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CLAN DEI CASALESI: DOPO OMICIDIO ORSI, LE TRE MOSSE DELLO STATO


Riprendere il controllo del territorio, catturare il 'gruppo di fuoco' che ha ucciso Michele Orsi e molto probabilmente è responsabile anche degli altri agguati cominciati il 2 maggio scorso con l'omicidio di Umberto Bidognetti, scovare i covi dove da anni si nascondono i superlatitanti Antonio Iovine e Michele Zagaria: è una strategia in tre mosse e che richiederà tempi lunghi quella che lo Stato ha deciso di mettere in atto contro l'attacco lanciato dal clan dei Casalesi. La prima mossa è già stata fatta: a Casal di Principe sono arrivati 54 uomini appartenenti ai reparti prevenzione crimine della polizia. Agenti che serviranno a potenziare il controllo del territorio ma, anche, a rendere più 'visibile' la presenza dello Stato mandando così un messaggio chiaro ai camorristi e dando la possibilità agli investigatori di concentrarsi solo sulle indagini. Un lavoro che si va ad affiancare a quello dei carabinieri che hanno effettuato diverse perquisizioni a casa di pregiudicati. Nei prossimi giorni, inoltre, aprirà nella villa confiscata a Dante Apicella - sempre a Casal di Principe - il presidio della squadra mobile di Caserta voluto dal capo della Polizia Antonio Manganelli: un team di 30 investigatori esperti in indagini sulla criminalità organizzata che sarà guidato da Alessandro Tocco, attuale dirigente del commissariato di Formia che in passato ha già lavorato sul clan dei Casalesi. Spetterà proprio a questo gruppo di esperti il compito di raggiungere il secondo dei tre obiettivi fissati, la cattura di quei cinque-sei latitanti ritenuti i responsabili degli ultimi attentati: i fratelli Francesco e Alessandro Cirillo, quest'ultimo detto 'O Sergente, Oreste Spagnuolo, Giovanni Letizia, Giuseppe Setola, Emilio Di Caterino. Gli investigatori riterrebbero che e' tra loro che bisogna cercare chi ha ucciso Umberto Bidognetti, colpevole solo di essere il padre del pentito Domenico, l'imprenditore Domenico Noviello, colpito il 16 maggio con 22 colpi di pistola a Castelvolturno dopo aver denunciato i clan e Michele Orsi. E sempre tra di loro sarebbero i responsabili del ferimento avvenuto il 30 maggio a Villaricca di Francesca Carrino, nipote di quella Anna Carrino compagna del boss Francesco Bidognetti, detto Cicciotto 'e Mezzanotte, che ha lanciato appelli contro la camorra e che con le sue rivelazioni ha consentito l'arresto di diversi esponenti della cosca. Il ragionamento che in queste ore fanno investigatori ed inquirenti è che, presi questi latitanti, la scia di sangue potrebbe interrompersi. E questo perché, al di là del messaggio mafioso che il clan ha voluto mandare in vista della sentenza del processo d'appello Spartacus, non è affatto escluso che la serie di agguati stia a significare che i Casalesi siano in difficoltà, anche in seguito alle forti tensioni all'interno del clan tra i fautori di un 'inabissamento' - i capi storici - e i sostenitori di un attacco diretto - le nuove leve - su come 'gestire' il momento. Quello che accade soprattutto nel ramo dei Bidognetti è indicativo: diversi, in quella famiglia, hanno cominciato a parlare e nessuno può dire con certezza, oggi, che non decida di farlo anche Cicciotto 'e Mezzanotte. Se lo facesse, le sue parole sarebbero un colpo durissimo per il clan in quanto potrebbero venire alla luce buona parte degli intrecci tra politica, imprese e camorra. Domani intanto in una Casal di Principe blindata si terranno i funerali di Michele Orsi, l'imprenditore coinvolto in inchieste su camorra e appalti che aveva deciso di cominciare a parlare con gli inquirenti ma che non aveva detto ancora abbastanza se è vera la notizia, come sottolineano fonti informate, che al Viminale non è mai arrivata una richiesta di protezione per Orsi. E sabato sarà il leader del Pd Valter Veltroni ad essere a Casal di Principe con una delegazione del governo ombra perché "davanti alla straordinaria emergenza criminalità a Casal di Principe e nella provincia di Caserta" anche l'opposizione non può restare a guardare. (4 giugno 2008)

 
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