi denunciati da altri colleghi. (5 ottobre 2008)

 
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