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CASTELVOLTURNO: IL MEDICO SCHIAVONE (PINETAGRANDE) RACCONTA LA VITA SOTTO SCORTA


CASTELVOLTURNO (di Raffaele Sardo - da la Repubblica di Domenica 31 Agosto 2008) - «Non consideratemi un eroe. Sono una persona come tante e ho scelto di stare dalla parte dello Stato per poter assicurare a mio figlio una vita normale». Vincenzo Schiavone, medico e imprenditore di Castel Volturno, accompagnato dalla sua scorta, si è presentato ieri mattina davanti ad un centinaio di giovani che per tre giorni, da venerdì ad oggi, in un campeggio di Seiano, hanno discusso di come costruire una rete regionale anticamorra. Vincenzo Schiavone vive una vita blindata da alcuni mesi, da quando ha denunciato gli uomini del clan di Francesco Bidognetti, insieme ad un altro imprenditore del litorale domizio, Cristoforo Coppola, padre di Cristiana, vice presidente nazionale di Confindustria per il Mezzogiorno. Tutto è cominciato con il "Consorzio Rinascita", sorto con l´obiettivo di riqualificare la Domiziana. Gli uomini del clan di Bidognetti prima hanno chiesto una tangente sui lavori, poi hanno tentato di ottenere il controllo degli appalti e alla fine hanno preteso di entrare come soci nel Consorzio. Ma Schiavone (presidente del Consorzio) e Coppola hanno denunciato tutto alla magistratura. Lo sorso aprile è scattato un blitz che ha portato in carcere una cinquantina di presunti affiliati al clan, grazie anche alle dichiarazioni della seconda moglie di Francesco Bidognetti, Anna Carrino e a quelle di un nipote pentito del capo clan, Domenico Bidognetti. Da allora la reazione della cosca è stata ferocissima. Sono stati uccisi gli imprenditori Domenico Noviello, Michele Orsi, Raffaele Granata e Umberto Bidognetti, il padre del pentito. Ferita anche la nipote di Anna Carrino. Distrutta dalle fiamme anche la fabbrica di Pietro Russo, un altro imprenditore, di Santa Maria Capua Vetere, che si è ribellato ai camorristi. I ragazzi del campeggio anticamorra ascoltano la testimonianza di Schiavone in silenzio. Sono appena passate le 12. Alcuni si sono svegliati da poco e hanno rimesso a posto le tende. Altri sono ritornati dalla spiaggia per ascoltare Schiavone. Ci sono anche Lorenzo Diana, ex parlamentare Ds e l´assessore regionale Andrea Cozzolino: insieme vogliono motivare i giovani all´impegno civile. Un impegno che la politica tratta spesso con sufficienza. «Sono stato colonnello medico all´ospedale militare di Caserta; sono primario chirurgo, oncologo, e da diversi anni sono un imprenditore impegnato nel settore della sanità con cliniche a Castel Volturno, Avellino, Napoli, Aversa che occupano complessivamente quasi 700 persone. Tutto mi sarei aspettato - dice Schiavone - tranne che dover vivere una vita blindata per essere un cittadino che ha fatto il suo dovere. Certo, ho perso la tranquillità di un tempo. La famiglia, la casa, il lavoro, risentono di questa condizione. Ma, in ogni caso, vivere una vita protetta significa comunque fare una vita da cittadino libero e non da cittadino sottomesso. La mia famiglia mi sta vicino, anche se è preoccupata. Ho scelto tutto consapevolmente perché credo che non bisogna farsi intimidire. Se così fosse, in che mondo saremmo costretti a vivere?» Andrea Cozzolino, raccoglie l´intensità della testimonianza di Schiavone e rilancia con una proposta di una marcia annuale per la legalità. Lorenzo Diana sostiene, invece, che la camorra si è evoluta e le marce non bastano a dare risposte concrete. Ma è ancora Schiavone ad ottenere l´attenzione dei ragazzi presenti. «Lo Stato soffre nella lotta alla criminalità. Certamente ci sono persone meravigliose, come i miei agenti di scorta, o gli stessi ispettori alla squadra mobile, il magistrato Raffaele Cantone, il procuratore capo della Dda, Franco Roberti. Però lo Stato ha un po´ difficoltà nel potersi muovere, ha le sue lentezze, le sue lungaggini. In ogni caso - conclude - rifarei tutto. A voi ragazzi dico che bisogna avere il coraggio di fare delle scelte, ma non sentirsi mai degli eroi. Io l´ho fatto unicamente per poter guardare mio figlio negli occhi».

 
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