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SPARTACUS, ROBERTI: ISTANZA BOSS E' ATTACCO A MAGISTRATURA, DI RIFLESSO A STAMPA

A pochi giorni dalle 'gravi espressioni offensive', così giudicate dal Pg della Corte di Appello e contenute in un'istanza di legittima suspicione avanzata dai boss Francesco Bidognetti e Antonio Iovine a mezzo del loro legale, Michele Santonastaso, si registra la 'replica' dello Stato con sequestri e arresti eseguiti da carabinieri, polizia e guardia di finanza nei confronti proprio del clan di Bidognetti. Intanto, il coordinatore della dda Franco Roberti parla di attacco alla magistratura che di riflesso ha colpito la stampa. Nell'inchiesta che ha portato agli undici arresti ed ai sequestri si parla anche di un legale che concordava strategie difensive con gli affiliari del gruppo


CASERTA - Una "strategia di delegittimazione": rientrano in tale ambito le minacce rivolte nei giorni scorsi nei confronti dell'ex pm Raffaele Cantone, dello scrittore Roberto Saviano e della giornalista del "Mattino" Rosaria Capacchione, dai boss dei Casalesi Francesco Bidognetti e Antonio Iovine in una istanza di remissione del processo, presentata da un avvocato. Così il procuratore aggiunto Franco Roberti, coordinatore della Dda di Napoli, ha spiegato l'iniziativa adottata nell'aula bunker di Poggioreale, dove si sta svolgendo il processo di appello, dei Casalesi. Il magistrato è intervenuto sull'argomento nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare l'operazione contro i beni e gli esponenti del clan attivo in provincia di Caserta. Dopo aver definito "infondata" l'istanza sotto il profilo giuridico, Roberti ha sostenuto che essa rappresenta "un attacco alla magistratura inquirente per la gestione dei collaboratori di giustizia". Il procuratore aggiunto ha "espresso l'auspicio di una presa di distanza da parte dell'avvocatura napoletana nel suo complesso "rispetto a quanto affermato in aula dal legale dei due boss. "E' un attacco alla magistratura e solo di riflesso agli operatori della comunicazione". Per Roberti il lavoro dei giornalisti che operano "con grande coraggio" è "intollerabile" per il clan. Il magistrato ha poi rivendicato la correttezza dell'operato della procura ("pronti a dimostrare in tutte le sedi l'assoluta trasparenza e rigore nella gestione di tutti i pentiti, nessuno escluso"). Il procuratore aggiunto ha inoltre sottolineato che le minacce in aula rappresentano "un segnale trasversale, per offrire rassicurazioni ai Casalesi detenuti, un richiamo all'unità sul terreno dell'attacco alla magistratura e un invito a non cedere, anche se detenuti in regime di 41 bis, all'idea di collaborare con la giustizia". I Casalesi "sanno che sta per concludersi il processo e temono la conferma degli ergastoli che possono diventare definitivi". E nessun capo dei casalesi "é pronto al carcere a vita e a farsi spogliare dei beni: sono disposti a tutto pur di ribaltare l'epilogo che vedono avvicinarsi". Anche il procuratore Giovandomenico Lepore è intervenuto sull'argomento. "Respingo le accuse, si strumentalizza il processo per lanciare proclami, e questo sarà valutato nelle sedi opportune".

...E l'altro Bidognetti (pentito) ora si accorge che i camorristi sono buffoni

" La camorra è il male assoluto e i camorristi solo dei semplici buffoni". Lo scrive Domenico Bidognetti, cugino di uno dei capi storici del clan dei casalesi Francesco, detto "Cicciotto 'e mezanotte'',condannato all' ergastolo e collaboratore di giustizia, in una lettera indirizzata al pm della DDA di Napoli, Giovanni Conzo. Il magistrato è intervenuto a Casal di Principe ad un incontro con gli studenti dell' area aversana, nell' anniversario della morte di don Giuseppe Diana, il sacerdote ucciso 14 anni fa mentre si apprestava a celebrare la Messa. "Basta solo una denuncia - ha scritto tra l'altro Bidognetti - per farli impaurire come conigli che scappano". "L' invito del pentito ai giovani - ha affermato Valerio Taglione, coordinatore di 'Libera' - è chiaro: "Se siete figli di imprenditori dite a vostro padre di denunciare coloro che si presentano a chiedere tangenti, di non dare mai appoggio a queste persone e mai ospitalità quando ne hanno bisogno per coprirsi la latitanza; dite di non scendere a patti con loro, di non fare da prestanome né di lavorare in società con loro, perché il mafioso senza il fiancheggiatore non è nessuno e non può arrivare da nessuna parte".

I particolari del sequestro dei beni e degli 11 arresti

Terreni, società attive nel settore edilizio e della produzione di bitume, un'azienda per la vendita di apparecchiature elettroniche e informatiche. Ed ancora: appartamenti a Casal di Principe, due imprese di pompe funebri, auto costose, e una pista di go-kart che il boss volle realizzare a Castel Volturno dopo averne vista una simile durante una vacanza. Sono stimati in venti milioni di euro i beni, intestati in massima parte a prestanome, del clan dei Casalesi sequestrati oggi dalla Dia e dal Gico della Guardia di Finanza. I provvedimenti di urgenza sono stati firmati dal procuratore aggiunto Franco Roberti e dai pm della Dda Antonio Ardituro, Giovanni Conso e Michele Del Gaudio nel corso di una indagine sulle attività del potente clan della provincia di Caserta. Nel corso dell'operazione è stato fermato Giovanni Lubello, 32 anni, genero del boss Francesco Bidognetti, soprannominato Cicciotto è mezzanotte. Gli investigatori hanno raccolto numerosi elementi sia dagli accertamenti patrimoniali sia dalle dichiarazioni di alcuni pentiti. Di particolare rilievo sono risultate le conversazioni in carcere di Bidognetti, detenuto in regime di 41 bis, e la convivente Anna Carrino, poi divenuta collaboratrice di giustizia. I due durante i colloqui parlavano soprattutto della gestione del patrimonio, nonché delle spese per le necessità familiari e per pagare gli avvocati del collegio difensivo. Altri elementi sono stati acquisiti dalle rivelazioni dei pentiti Domenico Bidognetti e Luigi Diana, nonché dalle conversazioni che il boss ha avuto in carcere con il genero Lubello. Con il familiare il boss parlava, tra l'altro, del rapporto "con i difensori di alcuni affiliati per la determinazione delle strategie processuali utili all'organizzazione". "Il colloquio mensile - hanno poi spiegato gli inquirenti - finisce per rappresentare uno dei vettori principali, se non esclusivo, attraverso i quali vengono portate all'esterno del luogo di detenzione le direttive di quei capi clan, come Bidognetti, che conservano un potere di intervento e spesso l'ultima parola nelle vicende del gruppo criminale". Tra i beni sequestrati (molti dei quali sono attribuibili alla proprietà di Bidognetti e dell'altro capoclan Franceasco Schiavone "Sandokan") vi sono una Audi coupé utilizzata dal figlio 18enne del boss e una pista di go-kart sul modello di un kartodromo che Bidognetti vide durante una gita in Abruzzo. Dalle indagini è emerso che un azienda del clan ha fornito attrezzature informatiche per un valore di 15mila euro a una azienda per lo sviluppo e la sicurezza del territorio ("Agrorinasce") , partecipata da un consorzio di comuni della provincia di Caserta, tra i quali Casal di Principe, che del resto gode, come sottolineano gli inquirenti, già di un congruo contributo economico da parte del dipartimento di polizia. Le forniture paradossalmente erano destinate alla cosiddetta "Università della legalità" che ha sede a casal di Principe nella vecchia abitazione sequestrata a un esponente del clan. Nel corso dell'operazione, i carabinieri hanno fermato a Lusciano, nel Casertano, cinque affiliati al clan che stavano per attuare un'estorsione ai danni del titolare di un bar mentre la squadra mobile di Caserta ha fermato altre sei persone, tra cui Raffaele Bidognetti, figlio del boss, per il tentativo di estorsione ai danni di un albergatore. In entrambi i casi le vittime si erano rivolte alle forze dell'ordine, un esempio - sottolineano gli investigatori - di una pronta reazione dello Stato che si ottiene quando i cittadini denunciano i reati.

A Casal di Principe ricordato Don Diana

A Casal di Principe, promossa da "Libera" una manifestazione ha ricordato don Peppino Diana, il sacerdote casalese ucciso dalla camorra 14 anni fa, nella sacrestia della chiesa San Nicola di Bari, mentre si preparava a celebrare la Messa. Il comitato che porta il nome del sacerdote afferma che gli studenti di Caserta e dell' agro aversano "con la loro massiccia presenza a Casal di Principe hanno scelto da che parete stare", hanno testimoniato "il desiderio di vivere in una società diversa hanno ribadito la possibilità di sconfiggere la camorra e di farlo tutti insieme, come una comunità sana e solidale". Casal di Principe - ha detto una studentessa del liceo scientifico di San Cipriano d'Aversa, rivolgendosi al pm della DDA di Napoli Giovanni Conso - "non può essere sempre e solo ricordata come il paese della camorra, ma deve essere il paese di don Diana, il paese di tante forze positive e gente onesta".

Bassolino e Gabriele e don Merola commentano operazione

Secondo il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino "l'operazione portata avanti oggi dalla Squadra mobile di Caserta e dalla Dda di Napoli contro il clan dei Casalesi è un risultato importantissimo perché colpisce una rete criminale di estorsori contro cui cominciano ad aumentare le denunce degli imprenditori". "Gli arresti e il sequestro dei beni operati di oggi, insieme alla diverse operazioni messe a segno nelle ultime settimane nell'area del casertano - secondo Bassolino - testimoniano la determinazione dello Stato a entrare nelle roccaforti camorristiche colpendo le ricchezze dei clan e i loro affari". "Tutto questo - conclude il governatore della Campania - può incoraggiare tanti altri imprenditori a ritrovare il coraggio e la dignità per opporsi al potere criminale". "Ho appreso con gioia la notizia che la polizia di Caserta ha assicurato alla giustizia altri 11 camorristi. Mi compiaccio con le forze dell'ordine per aver dimostrato ancora una volta che lo Stato è presente ed attento a difendere i suoi valori". Così don Luigi Merola, l'ex parroco di Forcella ha commentato in una nota la notizia dell'arresto di altri esponenti del clan dei 'casalesi'. "Questa è la strada giusta da seguire. I tanti sacrifici degli uomini della Polizia - ha aggiunto - che spesso sono costretti ad allontanarsi dalla famiglia e dai propri cari, sono evidenti, ma danno sempre i loro buoni frutti". "Grazie di cuore a tutti gli uomini delle forze dell'ordine che ogni giorno servono lo Stato con umiltà e senso del dovere. Fortunatamente - conclude don Merola - ho avuto modo di capire, durante gli incontri nelle scuole di tutta Italia, che i giovani apprezzano molto il lavoro della Polizia e dei carabinieri e sono desiderosi di legalità". L'assessore regionale all'Istruzione Corrado Gabriele esprime "profondo apprezzamento" per gli arresti emessi stamattina ai danni del clan dei casalesi. "Dopo sei mesi - sottolinea l'assessore - dall'invio della mia lettera a Iovine e Zagaria, in cui li invitavo a venire a spiegare le ragioni dell'antistato in occasione dell'inaugurazione dell'anno scolastico 2007-08 a Casal di Principe - alla presenza dello scrittore Roberto Saviano e del Presidente della Camera Bertinotti - oggi giunge una risposta dall'antistato stesso. A parlare è il pentito Bidognetti, che si è finalmente scusato con tutta la cittadinanza per i gravi danni che l'organizzazione ha arrecato a quelle terre, interrando veleni e strozzando il tessuto produttivo della Campania. "Tra gli 11 arrestati di questa mattina - aggiunge l'assessore - è presente un membro della famiglia Bidognetti e questo la dice lunga sulla difficoltà di estendere le collaborazioni di giustizia in un clan in cui il capofamiglia si pente e i figli e i nipoti continuano invece a delinquere senza remore. Gli arresti di oggi segnano un punto di non ritorno nella parabola discendente che sta attraversando il clan dei casalesi da due anni a questa parte. Un merito di tutti, dei cittadini, delle istituzioni, delle forze di polizia e dei magistrati, che con costanza e abnegazione hanno prima acceso i riflettori su una realtà criminale sconosciuta ai più, e poi colpito i vertici dell'organizzazione che - è bene ricordarlo - si è resa protagonista dei maggiori disastri ambientali avvenuti in Campania", conclude l'assessore all'Istruzione. (19 marzo 2008-21:30)

 
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