Finisce in prima pagina il rapporto tra Napoli e i giornali, dalle emergenze legate ai rifiuti al modo di raccontare l'eterna guerra della camorra. Prima sono arrivate le parole di Roberto Saviano che, dal festival della letteratura di Mantova ha scelto di raccontare la camorra attraverso i titoli di presunti giornali legati ai clan poi, a 24 ore di distanza, è rimbalzato proprio da Napoli lo sfogo di Nino D'Angelo che ha accusato la stampa di sottolineare solo gli aspetti negativi della città. Ad accendere le luci è stato lo scrittore di Gomorra, apparso a sorpresa sul palcoscenico mantovano per raccontare i suoi 695 giorni vissuti con la scorta dopo le minacce dei casalesi. Saviano ha portato con sé alcune prime pagine di due giornali locali, il Corriere di Caserta e Cronache di Napoli per "raccontare - ha detto - la quotidianità attraverso i titoli dei giornali che tradiscono i tempi della guerra che tutti i giorni si realizza nel sud Italia". Saviano ha mostrato il titolo "Don Peppe Diana era un camorrista" definendolo "il più doloroso", perché scredita un prete ucciso dalla camorra e poi ha mostrato titoli che riporterebbero messaggi dei boss. A Saviano hanno risposto oggi direzione e redazioni dei due quotidiani campani, che ringraziano lo scrittore per aver costretto la stampa nazionale ad affrontare un argomento di così rilevante importanza come la Camorra, definendo però uno scivolone, le accuse contro di loro. Lo scrittore ha però incassato la solidarietà della Fnsi e dell'Ordine dei Giornalisti secondo cui le parole dello scrittore di Gomorra "prendono di mira stavolta anche le aree di contiguità e di compromissione con gli interessi della malavita presenti all'interno del giornalismo italiano. La nostra solidarietà suonerebbe vuota e ipocrita se fingessimo di non averle lette: è del tutto evidente che chi è compromesso o anche solo distratto nei confronti della grande criminalità non ha diritto di cittadinanza nel mondo dell'informazione, che si propone invece obiettivi di tutt'altro segno, quelli della trasparenza e della denuncia". La polemica è arrivata anche nel dibattito politico, con il portavoce nazionale dell'Italia dei Valori Leoluca Orlando che si chiede: "Come è possibile che alle denunce dello scrittore Roberto Saviano, lanciate ieri al festival della letteratura di Mantova sulla contiguità tra camorra e stampa, non siano ancora seguite delle reazioni volte a fare chiarezza?", Ma accuse pesanti sul modo di raccontare Napoli sono state lanciate oggi anche Nino D'Angelo, direttore artistico della Festa di Piedigrotta, che dopo il successo dello spettacolo di ieri sera di José Carreras in Piazza Plebiscito, ha criticato i media nazionali "che hanno fatto fare il giro del mondo alle immagini di Napoli piena di immondizia, ma hanno ignorato la Piedigrotta". D'Angelo dice che Napoli "serve solo quando fa il male" e ripete un grido di dolore che era già stato anticipato qualche mese fa da Pino Daniele, secondo cui il successo de 'Il Divo' e 'Gomorra' al festival di Cannes hanno portato sulla ribalta solo il lato deteriore di Napoli: "Mi piacerebbe - aveva detto il cantautore - che si raccontasse che al Sud non siamo tutti camorristi e che non c'é solo la politica che ha portato allo sfascio".