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CASERTA, PARTITO DEMOCRATICO IN CAMPANIA: ANALIS E CONTROANALISI

Riceviamo e pubblichiamo un intervento in merito ad un'analisi sulla elezione del segretario del Partito democratico pubblicata nei giorni scorsi vedi qui


Caserta (di Pasquale Buanne) - Caro Antonio Lepore, leggo con attenzione le sue analisi riguardo le vicende politiche casertane, ritrovando sempre la stessa chiave di lettura dal sapore chiaramente manicheo, una divisione tra buoni e cattivi, migliori e peggiori, leader o peones, che diventa sempre più intensa quando l’oggetto dell’analisi riguarda alcuni leader politici nostrani. Mi preme sottolineare come questa visione stia diventando, a mio modesto parere, sempre di più una costante nelle analisi di diversi commentatori politici, con il pericolo di delegittimazione degli avversari politici che è la negazione di qualsiasi dialettica politica fondata sul reciproco riconoscimento. Per fugare qualsiasi dubbio o ambigua interpretazione, chi scrive è stato un sostenitore della candidatura di Tino Iannuzzi alla segreteria regionale ritenendo questa scelta quella che meglio di ogni altra potesse rappresentare la sintesi delle posizioni politiche in campo, a fronte di altre autorevoli candidature tra cui quella del presidente De Franciscis. Massimo rispetto ovviamente delle opinioni espresse. Tornando a bomba sull’argomento dell’analisi di Lepore, cioè l’elezione del coordinatore provinciale, credo che si sia persa un’altra occasione per parlare finalmente di contenuti che sono stati purtroppo latitanti in questo tourbillon elettorale prima regionale e poi provinciale. Sono convinto che sabato scorso molti delegati sono ritornati a casa provando un sentimento di delusione misto a rabbia per le tante cose non dette e che si sarebbero potuto dire, immagino delegati che si sono presentati con l’intenzione di contributi importanti e che sono stati mortificati in riunioni più o meno inconcludenti, recitando loro malgrado un copione di cui era scritto il finale, una prova di forza, una conta a cui nessuno ha voluto sottrarsi. Non cediamo alla tentazione di dare pagelle o aggettivazioni ai protagonisti di una dura competizione, sarebbe poco generoso e poco rispettoso nei confronti di tutti quelli che si sono impegnati. Come credo non renda merito allo stesso presidente De Franciscis l’eccesso di partigianeria che spesso si manifesta tra i sostenitori. Indugiare sul riconoscimento della leadership è pleonastico, come detto in tempi non sospetti De Franciscis è un leader del PD senza bisogno nè di candidature regionali nè provinciali. Ma è un fatto grave, e la responsabilità è di tutti, non aver posto in campo i pressanti problemi con cui il Partito Democratico deve confrontarsi e dare risposta, dall’emergenza rifiuti, a piani di sviluppo che comprendano armonicamente le pressanti esigenti ambientali, le emergenze sociali, e da un punto di vista politico istituzionale dare risposte nette alle tante realtà territoriali dove le componenti del PD sono collocate anacronisticamente le une contro le altre. Si può e si deve chiedere questo al nostro coordinatore provinciale De Franciscis, di dare risposte, di aiutare il PD casertano a diventare quel luogo di confronto e non di scontro. Si può e si deve chiedere all’onorevole Squeglia e Ubaldo Greco di evitare che il Partito Democratico, diventi un partito personale. Si può e si chiede a tutti di impegnarsi a far crescere un Partito Democratico che scelga le risposte giuste. (28 novembre 2007-11:35)

 
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