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A GIUDIZIO CAPITANO DEI CARABINIERI CASERTANO: MALTRATTAMENTI A MILITARI


Avrebbe spintonato un brigadiere che gli aveva chiesto una licenza per un grave lutto familiare, negandogli la licenza e dicendogli: "Non rompere i c..., vai a lavorare"; contro altri due militari avrebbe lanciato cicche di sigarette spente, un altro lo avrebbe obbligato a raccogliere da terra e dal piazzale le cicche; molti altri li avrebbe offesi con frasi impronunciabili anche da chi è abituato al crudo linguaggio militare: per questi ed altri motivi il gup del tribunale militare di Bari ha rinviato ieri a giudizio il capitano dei carabinieri Luca Staro, di 31 anni, originario di Capua, in provincia di Caserta, per quattro anni, dal 2003 al 2006, comandante della compagnia dei carabinieri di Triggiano (Bari), dove si sarebbero svolti i fatti contestati dal pm militare Manfredi Dini Ciacci. Ora Staro è in servizio alla compagnia di Ancona. Le accuse (contenute nei 16 capi d'imputazione) sono di minaccia, ingiuria e violenza ad inferiore, anche mediante maltrattamenti ai danni di 17 militari. In due casi le vittime delle presunte ingiurie del capitano Staro hanno fatto ricorso alle cure mediche e il loro "stato d'ansia reattivo" è stato giudicato guaribile in 18 e 20 giorni. Al capitano sono contestate anche le accuse mosse a due suoi sottoposti che l'ufficiale riteneva responsabili di non fare arresti durante il lavoro in pattuglia. Questi furono accusati, tra l'altro, di aver "rubato" per 27 anni l'uno, per 24 l'altro, "soldi allo Stato" senza aver fatto nulla. Insomma, avevano "braccia rubate all'agricoltura". Le accuse più pesanti - secondo l'accusa - sono quelle mosse ad un maresciallo che veniva offeso quotidianamente con pesanti epiteti del tipo: "ignorante", "stamattina che sei venuto a fare a lavorare?", "congedati", "vecchio rimbambito vattene in pensione", 'rimbambito cosa stai a fare, vattene a casa''. Al maresciallo erano dirette - secondo l'accusa - anche le pesanti offese che il capitano scriveva sui post-it che apponeva alle pratiche che il sottufficiale, ogni mattina, portava in visione al suo comandante per le correzioni. Scriveva il capitano: "testa di c...", "non capisci niente", "non hai capito un c...'", "come al solito sei un c...". E per concludere una esortazione: "Vai a dormire e sogna di essere un maresciallo dei carabinieri". Il capitano è pronto a dimostrare la sua innocenza. (31 ottobre 2007-19:20)

 
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