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ANTIMAFIA, TAORMINA FA DOMANDE SULLO ZIO DEL DEPUTATO DIANA. SINISTRA LASCIA


Uno dei componenti della Commissione antimafia in visita a Caserta, l'onorevole Carlo Taormina è stato contestato dai rappresentanti del centro sinistra all'interno della commissione stessa per aver fatto delle domande ai pm su alcuni camorristi casertani fra cui Giacomo Diana (assistito dallo stesso Taormina e avocato Irace) peraltro zio del deputato Lorenzo Diana, pure nella commissione antimafia. Un atteggiamento che i membri del centro sinistra hanno denunciato abbandonando i lavori.


VIETATO FARE LE DOMANDE AI PM

Tra gli altri episodi denunciati dai rappresentanti del centro sinistra Enzo Ceremigna, dello Sdi, Giannicola Sinisi, della Margherita, Nicki Vendola, capogruppo di Rifondazione Comunista, Alessandro De Franciscis, Udeur-Ap, Giuseppe Lumia e Lorenzo Diana dei Ds, il fatto che "si sono incardinati comportamenti al limite dell'intimidazione nei confronti di magistrati particolarmente esposti nella lotta alla mafia". Secondo i parlamentari del centro sinistra complessivamente si tende a trasformare la commissione Antimafia in "un poligono di tiro mirato non sulle attività mafiose, ma incredibilmente sugli operatori di legalità". "La commissione - è stato sostenuto nel corso dell'incontro con i giornalisti - deve essere invece un punto di raccordo decisivo tra Stato e società civile ed una protezione per tutti i presidi di legalità, a cominciare dalla Procura della Repubblica e dalle Forze dell'Ordine". "Siamo - hanno continuato - in un territorio in cui il potere dei clan si configura con uno straordinario sistema economico ed imprenditoriale dotato di una temibile potenza di fuoco. Si può, nel casertano, verificare una inadeguatezza dello Stato nella sua opera di contrasto. Basta dire della insufficienza di organici nella magistratura e nelle forze dell'ordine e l'assoluta difficoltà di contrastare i patrimoni e la ricchezza della camorra. Il clan camorristico dei Casalesi che opera non soltanto nel casertano e nel Basso Lazio, ma che ha anche diramazioni in altre città d'Italia e paesi stranieri sono una delle mafie più capaci di espandersi e rappresentano una ipoteca terribile per la democrazia per questo territorio". "Sono pochi - hanno detto i parlamentari di centro sinistra - gli uomini impegnati nella ricerca di latitanti e i boss incarcerati nonostante il regime detentivo continuano ad impartire ordini ai loro eserciti. Qualcuno dovrebbe capire che questi sono i nemici e non certo quelli della Dda o di altri corpi specialistici di polizia".

 
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