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INFORMAZIONE A CASERTA,OPERAZIONE EDITORIALE DIETRO CHIUSURA GIORNALE PICCIRILLO


CASERTA - Quaranta persone, tra le quali diversi disoccupati con figli, cacciate via in tronco e senza spiegazioni plausibili. E senza umanità alcuna. Tra esse ci sono molti collaboratori e veri e propri redattori di pagine che da sette anni lavoravano alacremente. In tutto questo l'affossamento della sua creatura, "Il Giornale di Caserta", durato sette anni, che proprio nell'ultimo periodo si stava imponendo in modo autorevole tra le istituzioni e tra i lettori della provincia, non tanto nel numero di copie vendute quanto per la qualità del prodotto. In queste brevi considerazioni si racchiude, in pratica, il provvedimento, per molti scellerato ed incomprensibile, dell'editore Pasquale Piccirillo che ha deciso di chiudere il Giornale di Caserta; secondo quanto si apprende sarà per l'ultima volta in edicola il 30 novembre per lasciare spazio ad un altro improbabile progetto che si chiamerebbe "Buongiorno Caserta", composto da due giornali in uno, in un format cosiddetto apanino: una prima parte con pochissime pagine di Caserta (impensabile poter competere con gli altri quotidiani di Terra di Lavoro a queste condizioni visto il mercato già saturo) ed una seconda parte a carattere regionale. Un'altra novità clamorosa: Giuseppe Venditto viene sostituito come direttore responsabile da Franco Genzale, ex vertice della redazione avellinese del Mattino e tuttora direttore del Buongiorno Irpinia, sempre edito da Piccirillo. Da quanto si apprende nel nuovo progetto ci saranno solo giornalisti tuttora sotto contratto, per gli altri, cioè tutti i collaboratori e i redattori esterni, non ci sono alternative: tutti "mandati in strada". Da quel che si apprende la tensione è alta nella redazione del giornale di via Vivaldi; sono amareggiati soprattutto coloro (basti pensare ai numerosi collaboratori dello sport) che per sette anni, dalla nascita del quotidiano, hanno prestato la loro opera continuamente e con grande impegno (malpagati e spesso mortificati nella dignità personale e professionale) per la testata di Piccirillo, che, evidentemente, ha pensato bene di ripagare questo lavoro scrupoloso di circa 40 persone cacciandole senza neppure un preavviso, con una semplice comunicazione dei vertici amministrativi e con la firma di una sorta di documento di liberatoria. "Ci rivolgeremo all'Assostampa di Napoli e all'Ordine dei Giornalisti per tutelarci e salvaguardare il posto di lavoro", fanno sapere alcuni dei collaboratori e dei redattori esterni cacciati, che a quanto pare sarebbero pronti a coalizzarsi per una vertenza comune contro Piccirillo. Muore una testata comunque prestigiosa per lasciare spazio ad un progetto forse senza futuro. Questo, secondo quanto si apprende, sarebbe alla base della tensione esistente in questi giorni nel "Giornale di Caserta". Neppure l'editore del Corriere di Caserta Maurizio Clemente, in passato arrestato per estorsione a mezzo stampa, ha mai licenziato quaranta persone contemporaneamente. "Solo Piccirillo poteva superare Clemente nelle esagerazioni- dicono alcuni collaboratori del Giornale di Caserta cacciati - un'epurazione di massa che solo lui poteva fare come ha già fatto talune volte in un passato anche recente". Del resto, Pasquale Piccirillo, è stato sempre l'uomo dei mille cambiamenti e dei mille ripensamenti: appena 10 mesi fa ci fu l'ennesima rivoluzione della serie con la "scopiazzatura" dei master di pagina del Mattino; oggi un altro radicale e scellerato cambiamento di fronte. Ai collaboratori e ai redattori esterni cacciati va la nostra soliedarietà e quella, si pensa, di altri. Per il resto cosa dire: "Addio Giornale di Caserta, Buonanotte Caserta altro che Buongiorno". (14 novembre 2007-18:05)

 
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