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CORTEO ANTIRAZZISTA A CASERTA: FORSE 10 MILA, PARLANO VESCOVO E POLITICI


CASERTA - E' partito dalla stazione centrale di Caserta il corteo antirazzista organizzato a seguito dell'eccidio di camorra di Castel Volturno dello scorso 18 settembre in cui furono giustiziati sei immigrati africani. Secondo una prima stima fornita dalle forze dell'ordine sarebbero 5.000 gli immigrati che stanno sfilando lungo le vie di Caserta. Una cifra da raddoppiare per gli organizzatori che valutano in 10.000 persone la consistenza del corteo. In testa al serpentone un cartello ricorda i nomi delle sei vittime mentre alle spalle il corteo si snoda raccolto dietro lo striscione "uniti contro la camorra e il razzismo". La manifestazione, scandita dai ritmi dela musica reggae, si sta svolgendo in maniera del tutto pacifica. Presenti anche numerosi rappresentanti delle istituzioni, a partire dai sindaci di Napoli e Caserta, Rosa Iervolino e Nicodemo Petteruti che sfilano con la fascia tricolore ed i rispettivi gonfaloni: "sono qui - ha detto al suo arrivo il sindaco Iervolino - per testimoniare il sentimento di solidarietà della città di Napoli e dire a tutti con chiarezza che episodi di intolleranza vanno contro il nostro senso di accoglienza e agli immigrati che noi li capiamo e vogliamo fare il possibile perché si integrino nel rispetto delle leggi". La Regione è rappresentata dall'assessore all'immigrazione Alfonsina De Felice. La marcia è il primo appuntamento di una tre giorni di mobilitazione anti razzista a Caserta.

Esito manifestazione

Si è concluso a Caserta il corteo anti razzista e anti camorra organizzato dal movimento dei migranti e rifugiati e da una serie di associazioni locali attive nel mondo del sociale. Circa 10.000 persone, moltissimi immigrati ma anche studenti e rappresentanti delle istituzioni, hanno preso parte al corteo che si è snodato lungo le vie del centro cittadino in un clima di festa, monitorato a distanza dalle forze dell'ordine. Tra pochi minuti una delegazione, composta da immigrati e rappresentanti delle istituzioni, tra cui il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti, verrà ricevuta dal prefetto e dal questore del capoluogo di Terra di Lavoro. Al prefetto verrà consegnato un documento-appello per sensibilizzare le istituzioni locali ad intervenire sulla disciplina che regola l'ingresso nel nostro paese degli immigrati. Buona parte dei partecipanti al corteo attenderà l'esito dell'incontro in Prefettura in piazza. Al corteo ha partecipato anche il vescovo di Caserta, monsignor Raffaele Nogaro.

Corteo, parla Nogaro

I rapporti tra politica e camorra sono al centro di un duro atto d'accusa lanciato dal vescovo di Caserta, monsignor Raffaele Nogaro. "La politica si è indebolita - ha detto parlando con i cronisti durante il corteo anti razzista di oggi - essa è spinta, non vorrei dire guidata, dal potere camorristico. Ciò vuol dire che non è detto che il politico sia un camorrista, però deve comportarsi secondo le regole che stabiliscono i malviventi".
Anche la Chiesa deve fare la sua parte nel fronteggiare l'ondata di razzismo che sta investendo il Paese e per costruire una nuova cultura della legalità. E' quanto auspica il vescovo di Caserta, mons. Raffaele Nogaro, che ha partecipato stamattina al corteo che ha visto oltre 10.000 persone, in gran parte immigrati, sfilare per le vie di Caserta. "Le istituzioni sono responsabili - ha detto il vescovo - e partirei proprio dalla Chiesa. Nella nostra Campania, ad esempio, invece di fare tanto catechismo della fede si potrebbe fare più catechismo della legalità". Scuola e Chiesa - ha ribadito Nogaro - possono e devono svolgere un ruolo importante nel favorire l'integrazione degli immigrati. "Non ho nulla contro i militari - ha aggiunto Nogaro - che vengono a darci una mano, ma penso che più dell'esercito possano la Chiesa e diverse politiche sociali. Combattere l'immigrazione con le forze dell'ordine finisce per provocare ulteriori reazioni".

Corte, parla Iervolino

"Una manifestazione partecipata e civile con una significativa presenza delle istituzioni". Questa è stata per il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, l'iniziativa promossa oggi a Caserta che ha visto la partecipazione di 10.000 persone riunite in corteo contro la camorra e il razzismo. "Mi ha colpito - ha commentato la Iervolino al termine della manifestazione - la presenza delle istituzioni, in particolare quella di Nichi Vendola, ma anche le tante persone di Caserta che hanno sfilato con gli immigrati".

Formisano (idv) su manifestazione

"Il successo della manifestazione che si è svolta questa mattina a Caserta, è indubbiamente un risultato positivo per chi è quotidianamente impegnato nella lotta alla criminalità organizzata". Lo dice il deputato Nello Formisano, coordinatore regionale di Italia dei Valori che ha partecipato al corteo di oggi organizzato dalle associazioni del territorio, contro ogni forma di camorra e razzismo. "E' il segnale, anche per i cittadini che temono l'arroganza dei clan, che qualcosa sta cambiando: il muro dell'omertà e della paura inizia a sgretolarsi e, finalmente, istituzioni e cittadini possono lavorare fianco a fianco per raggiungere lo stesso obiettivo. Un buon inizio - conclude Formisano - anche per il neo assessore provinciale di Caserta, Mimmo Napolitano di Italia dei Valori, che saprà garantire legalità e trasparenza".

Presidente Provincia di Napoli a manifestazione "Dobbiamo essere dalla parte degli immigrati che vivono pacificamente nei nostri territori e dobbiamo sconfiggere quella cultura dell'odio, della divisione, dell'intolleranza che rischia di creare danni insopportabili". Lo ha affermato il presidente della Provincia di Napoli, Dino Di Palma, che ha partecipato oggi insieme all'assessore alla pace e immigrazione Isadora D'Aimmo alla manifestazione antirazzista di a Caserta. "La solidarietà è un valore centrale che deve tornare al centro dell'attenzione della politica, delle istituzioni, dei privati cittadini - ha aggiunto Di Palma - soprattutto in un momento così difficile in cui c'è chi alimenta fenomeni di odio razziale. Ma molto dobbiamo anche fare per rilanciare vere e concrete politiche di inclusione sociale che favoriscano l'integrazione tra le popolazioni. Vanno stigmatizzati piuttosto i gravi avvenimenti di Pianura come quelli ancor più gravi di Milano, Roma e Parma e valorizzate le azioni volte all'integrazione degli immigrati nella nostra società e nella nostra economia". "Siamo al loro fianco così come siamo sempre vicini ai soggetti più deboli", ha concluso Di Palma. (4 ottobre 2008-16:38)

Il resoconto della giornata

La ferita di Castel Volturno è ancora aperta, e nessuno dimentica i sei africani giustiziati dalla camorra nell'eccidio dello scorso 18 settembre, eppure non c'é rabbia nel corteo, pacifico e colorato, che oggi ha visto oltre diecimila persone sfilare per le vie di Caserta per dire tutti assieme no al razzismo, no alla camorra. Immigrati, soprattutto, provenienti dalla zona di Castelvolturno, ma anche da Milano, Vicenza e dalla Sicilia, riuniti sotto la sigla del movimento dei migranti e dei rifugiati. Ma anche tanti esponenti dell'associazionismo, laico e cattolico, studenti, persone comuni che hanno voluto esprimere la loro solidarietà. E poi le istituzioni, a partire dai sindaci di Napoli e Caserta, Rosa Iervolino e Nicodemo Petteruti che sfilano con la fascia tricolore e i gonfaloni, i presidenti delle due province, Dino Di Palma e Sandro De Franciscis, l'assessore regionale all'Immigrazione Alfonsina De Felice fino al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, accolto come una star dal corteo. In testa al corteo un cartello ricorda i nomi delle sei vittime mentre alle spalle il serpentone si snoda raccolto dietro lo striscione "Uniti contro la camorra e il razzismo". Si balla e si canta ai ritmi della musica reggae amplificata dalle casse, alternando momenti di folklore agli slogan gridati contro il caporalato e il pacchetto sicurezza del governo e per permessi di soggiorno più facili. E' una festa, cui partecipano anche mamme con carrozzine al seguito, e con le forze dell'ordine che si limitano a vigilare a distanza. Una marea di gente che commuove perfino uno avvezzo a certe manifestazioni di popolo come Nichi Vendola e che gli fa dire: "E' bellissimo, mi sono emozionato. Vedere questa gente mi ricorda certi film sui ghetti sudafricani". Sugli striscioni si legge no alla camorra, che qui è quella dei Casalesi, ma nelle parole di chi c'é sotto accusa finiscono i politici: quelli in affari con i clan, per i quali lo stesso Vendola considera l'uso dell'esercito più appropriato, e quelli al centro del duro atto di accusa del vescovo di Caserta, mons. Nogaro, anche lui al fianco degli immigrati in corteo: "La politica, come tutte le altre istituzioni, si è indebolita - ha detto il presule ai cronisti - ed è spinta, non vorrei dire guidata, dal potere camorristico. Ciò vuol dire che non è detto che il politico sia un camorrista, però deve comportarsi secondo le regole che stabiliscono i malviventi". Ma anche la Chiesa deve fare di più: "Nella nostra Campania, ad esempio, invece di fare tanto catechismo della fede si potrebbe fare più catechismo della legalità". La marcia, primo appuntamento di una tre giorni anti razzista, si è conclusa dinanzi alla Prefettura, dove una delegazione è stata ricevuta da prefetto e questore. A loro è stato consegnato un appello per regolarizzare la posizione degli immigrati residenti nelle zone in cui maggiore è il ricorso alla loro manodopera. Dall'incontro, giudicato soddisfacente dagli organizzatori del corteo, sono emersi anche l'impegno della prefettura ad aprire uno sportello per i rifugiati e a velocizzare le pratiche di rinnovo dei permessi di soggiorno. La mobilitazione è proseguita in serata con una veglia di preghiera. Almeno 5000 immigrati dormiranno stanotte a Caserta, alcune centinaia nella tendopoli allestita in zona mercato. In 55, invece, saranno ospitati da altrettante famiglie di Caserta che hanno aperto le loro case agli immigrati: forse la migliore risposta alla domanda di integrazione e convivenza levatasi oggi dal corteo.

 
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