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ALIMENTARE, COLDIRETTI: NASCE IL PRIMO FARMER MARKET CAMPANO


CASERTA - Nasce in provincia di Caserta il primo “Farmer Market”. L’iniziativa a chilometri zero, messa in campo dalla Coldiretti provinciale d’intesa con il centro Decumano di Vitulazio, che offre prodotti agroalimentari del territorio che non devono percorrere lunghe distanze prima di giungere in tavola. La ricetta resta quella collaudata: i prodotti passano direttamente dal produttore al consumatore, senza intermediari, con la garanzia della qualità, del contenimento dei prezzi e anche della provenienza delle merci solo ed esclusivamente dal mercato locale. Il Farmer Market sarà allestito la settimana prossima in un’area di 230 mq messa a disposizione dal Decumano ed aprirà i battenti a metà settembre. «L’intenzione è di dare la possibilità ai consumatori di acquistare prodotti di qualità a prezzi convenienti, tenendo in tal modo sotto controllo l’aumento indiscriminato dei prezzi a cui stiamo assistendo negli ultimi tempi». Lo ha affermato il presidente della Coldiretti Caserta, Tommaso De Simone nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto che si è svolta stamattina presso la sede della Federazione. Il direttore della Coldiretti Marcello De Simone ha affermato: «Nel Farmer Market, gestito direttamente dagli agricoltori, produttori e consumatori che si incontrano senza alcuna intermediazione, accorciando quindi notevolmente la filiera, sarà possibile acquistare, ogni giorno, prodotti freschi di stagione, genuini, sani, sicuri, di provenienza aziendale, vale a dire la cosiddetta rintracciabilità del prodotto, tutto a “chilometri zero”. Questo è l’aspetto economico mentre quello culturale è legato alla possibilità di proporre prodotti del territorio a chilometri zero abituando i consumatori alla stagionalità e la riscoperta di alcuni prodotti che sono stati estromessi dalla grande distribuzione». Caratteristica fondamentale della vendita sarà un ottimale rapporto tra qualità e prezzo. Al nuovo mercato degli agricoltori ci sarà un’ampia scelta di frutta e verdura proveniente da quindici soci conferitori; formaggi freschi e stagionati nelle stalle locali; vini, carne e la possibilità di acquistare il latte attraverso un distributore con un risparmio di circa il 40% rispetto al prezzo praticato dal mercato della grande della distribuzione. Il nuovo progetto è stato presentato, ieri, nella sede provinciale di Coldiretti alla presenza del presidente Tommaso De Simone, del direttore Marcello De Simone e della proprietà del Decumano rappresentata dall’ingegnere Gustavo Ascione e dalle referenti: Loredana Vincenti e Stefania De Robbio. Il direttore ed il presidente della Federazione hanno spiegato, parlando con i giornalisti: «Non si tratta di una sfida o contrapposizione tra coltivatori diretti e grande distribuzione, bensì della naturale continuazione di un percorso intrapreso che stimolerà un fruttuoso confronto e dialogo tra consumatori e mondo agricolo. Una nuova consapevolezza finalizzata alla scelta di prodotti sani, genuini e sicuri dando risposte alle famiglie casertane e alle aziende. Il consumatore sarà rassicurato dall’indicazione della esatta provenienza del prodotto sistemato sugli scaffali. Ed è questo uno dei motivi, insieme a prezzi concorrenziali, che di certo indurranno il consumatore casertano ad acquistare nel Farmer market, dove sarà possibile informarsi su tutto ciò che riguarda il prodotto, dalla coltivazione alla trasformazione, dal confezionamento al trasporto. Il nostro obiettivo è di creare una rete di Farmers market su tutto il territorio casertano». «E’un modo alternativo e moderno - osserva Ascione - di affrontare il mercato, vale a dire di fare incontrare domanda e offerta senza caricare la filiera di inutili e dispendiosi passaggi. Ringrazio innanzitutto la Coldiretti che ha messo in campo quest’iniziativa, dando la possibilità alle aziende di interfacciarsi con i consumatori».(29 AGOSTO 2008-17:30)

AUMENTO DEI PREZZI, UN PIANO PER ACCORCIARE E RAZIONALIZZARE LA FILIERA

Il Presidente della Coldiretti Tommaso De Simone, rileva che in questi giorni è tornata prepotentemente alla ribalta la questione relativa ai prezzi, in particolare dei prodotti agricoli ed agroalimentari. «Autorevoli studi - spiega De Simone - tra questi in particolare quello della Banca d’Italia, ma anche Ismea e l’Autorità per la Concorrenza hanno certificato che il prezzo dei prodotti agricoli “dal campo alla tavola” arriva fino a triplicare in caso di filiera lunga. La ripresa autunnale, che rischia di aggravare il bilancio delle famiglie oltre a comprimere i consumi, non ci deve trovare impreparati. Oggi, - prosegue - siamo nelle condizioni di continuare a costruire un sistema agricolo più forte e competitivo, capace di rispondere alle esigenze degli agricoltori, ma anche nell’interesse dei consumatori e delle famiglie». A favorire la crescita dell'inflazione nell'agroalimentare e il calo dei consumi sono soprattutto le distorsioni e i troppi passaggi esistenti nel percorso dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi moltiplicano e i centesimi si trasformano in euro. Il progetto della Coldiretti di Caserta, che sta lavorando ad una strategia per semplificare e razionalizzare la filiera per rispondere alle esigenze degli agricoltori e nell'interesse dei consumatori, per affrontare l'emergenza inflazione prevede un piano che vede il coinvolgimento delle imprese agricole, e di tratta del sistema dei farmers market. « Il nostro progetto - conclude De Simone - vuole essere l'impegno concreto di Coldiretti per il rilancio dei consumi e il contenimento dell’inflazione legata all’alimentare nel nostro territorio». La metà della spesa delle famiglie italiane è destinata alla casa, alla spesa energetica e all’acquisto di prodotti alimentari. Questi i calcoli della Coldiretti basati su dati Istat. Secondo Coldiretti, a subire maggiormente gli effetti degli aumenti di queste voci sono soprattutto gli anziani over 64 che vivono soli, per i quali abitazione, energia e alimentazione assorbono oltre i 2/3 (67,2 per cento) del totale delle spese mensili, a differenza dei single con meno di 35 anni (21,5 per cento). Coldiretti avanza la sua ricetta, si tratta della realizzazione di un farmer market (mercato esclusivo degli agricoltori) presso il Decumano a Vitulazio, per la vendita diretta e senza intermediazioni dei prodotti.

ALIMENTARI ALLE STELLE: BOOM DI VENDITE ALTERNATIVE Per combattere il caro vita in Italia è boom dei canali di vendita alternativi e a farla da padrone in questo settore sono i mercati del contadino e l’acquisto in azienda agricola. Questo è quanto emerge ai dati dell’Osservatorio nazionale della spesa in campagna voluto da Coldiretti e Agri 2000, secondo i quali ben 7 italiani su 10 hanno scelto di risparmiare sulla spesa alimentare rivolgendosi direttamente al produttore o frequentando i cosiddetti mercati del contadino che periodicamente vengono organizzati in molte città. Ma anche i tradizionali mercatini di quartiere e le bancarelle cominciano ad avere un posto di rilievo nella lotta al caro prezzi e sembrano non essere più appannaggio solo di pensionati e famiglie monoreddito. Questo grazie ai prezzi di frutta e verdura nettamente inferiori a quelli praticati dalla grande distribuzione.

PERCENTUALI AUMENTI: DATI ISTAT

Gli aumenti congiunturali hanno riguardato sia i prodotti lavorati sia i prodotti non lavorati. Per quanto riguarda i rialzi tendenziali, la corsa dei prezzi è guidata soprattutto dai prodotti lavorati, che hanno messo a segno un incremento del 5,9% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso; i prodotti non lavorati hanno invece registrato un aumento del 4,8%. In accelerazione pane e cereali (10,6% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso); in particolare il pane ha registrato un aumento del 13,1%, la pasta un rialzo del 18,6%. Latte formaggi e uova hanno registrato un +8,3%, con la punta del 10,8% per il latte. La frutta ha messo a segno un incremento del 6,3%. Segnale in controtendenza, sottolineano i tecnici dell’Istat per quanto riguarda invece la carne con un lieve rallentamento del tasso tendenziale (3,7%); all’interno del comparto, il pollame ha segnato un negativo dello 0,3% congiunturale e un rialzo del 5,4% tendenziale. I prezzi alla produzione fanno un balzo record nel mese di luglio. Secondo l'Istat sono cresciuti su base annua dell'8,3%, il massimo dal settembre '95, quando il rialzo era stato dell'8,7%. Senza considerare i picchi dell'energia, l'indice risulterebbe più contenuto, con un aumento che si ferma al 4,1%. Considerando i primi sette mesi dell'anno, i prezzi alla produzione segnano un +6,9%. Quanto invece agli ultimi dodici mesi, la variazione è risultata pari al 5,5% rispetto ai dodici mesi precedenti. Guardando i vari settori di industrie la maggior variazione tendenziale è quella dell'energia: per questo raggruppamento si è registrata a luglio una variazione del 25%; seguono i beni intermedi (+4,7%), i beni di consumo (+3,9%, con il +4,2% dei beni di consumo non durevoli e il +2,8% di quelli durevoli). L'energia registra anche la maggior variazione in termini congiunturali (+1,6%). Su base mensile si registra un aumento anche per i beni intermedi (+0,2%), mentre variazioni negative interessano i beni di consumo (-0,1%, con il -0,1% dei beni di consumo non durevoli e la variazione nulla di quelli durevoli) e i beni strumentali (-0,1%).

Istat, prezzi schizzano alle stelle

Balzo dei prezzi alla produzione. A Luglio - secondo i dati dell'Istat - l'indice generale dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali registra una crescita dell'8,3%, rispetto allo stesso mese del 2007, il livello più alto dal mese di settembre del 1995 quando la crescita si era attestata all'8,7%. L'indice tendenziale è stato del +4,1%. E' ancora una volta il settore energia ad incidere sulla variazione dei prezzi alla produzione dell'industria italiana. Il raggruppamento energia su base annua ha infatti registrato un aumento del 25%, il più alto dal novembre 2000 (+26,3%). Lo precisano i tecnici dell'Istat, evidenziando che al netto dell'energia si ha infatti un rallentamento dell'indice, al +4,1% dal +4,2% del mese precedente. La variazione tendenziale dei prezzi alla produzione è dovuta, a livello di raggruppamenti, per il 60% all'energia (prodotti petroliferi raffinati, energia elettrica, gas e acqua) e per il circa il 20% ai prodotti intermedi. Il costo di produzione degli alimenti nelle imprese agricole fa segnare un aumento del 10,4% a causa dei rincari del petrolio e delle materie prime. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti, in occasione della divulgazione dei dati Istat sui prezzi alla produzione industriale, sulla base dei dati Ismea relativi a giugno 2008. La responsabilita' degli aumenti - sottolinea la Coldiretti - va ricercata sopratutto nell'impennata del prezzo dei concimi (+49%) e dei mangimi (+15%), oltre che in generale dei prodotti energetici (+10%). A registrare incrementi record - si legge nella nota di Coldiretti - sono i costi di produzione dei cereali come grano, mais e riso con incrementi del 16%. Ma rincari record si hanno anche per le coltivazioni industriali (+15%) come il pomodoro e per l'attività di allevamento per latte e carne che - conclude la Coldiretti - sono aumentati del 11% per bovini e suini.

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