In questa fase dell' Operazione "Vie Libere" massima attenzione è stata rivolta al contrasto dei reati inerenti la tratta di esseri umani "finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, anche in pregiudizio di minori". Nel dare una sintesi dell'attività di questa fase dell' operazione, un comunicato del Ministero spiega che il modulo operativo ormai collaudato, per fronteggiare con maggiore incisività i fenomeni riguardanti i cosiddetti "reati di strada", costituisce "un'efficace risposta alla richiesta di tutela della gente nelle diverse realtà metropolitane". L'operazione della Polizia di Stato si è svolta in particolare in 16 regioni, ed ha coinvolto le città di Alessandria, Ancona, Ascoli Piceno, Asti, Bari, Bologna, Campobasso, Caserta, Crotone, Firenze, Genova, Latina, Lucca, Mantova, Milano, Messina, Modena, Napoli, Palermo, Prato, Reggio Emilia, Roma, Sassari, Taranto, Torino, Terni, Trento, Varese, Venezia e Vicenza. L'attività degli agenti, viene spiegato, ha riguardato anche il soccorso ed il reinserimento sociale delle donne vittime della tratta di esseri umani, che denunciando i propri sfruttatori hanno contribuito fattivamente alle indagini di polizia. Sono state inoltre oggetto di controlli e verifiche le attività di produzione e vendita di prodotti manifatturieri che finiscono sulle bancarelle delle città, spesso prodotti in laboratori "dove vengono impiegati immigrati, anche clandestini, in condizioni alle volte assimilabili alla riduzione in schiavitù"