Caserta - I militari del Comando Carabinieri per la Tutela Ambiente e del Comando Provinciale di Caserta
hanno proceduto al sequestro della discarica di Lo Uttaro, sita nell’omonima località del Comune di
Caserta, ove vengono ancora conferiti i rifiuti solidi urbani provenienti dall’ex impianto CDR di
S.M. Capua Vetere (CE).
Il provvedimento, eseguito dai Carabinieri del NOE ed emesso dal GIP presso il Tribunale di
S.Maria Capua Vetere dott. Raffaele PICCIRILLO su richiesta del Sostituto Procuratore della
Repubblica dott. Silvio Marco GUARRIELLO, si inquadra in una più generale attività di controllo
sulla gestione dei rifiuti condotta dai citati NOE nell’ambito della Provincia di Caserta.
Nelle motivazioni del sequestro, frutto del lavoro investigativo dei carabinieri del NOE, sono
evidenziati diversi comportamenti illeciti. In particolare i rifiuti conferiti nella discarica di Lo
Uttaro - provenienti tutti dall’ex impianto CDR di S. Maria Capua Vetere - presenterebbero
concentrazioni di idrocarburi e di carbonio organico disciolto 1 tali da dover essere classificati
come: “rifiuti speciali pericolosi per la classe di maggiore pericolosità H14 2. Come tali essi
avrebbero potuto essere conferiti solo in discariche per rifiuti pericolosi dopo essere stati
preventivamente sottoposti a trattamento. La discarica di Lo Uttaro invece era destinata ad
accogliere esclusivamente rifiuti “urbani non pericolosi” e quindi non avrebbe mai potuto accettare
tale tipologia di rifiuti.
1 Il “Carbonio Organico Disciolto” (DOC) rappresenta una frazione del “Carbonio Organico Totale” (TOC) ed i suoi
valori superiori ad 80 mg/l (limite previsto dal D.M. 03/08/2005 per il conferimento in discarica) indicano la presenza
di un elevato contenuto di materiale organico biodegradabile non stabilizzato e quindi potenzialmente più inquinante.
2 “Ecotossico”: sostanze e preparati che possono presentare rischi immediati o differiti l’ambiente
Il primo effetto è stato l’inquinamento di parte della falda sottostante. I risultati delle analisi
effettuate dai Carabinieri del NOE sulle cosiddette acque di falda nei pozzi di ispezione, presenti
intorno all’area di discarica, hanno mostrato significativi indici di contaminazione da fluoruri, ferro,
manganese ed altri composti cancerogeni a fronte della quale non sono stati interrotti i conferimenti
di rifiuti.
Tale effetto discende inoltre dalla inidoneità ambientale dell’area, già utilizzata quale discarica fino
al 1993, a ricevere ulteriori rifiuti in assenza di adeguate strutture di impermeabilizzazione del
fondo e di altre opere di contenimento. In particolare, secondo gli accertamenti del NOE, la
profondità dell’invaso aveva raggiunto i 30 metri (contro i 15 previsti nell’autorizzazione regionale)
in una zona nella quale la falda acquifera scorre a 27/28 metri rispetto al piano di campagna. Le
successive opere di adeguamento sono state realizzate in fretta, in modo approssimativo e
comunque non idoneo a garantire la risoluzione dei problemi creatisi nel corso degli anni.
Ad oggi, secondo quanto verificato dai Carabinieri del NOE, il volume dei rifiuti trattati
nell’impianto ha superato le 200.000 tonnellate.
Da qui l’emissione del provvedimento di sequestro, volto innanzi tutto ad impedire il
proseguimento dei conferimenti di rifiuti pericolosi a Lo Uttaro ed il conseguente peggioramento
della già critica situazione ambientale e prodromo alla messa in sicurezza d’urgenza per individuare
ed isolare le fonti di contaminazione per evitare la diffusione delle sostanze pericolose nelle acque
sotterranee. Attività questa resa difficile dal fatto che l’invaso della discarica di Lo Uttaro insiste su
un’area di circa 22.000 mq ed attualmente ha una volumetria di 300.000 mc.
La discarica, chiusa il 7 novembre u.s. con ordinanza del Sindaco di Caserta, era stata riaperta il
successivo giorno 9 dal Commissario Delegato per far fronte alla perdurante situazione
emergenziale dei rifiuti in Campania ed era tuttora in attività.
Ad oggi, la discarica di Lo Uttaro, insieme a quella di Macchia Soprana, è uno degli unici siti di
conferimento finale dei rifiuti prodotti in Campania.
Nel contesto della stessa indagine, 12 persone tra amministratori, funzionari pubblici ed
imprenditori sono stati indagati per reati che vanno dal traffico illecito di rifiuti alla gestione di
rifiuti non autorizzata, dal falso ideologico alla frode in pubbliche forniture fino al disastro
ambientale.
(20 novembre 2007-09:26)
|