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CLAN DEI CASALESI: UNA DONNA GUIDAVA IL GRUPPO, DICHIARAZIONI DI FORGIONE


Blitz anticamorra, all’alba di ieri, con cento carabinieri che hanno eseguito tra le province di Caserta, Napoli, Perugia, Taranto e Pordenone 16 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone ritenute affiliate al «gruppo Marano», considerato organicamente inserito nel clan dei Casalesi, la potente organizzazione che gli investigatori ancora considerano capeggiata da Francesco Schiavone, detto «Sandokan», nonostante sia da diecu anni in carcere al regime di 41 bis. I provvedimenti restrittivi, che hanno riguardato anche una donna, Annunziata Iannone, di 38 anni, cognata del capozona di San Marcellino, Giorgio Marano ritenuta una sorta di capoclan del gruppo di Giorgio Marano. Quest’ultimo, pregiudicato di 47 anni, coinvolto nell’inchiesta «Spartacus», è considerato elemento di primo piano dell'organizzazione. Tra gli arrestati anche un militare dell'Esercito, Giuseppe Magliulo, di 27 anni, di San Marcellino, in servizio a Sacile, in provincia di Padova. I provvedimenti sono stati emessi dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, che ha coordinato le indagini condotte dai carabinieri del Gruppo di Aversa. Per gli investigatori la partecipazione di una donna nell'esigere estorsioni a nome del clan, rappresenta uno degli elementi più significativi dell'indagine «perché, consente di ribadire quanto divenga sempre più importante la figura femminile nel clan dei casalesì storicamente poco incline ad affidare simili ruoli alle donne». Gli arrestati a vario titolo sono accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate, porto e detenzione di armi e di munizioni, lesioni personali, riciclaggio e ricettazione. Le estorsioni, hanno spiegato nel corso di una conferenza stampa, il procuratore aggiunto, Franco Roberti, i sostituti Antonello Falcone ed Esposito, ed il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Carmelo Burgio, sono state portate a termine non soltanto tra imprenditori, commercianti dell'agro aversano, ma anche nelle limitrofe province di Latina e di Frosinone, a conferma , dell'espansione del gruppo criminale casertano in altre province italiane, soprattutto nel Basso Lazio e nel Frusinate. A capo del gruppo, Giorgio Marano, il quale, secondo le risultanze delle indagini, sebbene sottoposto alla sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno a Cassino (Frosinone), fin dal 2002 avrebbe continuato a dirigere l'organizzazione criminale. Le indagini furono avviate dai carabinieri del Gruppo di Aversa, attualmente diretti dal maggiore Francesco Marra, dopo l'omicidio di Antonio D'Alessio, un affiliato al clan. La Direzione antimafia di Napoli e i carabinieri, sulla base anche di intercettazioni telefoniche ed ambientali sono riusciti a ricostruire l'attività estorsiva dell'organizzazione, estese anche nel napoletano. Tra gli arrestati Raffaele Iovine di 40 anni, detto «Occhi di ghiaccio», ritenuto il braccio destro del boss, il marito della Iannone, Salvatore Fioravante, di 35 anni e Franco Bianco, di 35 anni, di Casal di Principe. Per il presidente della commissione Antimafia Francesco Forgione, l'indagine dei carabinieri e della DDA di Napoli che ha portato agli arresti compiuti oggi conferma la perdurante pericolosità del clan dei casalesi». Forgione, che commenta l'operazione contro la camorra portata a termine oggi a Caserta, aggiunge. «Ci sono due elementi che devono far riflettere ed attirare l'attenzione: il continuo tentativo di espandersi ed insediarsi nel basso Lazio ed il nuovo dato dell'assegnazione anche alle donne di un ruolo reale nelle attività del clan. Io spero - è l'auspicio di Forgione - che le forze sane della società di quelle zone siano capaci di far partire anche lì una reazione forte contro questa cosca, contro cui lo Stato ha già riportato brillanti risultati catturando e portando a condanna molti capi. Altri sono ancora latitanti e bisogna continuare a dargli la caccia senza sosta». (

 
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