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CASERTA, ALIMENTARE: PFL FILIERA BUFALINA, PRESENTATO PIANO ATTUATIVO


CASERTA - Sicurezza alimentare, ambiente ed energia rinnovabile: sono queste le tre azioni poste alla base del rilancio della filiera bufalina in provincia di Caserta. Tre capitoli, le cui azioni di intervento passano, il primo, attraverso il Patto formativo locale della filiera bufalina; e gli altri due, attraverso uno specifico contratto di programma che è in avanzata fase di elaborazione. Al via, dunque, il primo step, il Piano attuativo del Pfl della filiera buafalina è stato illustrato, oggi, presso Confindustria Caserta, dal delegato Bruno Cortese ai partners dell’iniziativa: istituzioni locali (Provincia, Comune, Seconda Università e Consorzio di tutela), associazioni datoriali, ordini professionali di settore, centri di ricerca, scuole e sindacati di categoria. Il Patto formativo, in particolare, coinvolgerà 355 addetti di cui 150 saranno nuovi assunti, individuati in tre profili formativi: ecomanager, tecnico di filiera e operatori di filiera. Nei primi due casi si tratterà di alta formazione (essendo riservati i corsi proposti dalle aziende a laureati e a tecnici di laboratorio), mentre nel terzo caso sarà riservata soprattutto ai profili professionali della ristorazione e dei punti vendita dei prodotti (maitre, direttore di filiale, addetto alle vendite, cuoco, cameriere, pizzaiolo, barman, rosticciere, addetto alla contabilità generale ed industriale). A disposizione del Patto formativo locale ci sono risorse per un milione e 672 mila euro, di cui poco più di un milione e 350 mila euro rivolto alle azioni formative, così finalizzate: circa 231 mila euro per formazione finalizzata all’accrescimento del capitale umano e di riduzione delle cause di svantaggio sociale; poco più di 145 mila per formazione continua; e, infine, la quota più consistente – poco più di 978 mila euro – per formazione finalizzata all’inserimento lavorativo. Entrato nella fase attuativa, con la costituzione – una settimana fa – del raggruppamento temporaneo dei soggetti promotori (Confindustria Caserta, nella qualità di soggetto capofila, Comune di Caserta, Provincia di Caserta, Seconda Università e Consorzio di Tutela mozzarella di bufala dop), il Patto formativo locale della filiera bufalina ha davanti a sé tempi strettissimi, ormai, per il raggiungimento degli obiettivi fissati. “Entro la fine dell’anno – ricorda infatti Bruno Cortese, presidente della sezione Alimentari di Confindustria Caserta, e delegato dall’associazione datoriale alla gestione del Patto – dovranno essere concluse tutte le fasi. Si tratta, per certi aspetti, di una corsa contro il tempo, ma ce la faremo. Tutta l’operazione, infatti, ha un senso se si colgono i due obiettivi che ci siamo posti: la crescita culturale di alcuni segmenti della filiera e, soprattutto, la creazione di 150 nuovi posti di lavoro”. Nel mentre sarà esaurita la fase formativa, si diceva, sarà affrontata anche la fase relativa al contratto di programma. “Ovviamente – continua Bruno Cortese – anche su questo fronte non siamo all’anno zero, benché i settori di intervento, recupero e tutela dell’ambiente e produzione di energia rinnovabile, richiederanno sicuramente interventi più complessi, che peraltro già sono stati studiati e analizzati da aziende associate a Confindustria Caserta. E su cui abbiamo già avuto modo di confrontarci con il ministro Luigi Nicolais, qualche mese fa, nel corso di un convegno sul tema”. (25 febraio 2008-16:58)

 
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