CASERTA - (fonte La 7 - Apcom) - Sequestro di beni del valore di 30 milioni di euro al clan dei Casalesi. L'operazione, condotta nel Casertano dal Nucleo tributario della Guardia di Finanza di Napoli, è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea. Le indagini, che hanno portato al blocco di terreni, appartamenti, auto e quote societarie, sono state condotte con l'ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali. Ad aiutare gli investigatori anche alcuni collaboratori di giustizia che hanno fornito indicazioni sulle attività illecite condotte da esponenti di spicco del gruppo criminale dei Casalesi. I beni sono stati sottratti a imprenditori o prestanome riconducibili ai gruppi 'Ligato-Lubrano' e 'Perreca-Delli Paoli' del clan camorristico dei Casalesi, attivi nella provincia di Caserta. Le indagini hanno avuto ad oggetto le attività imprenditoriali e i beni riconducibili alle famiglie Ligato-Lubrano, gruppi delinquenziali dell'area di Pignataro Maggiore e Sparanise. Commerci che vanno dall'ingrosso di medicinali, autoveicoli, acque minerali, bibite oltre alla gestione di internet point e investimenti immobiliari. A seguito di complesse indagini si è ricostruito anche il ruolo dei fratelli Antonio e Alessandro Acconcia. I due riciclavano nelle imprese da loro gestite il denaro provento illecito delle attività gestite dal clan. I magistrati della Dda di Napoli hanno ricostruito che i due ricevevano in cambio 'protezione' rispetto a richieste estorsive o concorrenza sleale da parte di altri clan. (13 maggio 2008-16:50)
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