Le telecamere che aveva installato in casa e che gli consentivano dalla camera da letto e dalla cucina di controllare la strada di accesso alla sua abitazione, in una zona centrale di San Cipriano d'Aversa (Caserta) non sono servite al latitante Eugenio Martino, 39 anni, del luogo, ritenuto legato al clan camorristico dei "Casalesi" per sottrarsi alla cattura. Agenti della squadra mobile e del posto fisso di Casapesenna lo hanno bloccato in casa, precludendogli ogni via di fuga. Il pregiudicato, infatti, accortosi della presenza degli agenti, si è prima nascosto sui tetti di un palazzo confinante ed ha, poi tentato, sempre attraverso i tetti, di far perdere le proprie tracce. Nei confronti dell'arrestato il Tribunale di Napoli ha emesso un'ordinanza confermativa di custodia cautelare in carcere con l'accusa di associazione per delinquere, finalizzata alla produzione e commercio di documenti di identità, tra cui patenti, polizze di assicurazione, carte d'identità e permessi di soggiorno falsi. Martino è imparentato con la famiglia Schiavone, che è a capo del clan dei Casalesi, e in particolare con Francesco Schiavone, omonimo e cugino di 'Sandokan', ancora ritenuto al vertice dell'organizzazione. Dal 2000 al 2002, l'uomo, secondo le indagini della squadra mobile sull'attività del clan dei "Casalesi", fornì carte d'identità ed altri documenti a latitanti dell'organizzazione, già da allora operante non solo nel Casertano ma anche nel basso Lazio e con collegamenti in altre parti d'Italia ed all' estero. Eugenio Martino è stato associato al carcere di S.Maria Capua Vetere. (28 febbraio 2008-23:28)
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