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LA TRAGEDIA DEI RIFIUTI NEL CASERTANO: DISCARICA SU FATTORIA SOCIALE


Pignataro Maggiore (Caserta) - (di Toni Mira da Avvenire di Mercoledi 28 Novembre 2007) - Una discarica di rifiuti su un terreno confiscato alla camorra. No, non è l’ennesimo oscuro affare delle ecomafie ma una vicenda che vede protagoniste le istituzioni. Invece del pergolato il percolato. Invece di una fattoria sociale un’enorme discarica. Invece dei ragazzi disabili le ecoballe. L’interminabile emergenza rifiuti in Campania non smette di offrire incredibili storie, proprio come questa. Servono nuovi siti per le ecoballe di rifiuti? Le si metta su un terreno confiscato alla camorra. E non importa se su quel terreno esiste da tempo una fattoria sociale che ospita sette persone svantaggiate. E non importa che il progetto sia stato già finanziato dalla regione Campania con circa un milione di euro. Incredibile ma vero. Tra oggi e domani sarà presa una decisione. Tutto comincia attorno all’enorme deposito di Taverna del Re, al confine tra i comuni di Giugliano (Napoli) e Villa Literno (Caserta). Qui da sei anni vengono depositate le enormi ecoballe, blocchi cilindrici da una tonnellata di rifiuti che escono dai sette impianti di Cdr (combustibile da rifiuti). Dovevano essere bruciati nei termovalorizzatori ma questi non sono mai stati costruiti (l’unico, ad Acerra, forse entrerà in funzione nel 2008). E così se ne sono accumulate più di due milioni, enormi piramidi che ormai occupano 350 ettari. Inoltre gli impianti di Cdr operano male e così invece di combustibile da rifiuti, selezionato ed essiccato, le ecoballe contengono rifiuti che imputridiscono facendo colare liquido, il cosiddetto percolato. Una vicenda che ha provocato una crescente protesta degli abitanti sfociata nelle scorse settimane con sit in davanti alla discarica. Così è arrivato l’impegno da parte del commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, il prefetto di Napoli Alessandro Pansa, di chiudere l’impianto entro il 20 dicembre. Ma da qualche parte le ecoballe devono pur finire. Così Pansa ha chiesto che ogni provincia indicasse delle aree. Di fronte alle solite proteste, il prefetto ha deciso di usare i poteri che gli sono stati concessi e ha indicato lui alcuni luoghi. Per Caserta è stato scelto il comune di Pignataro Maggiore. Due le alternative: una cava dismessa in località Carità e un terreno chiamato "Cento moggi" nella zona di Torre Tortello. Peccato che si tratti, appunto, di un terreno confiscato al clan dei Nuvoletta, la cosiddetta "masseria Areanuova" e assegnato al consorzio Icaro che riunisce associazioni e cooperative sociali. Nella lettera del 19 novembre al sindaco di Pignataro Maggiore il prefetto, dopo aver indicato le due alternative, scrive: «Ritengo di sottolineare come la seconda delle soluzioni prospettate, comportando la rapida e concreta utilizzazione di un bene confiscato alla criminalità, porti in sé una particolare valenza simbolica in termini di riaffermazione dei principi di legalità». Ma lì c’è la fattoria sociale, un progetto concreto, al punto da aver ottenuto un finanziamento regionale, in base alla legge campana sui beni confiscati. Circa un milione di euro col quale è già stata ristrutturata la casa e presto lo sarà anche il capannone adiacente. Da giugno nella "fattoria sociale Areanuova" è attivo un centro diurno che segue per ora sette persone svantaggiate (presto saliranno a sedici) che seguono un percorso di formazione-lavoro in 4campo agricolo. Il progetto prevede, inoltre, l’apertura di un "gruppo appartamento" residenziale per utenti dell’ex ospedale psichiatrico giudiziario. Per tutto questo la casetta è già stata restaurata e attrezzata con parte dei finanziamenti regionali: il piano terra ospita gli utenti semiresidenziali, il primo piano quelli residenziali, il secondo ospita l’alloggio del custode. E i lavori agricoli sono già partiti. I terreni sono stati lavorati e sono stati acquistati i semi da usare per la coltivazione del grano. E preso arriveranno un trattore, con relativi attrezzi agricoli, e un sistema di allarme collegato con una società di vigilanza privata. Infine l’11 novembre è stato aperto il cantiere per la recinzione dei terreni. Insomma un progetto che, dopo anni di difficoltà, sembrava proprio decollato. Strano che tutto questo non sia stato detto al prefetto. Strano che neanche la Regione glielo abbia comunicato.

 
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