AVERSA (Caserta) – Non convinto della dinamica dell’incidente in cui ha perso la vita il figlio adottivo di appena diciannove anni, decide di diventare investigatore per scoprire cosa è accaduto quel maledetto giovedì del 31 luglio scorso sulla strada provinciale per Ischitella, tra le province di Caserta e Napoli. Biagio Ciaramella, è un padre in lacrime e non si dà pace per quanto accaduto al figlio Luigi, un ragazzo di 19 anni che la famiglia Ciaramella adottò in Brasile a pochi giorni dalla nascita «Sono pronto anche a ricorrere al satellite, a sostenere qualsiasi spesa – dice papà Ciaramella, con voce rotta dalle lacrime - a indebitarmi, ma voglio scoprire se mio figlio ha trovato la morte da solo, o ci sono altre cause».

Investigazioni parallele

E continua: «Sono rispettoso del lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura ma, sulla morte di mio figlio, c’è qualcosa che non torna e io non dormirò sonni tranquilli finqando non lo scoprirò, anche se dovessi arrivare alla stessa conclusione ipotizzata oggi». Luigi Ciaramella ha perso la vita in un incidente stradale avvenuto sulla provinciale per Ischitella alle 7,40 del il 31 luglio scorso, mentre da Aversa (Caserta) si recava come ogni mattina a lavorare come bagnino in uno stabilimento balneare del litorale domizio. Da quel giorno il padre non ha avuto più pace e, con l’assistenza di un legale, l’avvocato Ferdinando Trasacco del foro di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha attivato le sue «investigazioni» parallele, con tanto di videoriprese e fotografie: ha documentato alcune frenate sospette sull’asfalto; ha notato della vernice di diverso colore sul lato dell’auto sospette, ha cercato inutilmente testimoni nella zona oltre ad aver notato tanti particolari che non tornano. Come la polizza assicurativa trovata inzuppata di sangue sotto la testa del ragazzo, la sparizione di 50 euro dal portafogli o quella delle sue scarpe da ginnastica mai arrivate in obitorio. Particolari che fanno pensare alla presenza di qualcuno prima dell’arrivo dei soccorsi.

Adottato in Brasile

«Mio figlio era stato adottato in Brasile – prosegue il papà Biagio Ciaramella - aveva la carnagione olivastra e con il lavoro che svolgeva sulla spiaggia era diventato ancora più scuro di pelle. Non vorrei che fosse accaduto qualcosa che non voglio nemmeno immaginare, e cioè che qualcuno non abbia pensato al solito extracomunitario evitando di intervenire in tempo. Userò tutti i mezzi legali per sapere la verità su quell’incidente e sono pronto anche a sostenere anche le spese di una foto scattata dal satellite, se esiste, per conoscere l’esatta dinamica». Stando al materiale raccolto dall’uomo, che tramite il suo legale provvederà ad inviare alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, il figlio sarebbe stato vittima di un incidente provocato da qualcun altro, forse la sua auto sarebbe stata urtata addirittura da un mezzo pesante. Un particolare che si aggiunge a quella dell’inadeguatezza della strada, peraltro provvista di alcuni pali posizionati in malo modo e di fossati che pregiudicherebbero la sicurezza stradale. Biagio Ciaramella ne è convinto e, scuotendo la testa, conclude: «Mio figlio non è uscito fuori strada da solo, c’è un’altra verità e io voglio scoprirla». (dal Corriere del Mezzogiorno del 6 settembre 2008)