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CASERTA, EMERGENZA AMBIENTALE: BOVE, COME ELIMINARLA IN 6 MOSSE


Caserta (di Giosuè Bove - segretario della federazione provinciale di Caserta del PRC) - L'ormai drammatica situazione dei rifiuti in Campania è stata determinata non solo da una sciagurata gestione "commissariale", ma anche dall'ignoranza e l'incapacità di molte amministrazioni comunali. Alla scelta di Regione e Commissariato, industrialista, falsamente semplificatrice e veramente subalterna alla Fibe, si è aggiunta l'ignavia di quegli enti locali che non hanno fatto niente per affrontare la situazione. Quando noi dicevamo: "la differenziata si può fare, e risolve il problema" ci guardavano come i soliti illusi: "non è vero" "è un fallimento", "non siamo ancora pronti", "comunque alla fine ci vogliono gli impianti, allora tanto vale buttare tutto dentro...". Tutte scuse, per ignoranza o malafede. Ma per fortuna non tutti agivano in quella maniera. E così in Campania ci sono adesso 150 comuni piccoli e medi (su oltre 400) che fanno più o meno bene la differenziata. A 30 km da Caserta, a Mercato San Severino (più di 20 mila abitanti), comune governato dal centro destra (dunque non sto sponsorizzando nessuno), non c'è l'ombra di un sacchetto a terra. E Mercato confina con Sarno, altro comune di centro destra, dove invece i rifiuti arrivano al primo piano. Qual'è il trucco? Semplicemente un buon sistema di differenziata secco-umido e raccolta porta a porta, con una card a tutti gli utenti e la possibilità di accumulare punti e pagare di meno la tariffa "scaricando" sacchetti con i codici a barre personalizzati, che se li consegni direttamente all'isola ecologica valgono doppio. E poi "il contorno": buoni contratti con i riciclatori che ogni giorno ritirano i materiali differenziati dall'isola, una struttura comunale di trasferenza per l'umido (conferito anch'esso quotidianamente nell'impianto di compostaggio) e per la frazione indifferenziata secca, che va in discarica o ai CDR. C'è voluto poco. E ci vorrebbe poco per farlo anche da noi, come dimostrano esperienze altrettanto valide nel casertano, come Roccamonfina, Vairano Patenora, Francolise ... Se avessimo fatto questa scelta, invece di stare a sentire i soloni di turno che tuttora ci governano, non avremmo questa vergogna civile da portare come una croce. E' l'ora della responsabilità: affrontare l'emergenza, certo, ma con grande attenzione al futuro. 1. Prima di tutto bisogna sistemare le ecoballe in strutture industriali dismesse, le più idonee ad ospitare in fretta e bene questi ingombranti frutti della follia del piano regionale; 2. In questo modo, e questa è la seconda mossa, è possibile liberare i CDR che potrebbero riprendere a funzionare; 3. Nel frattempo per togliere i rifiuti dalle strade è possibile utilizzare scarrabili da sistemare su piazzole pavimentate coperte da tettoie di protezione dalla pioggia, servite da impianti di captazione che mandano il percolato in vasche a tenuta; 4. Contemporaneamente il Commissariato deve cedere subito poteri e risorse alle provincie che ne fanno richiesta, con l'obbligo per queste di realizzare almeno un impianto di compostaggio e una discarica controllata (a recupero di gas) ogni 200-300 mila abitanti, da situarsi nelle aree industriale: solo in Campania si pensa di utilizzare le aree agricole o urbane per le discariche e i siti di stoccaggio, mentre in tutto il mondo civilizzato sono le aree industriali a ospitare le strutture di riciclaggio e smaltimento, non fosse altro perché già attrezzate a fronteggiare l'impatto ambientale; 5. E' necessaria serietà e fermezza: bisogna sciogliere le amministrazioni comunali che nel corso del 2008 non attuino la raccolta differenziata almeno secco-umido e in tutto o in parte con il metodo porta a porta, che non realizzino l'isola ecologica cittadina, che non abbiano contratti con i riciclatori, o che non provvedano alla realizzazione (non in zona agricola o urbana) di strutture coperte comunali o intercomunali di trasferenza per l'umido e per il secco indifferenziato. 6. Infine bisogna ridurre i rifiuti a monte. Ci vuole una legge regionale subito per la tassazione degli imballi, che incentivi il "vuoto a rendere" e penalizzi "l'usa e getta". L'effetto si vedrà a medio termine, ma è un'asse strategica fondamentale. Il piano regionale e la gestione commissariale sono falliti sotto il peso dell'arroganza, dell'ignoranza e del malaffare. E' ora che si torni subito alla gestione ordinaria, ma senza nascondersi dietro il dito. Cominciando a fare sul serio e senza più sconti per nessuno, uscendo innanzitutto da quelle amministrazioni irresponsabili che vogliono continuare a tergiversare. (4 gennaio 2008-17:37)

 
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