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CASO MOZZARELLA ALLA DIOSSINA: INTERROGAZIONE EURODEPUTATO VENTRE


L'Europarlamentare Riccardo Ventre vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali, e della Sottocommissione per i Diritti dell'Uomo, ha presentato una interrogazione parlamentare alla Commissione Europea, con riguardo alla legittimità del blocco alla trasformazione del latte bufalino in mozzarella, disposto dal ministro Livia Turco su indicazione della Commissione stessa; oltre 400 aziende e caseifici della regione Campania vedrebbero così una semplice operazione di monitoraggio trasformarsi in un vero e proprio sequestro cautelativo. L'onorevole Ventre ha precisato che le aziende in questione, oltre al regolare controllo per la certificazione DOP da parte delle aziende sanitarie locali, operano una forma più che avanzata di autocontrollo, e che tale controllo incrociato avviene quasi sempre nei medesimi laboratori. Ha inoltre obiettato che la quantità di latte che rischia di essere sprecata può arrivare a 500.000 tonnellate, mentre i siti di stoccaggio sono ormai pieni.

Il testo dell'interrogazione dell'Eurodeputato Riccardo Ventre

La vicenda della diossina in Campania ha del paradossale. La totalità dei caseifici che produce mozzarella DOP per il mercato europeo effettua una serie di controlli aggiuntivi, rispetto a quelli "ordinari" svolti dalle ASL. In realtà in ottemperanza alla legge 155/97, che recepisce la direttiva comunitaria n. 2004/4/CE, già da qualche anno tutti i caseifici svolgono una serie di analisi in autocontrollo, per garantire la salubrità e la sicurezza alimentare. Le analisi in autocontrollo effettuate sulle diossine sono svolte dai pochissimi laboratori riconosciuti a livello europeo; per tanto tutti i campioni, sia quelli ufficiali (delle autorità sanitarie) sia quelli in autocontrollo sono materialmente effettuati negli stessi laboratori. L´ordinanza che il Ministro Turco ha predisposto in queste ore, su indicazione della Commissione Europea, prevede l´effettuazione delle analisi sul latte in 400 caseifici, ed il blocco della trasformazione fino al rilascio negativo delle analisi per la ricerca delle diossine. Tale blocco opera in sostanza come un sequestro cautelativo. Il sistema produttivo italiano, per garantire la massima trasparenza e la migliore affidabilità di un sistema già molto rigido e rigoroso, suggerisce di non espletare le analisi sui soli 400 caseifici interessati, ma sulla totalità dei (circa) 1800 allevamenti presenti. Tuttavia, bloccare la produzione di mozzarella sul comparto bufalino solo della provincia di Caserta vuol dire rischiare di buttar via 500 tonnellate di latte. Ciò in ragione del fatto che manca materialmente la disponibilità dei siti di stoccaggio per il latte, tutti già pieni da alcune settimane, proprio per via della crisi dei consumi provocata dalla psicosi diffusa. Se il blocco durasse solo 10 giorni, tempo in cui dovrebbero essere ultimate e consegnate le analisi del livello di diossina (ma si ricorda che nell'ultimo monitoraggio i campioni del 4 e del 5 marzo sono stati consegnati solo il 27 marzo, 23 giorni dopo) la quantità di latte da stoccare nella sola provincia di Caserta sarà pari a 5.000 tonnellate. Inoltre (e questa é la cosa che rende ancora di più impensabile l'utilizzo dello strumento del sequestro cautelativo) le 5.000 tonnellate di latte dovrebbero essere stoccate in tanti contenitori quante sono le partite di latte interessate, vale a dire ben 1800. Essendo le analisi in questione mirate ad un monitoraggio generale, e non al verificare specificamente la presenza di diossine, lo strumento del sequestro cautelativo non può in alcun modo essere preso in considerazione. (1°aprile 2008-17:48)

 
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