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AVERSA (CASERTA): INTIMIDAZIONI AGLI IPPICI DEL CIRIGLIANO, PROTESTE


AVERSA – Il secondo ippodromo per volume di scommesse in Italia, il «Cirigliano» di Aversa, al centro di presunte infiltrazioni malavitose e violenze fisiche: mercoledì scorso, per attirare l’attenzione delle istituzioni, gli ippici avevano incrociato le braccia rifiutandosi di svolgere le corse al trotto. Oggi, invece, sempre in segno di protesta per lo stesso motivo, le corse partiranno con un quarto d'ora di ritardo. Lo ha annunciato ieri l’avvocato Francesco Gragnaniello, presidente nazionale dell’Upt, l’Unione dei proprietari di trotto che a nome del gruppo chiede «un intervento deciso e non rinviabile sulla delicata questione, da parte dell'Unire e delle forze dell'ordine». Più di una denuncia, in merito ad alcuni inquietanti episodi, è stata presentata anche in passato ma non è dato sapere se si tratta di indicazioni generiche o se sono state formulate accuse ben precise. In ogni caso, le parole di Gragnaniello, non lasciano dubbi. «Vogliamo che si possa correre serenamente, senza danneggiare ulteriormente un comparto già pesantemente penalizzato – afferma il presidente dell’Upt - il nostro sogno sarebbe quello di riportare l'ippica a livelli di qualità e di avere una certa trasparenza ma adesso è veramente un sogno». E qui arriva la denuncia: Gragnaniello sottolinea che sabato scorso, ad esempio, «alcuni personaggi sono riusciti a entrare, chissà come, nei recinti dove sono ammessi solo guidatori ed artieri ed hanno esercitato le loro pesanti pressioni. Martedì scorso, alcuni dei sette driver che avevano deciso di ritirarsi da quella corsa, sono stati picchiati nel centro di allenamento di Licola mare». Quanto alle gare truccate, aggiunge il presidente dei proprietari di trotto, denuncia che «ci sono cose che anche un bambino capirebbe». Domani, intanto, c'é l'appuntamento ad Aversa con i gentlemen ma Gragnaniello esclude che si possa correre. «Così ci hanno detto i guidatori. Del resto sarebbe un controsenso dare il via libera a questa corsa. Non è cambiato nulla». Sempre secondo quanto denunciato, atti di violenza sarebbero stati compiuti nei confronti di guidatori che non intendono assoggettarsi ai voleri della camorra che eserciterebbe pressioni continue. Erano state le categorie professionali Upt, Angat e Unagt - con un documento diffuso nei giorni scorsi – a proclamare di fatto, con lo slogan «Uniti contro la violenza», il blocco delle competizioni nell'ippodromo. «Le categorie professionali - è scritto nella lettera-denuncia - proclamano l’astensione dalla dichiarazione dei partenti in esito alla persistente infiltrazione malavitosa tendente ad alterare il risultato delle corse. Il ripetersi di fatti incresciosi, come le violenze fisiche subite da più proprietari, allenatori, e guidatori, non consente la continuazione dell’attività professionale. Per l’ennesima volta - prosegue la nota - si invita l’Unire ad adottare tutte le misure più opportune, in quanto dopo gli interventi di febbraio scorso, che avevano riportato regolarità e tranquillità nel settore, non vi sono stati più controlli adeguati, malgrado le continue denunce delle categorie. Si chiede pertanto un urgente incontro con Commissario, Segretario Generale e Direttore Tecnico Unire – conclude la nota - per discutere il fenomeno che, peraltro, sembra avere risvolti secondari su tutto il territorio nazionale». In passato, l’ippodromo aversano è stato al centro di alcune vicende giudiziarie in relazione ad alcune inchieste su scommesse e camorra e sul doping nell’ippica. (23 novembre 2007-08:58) (da Il Mattino edizione Caserta)

 
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