CASERTA - A Capri il ministro Maroni è tornato sull’inquinamento della camorra nel tessuto economico della provincia di Caserta. Presente al convegno dei giovani imprenditori il presidente di Confindustria Caserta, Carlo Cicala, ha commentato: “Il ministro ha ragione. E’ tempo, ormai, di chiamare le cose con il loro nome. Voltare la testa non serve. Fingere di non vedere è anche peggio. Anzi, è colpevole almeno quanto l’indifferenza che, giorno dopo giorno, si sta impadronendo della coscienza civile, convinti come spesso siamo che le cose non si possono cambiare. I clan malavitosi gestiscono patrimoni immensi, riciclano i proventi in attività economiche. Ignorare questo fenomeno è grave prima ancora che da ingenui. Di più: i clan con le loro attività economiche distorcono il mercato, fanno concorrenza sleale. E però le attività economiche legate alla malavita organizzata non sono il tessuto produttivo della provincia di Caserta, rappresentano una sparuta minoranza, peraltro facilmente individuabile, così come sono minoranza i malavitosi rispetto alla stragrande maggioranza della popolazione perbene che vive e opera onestamente. Come imprenditori noi diciamo basta, e la mobilitazione di questi giorni, la posizione di Confindustria sugli imprenditori che non denunciano il pizzo, la manifestazione di venerdì sono la riprova di questa nostra ferma volontà di voltare pagina. Come imprenditori diciamo che la mala pianta della camorra deve essere estirpata. Con tutti i mezzi. Che bisogna reagire. Che si può reagire. Ma che, innanzi tutto, lo Stato deve volerlo”. (3 ottobre 2008-18:28)