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CASAL DI PRINCIPE: LA SEZ. DELLA MOBILE E 900 UOMINI NON EVITANO NUOVO OMICIDIO

Qualcuno - usando la provocazioe - azzarda a un isolamento del comune di Casal di Principe con inferriate e muri di cinta (una sorta di carcere 'naturale'): con 900 uomini sul litorale e la sezione distaccata della Squadra Mobile di Casal di Principe non si è riuscito a fermare l'ennesimo eclatante omcidio in pieno giorno. Nel centro di Casal di Principe. Intanto, il kalshnikov usato per la strage ha sparato l'altro giorno a Giugliano (mentre i tre superkiller erano detenuti) e Cesarano - indicato in una foto con barba (ma pare che il teste avesse detto in un primo momento che non ce l'avesse) dall'immigrato ferito e frastornato - è pronto a dimostrare la sua innocenza con 8 testimoni che l'hanno visto al balcone di casa mentre lui stesso era testimone del delitto di Ceniento a pochi passi da casa sua. Un bel corto circuito investigativo-giudiziario...finirà tutto in una bolla di sapone?


Un uomo, Stanislao Cantelli, di 60 anni, zio del collaboratore di giustizia, Luigi Diana, è stato ucciso questa mattina a Casal di Principe (Caserta). Uno o due sicari, secondo una prima ricostruzione dell'agguato hanno esploso contro Cantelli numerosi colpi di pistola uccidendolo all'istante. L'agguato è avvenuto in prossimità di un circolo ricreativo di corso Umberto I, la lunga e più importante strada di Casal di Principe, comune tristemente noto per essere, ormai da anni, il centro propulsore dell'attività del clan camorristico dei "casalesi", la potente organizzazione, divisa in varie fazione, ma ritenuta ancora capeggiata dal Francesco Schiavone, detto "Sandokan", al carcere duro da circa 10 anni. Sulla dinamica dell'agguato e sul movente stanno indagando i carabinieri e agenti della locale sezione staccata della Squadra Mobile di Caserta. I sicari, forse elementi di altri gruppi camorristici non della zona, hanno agito davanti a numerose persone che sostavano nel circolo sociale ricreativo, in una zona centrale di Casal di Principe. Stanislao Cantelli, incensurato, era in una sala dove diverse persone giocavano a carte e lo hanno ucciso, fulminandolo con numerosi colpi di pistola calibro 9, l'arma che i "casalesi" usano quasi sempre nelle spedizioni di morte. Gli agenti della squadra mobile di Caserta e della locale sezione staccata, ma anche i carabinieri hanno avviato le prime indagini ed i primi interrogatori dei testimoni. Infruttuosi sono risultati i posti di blocco e le ricerche dei sicari in tutto l'agro aversano ed anche nei comuni limitrofi del napoletano. Tra le piste seguite quella della vendetta trasversale. Ma non si esclude che il gruppo di fuoco di una delle fazioni del clan dei "casalesi", dopo gli arresti di esponenti di vertice ed il sequestro di beni mobili ed immobili per oltre 100 milioni di euro, abbia disposto un'azione dimostrativa. Luigi Diana, nipote dell'uomo ucciso questa mattina, a Casal di Principe, è uno dei pentiti del clan dei Casalesi. Le sue dichiarazioni, e quelle di altri pentiti, ex elementi di vertice o affiliati, tra cui Domenico Bidognetti (punito per la sua scelta di collaborare con l'uccisione del padre) hanno offerto importanti riscontri a quanto accertato attraverso le indagini di polizia e carabinieri e contributo così a svelare i segreti del clan. Solo pochi giorni fa gli uomini delle forze dell'ordine hanno dato esecuzione a oltre cento ordinanze di custodia cautelare in carcere. Tra gli arrestati nell'ultima operazione anche la moglie di Francesco Schiavone, detto "Sandokan", che gli investigatori ritengono ancora a capo dell'intera organizzazione camorristica dei "casalesi", divisa da tempo in diverse fazioni. Luigi Diana è stato negli anni scorsi prima reggente della fazione guidata da uno dei capi storici dei "casalesi" Francesco Bidognetti, detto "Cicciotte e mezzanotte" per poi, mettersi a disposizione del superboss "Sandokan". (5 ottobre 2008)

 
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