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OSSERVATORIO STAMPA LOCALE: PAROLE SAVIANO VANNO LETTE BENE

Riceviamo e pubblichiamo: Gentile redazione, sono uno studioso di media e giustizia e, insieme ad un gruppo di persone vittime dell’informazione, abbiamo deciso di formare un «Osservatorio sull’Informazione». Per il momento non vado oltre, vi prego di pubblicare questa mia analisi supportata da ampia documentazione e di tenere riservato - per il momento - il mio cognome anche se non opero direttamente in Campania. Sono comunque a disposizione per eventuali repliche a chi chiederà la mia mail attraverso la Vs. redazione. Sono certo che pubblicherete questa mia non sottraendoVi, come è nello stile corretto giornalistico, all’opportunità di un dibattito pubblicando tutte le voci e le campane.


Ho letto con interesse tutto quanto pubblicato su web e giornali a seguito dell'intervento di Saviano a Mantova che sono apparse «pesanti», soprattutto ai giornalisti che si sono sentiti mortificati da chi si sente anche loro collega. In effetti, secondo me, Saviano voleva dire qualcosa di più profondo e forse molte cose che avrebbe dovuto dire non le ha dette. In sostanza, il dibattito che si potrebbe aprire, è quello della «leggerezza» di come si affrontano certe notizie, o come si sono affrontate: in particolare, Saviano ha mostrato titoli di quotidiani pubblicati in un determinato periodo e che hanno fatto «arrabbiare» anche l’ex direttore sentitosi chiamato in causa indirettamente. Titoli spesso non appropriati, cittadini spesso non ancora condannati messi alla gogna per il famoso «scoop» che certo non ha mai fatto entrare più soldi in tasca dei giornalisti «massacrati», come scrive nel suo editoriale anche l’ex direttore del giornale locale nel mirino di Saviano. Ho letto di vittime di violenze sessuali sbattute con nome e cognome sulle prime pagine, notizie montate con accuse inesistenti, morti ammazzati per notizie su falsi pentiti, guerre fra editori (finite poi con pax editoriali, proprio come succede fra i clan) a colpi di articoli senza gran rilievo per l’opinione pubblica, violazioni di segreti di ufficio, direttori nascosti per anni nel loro ufficio e tanta degenerazione dell’informazione. Un aspetto che non riguarda solo la provincia di Caserta, sia ben chiaro, ma anche altre realtà locali. A sostegno di ciò, ci sono maree di querele e giornalisti locali casertani condannati (per non parlare dei direttori con cumuli di pene in crescita in misura esponenziale) per l’approssimazione delle notizie pubblicate. Tristi a volte anche le difese (manipolazioni degli articoli), come leggo sul Corriere del Mezzogiorno.it sul caso della presunta donna-amante di don Diana Leggi qui
Ma i giornalisti che ora si ribellano alle parole di Saviano (il quale forse non voleva proprio parlare di veri contatti boss-giornalisti ma solo di titoli con involontari messaggi) sono ancora una volta loro stessi vittime di una specie di «sistema» editoriale al quale pochi o forse nessuno, compreso direttori, ha mai avuto il coraggio di ribellarsi: l’ex direttore del giornale locale (che ancora difende quel sistema), nel suo editoriale on line, parla di ore e ore nelle redazioni dei suoi ex giornalisti, di miseri stipendi - certamente senza ulteriori ricompensi per gli scoop (ma che senso ha oggi giorno lo scoop..se non è veramente tale…?) – a fronte spesso di querele che portano costi per spese e avvocati (che i giornali locali non mettono certo a disposizione per i giornalisti così come dovrebbe essere..). Per non parlare dei politici locali e non (alcuni dei quali con complessi di inferiorità tanto che si intimoriscono addirittura di certa stampa locale) il cui sbavare per apparire sui giornaletti locali la dice lunga sul loro profilo. Insomma, un quadro davvero degradante e desolante che forse avremmo voluto non leggere: Saviano più che sui titoli ad effetto riguardanti presunte e sicuramente inesistenti commistioni tra giornalisti e boss (questo forse è davvero esagerato), poteva forse approfondire questo aspetto che mi auguro possa essere argomento di dibattito anche con qualche convegno ben organizzato. Cordiali Saluti (Giulio V. - Costitutendo «Osservatorio sull’Informazione Locale»)

 
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