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LUTTO CITTADINO AD ODERZO PER MILITARE CASERTANO MORTO IN AFGHANISTAN


Oderzo (Treviso) - Un Tricolore alla finestra delle case per ricordare il sacrificio di Giovanni Pezzulo. Cosi' ai familiari del primo maresciallo ucciso ieri in un agguato in Afghanistan piacerebbe venisse accolta la salma del loro caro al rientro in Italia. E cosi' sara' sicuramente ad Oderzo, il paese del trevigiano dove Pezzulo risiedeva con la moglie e la figlia 18enne. Una bandiera italiana ad ogni balcone, come gesto di solidarieta' per un uomo che credeva nella pace, ''ed era orgoglioso di quello che faceva'', ha raccontato oggi la giovane figlia, Giusy. ''Papa' - ha ricordato - era in Afghanistan per portare la pace, non era la prima volta che andava all'estero: tutti i giorni ci mandava le foto di quello che faceva con i bambini nelle scuole che ricostruivano''. Oderzo sara' vestita di tricolore gia' da domani, quando nel tardo pomeriggio e' previsto l'arrivo della salma del maresciallo all'aeroporto 'Canova' di Treviso, dopo l'autopsia a Roma, decisa dal procuratore aggiunto Franco Ionta e dal pm Giancarlo Amato, del pool antiterrorismo della capitale, che hanno aperto un fascicolo per il reato di attentato con finalita' di terrorismo. Gli operai del Comune di Oderzo erano gia' al lavoro stamani per disporre circa 200 bandiere che l'amministrazione municipale ha voluto esporre, raccogliendo il desiderio espresso dalla vedova, Maria D'Agostino. Il maresciallo, e' stato spiegato, aveva un forte attaccamento alla bandiera italiana, sia quando era in Patria, sia durante le missioni ''fuori area''. Pezzulo, originario di Carinola, in provincia di Caserta, abitava ad Oderzo da una decina d'anni. Oggi il Comune - che ha proclamato il lutto cittadino e intitolera' una strada al mareciallo - si e' preparato per i funerali, che si celebreranno sabato mattina nel Duomo in forma solenne, presenti, tra gli altri, il ministro Parisi e i vertici militari. La camera ardente sara' allestita invece nell'aula Nassiriya della caserma 'Fiore' di Motta di Livenza, sede del Cimic Group South, dove prestava servizio Pezzulo. Gia', Nassiriya: un filo inquietante lega il nome della citta' irachena a Giovanni Pezzulo. La mattina della strage del 12 novembre 2003 il maresciallo era li'. Si salvo' per un caso fortuito, perche' passo' davanti alla base italiana 15 minuti prima che scoppiasse l'inferno.(14 febbraio 2008-22:55)

 
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