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RIFIUTI, OPERAZIONE CHERNOBYL 2: 24 INDAGATI A 3 ARRESTI


Ventiquattro denunciati nelle province di Caserta, Salerno e ad Avellino, indagati a vario titolo in concorso per associazione a delinquere, traffico organizzato illecito di rifiuti, falso ideologico in atto pubblico, disastro ambientale. Tre arresti nei confronti di titolari e dipendenti di un laboratorio di analisi, l''Ecoscreening srl', sequestrato a Sant'Egidio Monte Albino, in provincia di Salerno. Nove decreti di perquisizione nei confronti di titolari di ditte e aziende che hanno beneficiato di false certificazioni emesse dal laboratorio sequestrato per poter smaltire illecitamente i propri rifiuti nelle province di Salerno, Avellino e Caserta. Questo il bilancio dell'operazione 'Carte False', condotta dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Caserta e Salerno, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Le attivita' investigative, avvenute all' indomani dell'operazione 'Chernobyl' del luglio 2007, in cui vennero eseguiti 38 fermi di indiziati di delitto e 14 decreti di sequestro di fondi agricoli, utilizzati come discariche abusive di rifiuti, hanno permesso di individuare un ulteriore livello dell'organizzazione criminale. Il laboratorio di analisi oggi sequestrato, nel corso della precedente attivita' investigativa, fu individuato come quello del quale si avvaleva l' impianto di compostaggio della 'So. ri. eco. s.r.l.' di Castelnuovo di Conza, in provincia di Salerno, per redigere certificati di analisi rivelatisi falsificati grazie alle conversazioni telefoniche intercettate all'epoca. Falsificazioni che dovevano servire far rientrare lo smaltimento dei rifiuti nei limiti di legge. Servendosi degli incaricati del laboratorio di analisi che elaboravano i falsi certificati, numerose aziende operanti nel settore dei rifiuti hanno potuto smaltire, in apparente stato di legalita', ingenti quantitativi di rifiuti speciali (fanghi), provenienti dagli impianti di depurazione della Campania. Cosi' facendo, le aziende hanno contribuito in modo determinante al disastro doloso ambientale provocato dallo spandimento dei fanghi su terreni agricoli, abbattendo cosi' in modo illegittimo i costi previsti per legge per il corretto smaltimento. Nel complesso, sono stati smaltiti illecitamente rifiuti speciali per un valore di 1,5 milioni di euro. (14 luglio 2008)

E' di un milione e 500 mila euro il giro di affari del laboratorio di S. Egidio Montalbino (Sa), sequestrato dai carabinieri del Noe, che hanno arrestato stamattina il titolare e due dipendenti a conclusione di un' inchiesta della Procura di S. Maria Capua Vetere sullo smaltimento illegale di rifiuti. 24 persone, residenti tra Caserta, Avellino e Salerno sono indagate per concorso in associazione per delinquere, traffico illecito organizzato di rifiuti, falso ideologico e disastro ambientale. Bastava pagare - secondo quanto emerso dalle indagini - per ottenere la certificazione necessario allo smaltimento di fanghi da depuratori ed altri rifiuti speciali dal laboratorio ''Ecoscreening srl''. Tra le aziende che se ne servivano c' era la ''So.ri.eco srl'' di Castelnuovo di Conza (Sa), che gestisce un impianto di compostaggio. Dalle intercettazioni eseguite dai militari e' emerso che le certificazioni venivano falsificate per far rientrare nei limiti di legge i rifiuti, che venivano poi sversati in terreni agricoli, abbattendo i costi dello smaltimento. Nove aziende clienti del laboratorio di S. Egidio Montalbino sono state perquisite dai carabinieri del Noe. Dalla documentazione sequestrata sarebbero emersi ulteriori indizi a carico del titolare della ''Ecoscreening srl'', Raffaele Giorgio, 55 anni, della segretaria, Patrizia Laudisio. 30 anni, e di un suo dipendente, Pasquale Velleca, 31, tutti arrestati. I tre hanno ottenuto gli arresti domiciliari. L' operazione condotta oggi dal Noe e' la prosecuzione dell' inchiesta avviata dal pm di S. Maria Capua Vetere Donato Ceglie che nel luglio 2007 porto' a 38 fermi e 14 sequestri di fondi agricoli utilizzati come discariche. Le indagini hanno portato anche all' identificazione di due autisti di una delle ditte coinvolte nell' inchiesta. In alcuni casi quantitativi ingenti di rifiuti venivano prelevati da navi approdate nel porto di Napoli.

 
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