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CASERTA, GIORNALISTA A TUTTI I COSTI: LAUREATA IN COMUNICAZIONE SCOPRE TRUFFA

Una giovane casertana viaggia in rete per trovare lavoro, e s’imbatte in un truffatore. Maria Del Vecchio, giovane laureata in scienze delle comunicazioni, racconta la sua esperienza-fortunatamente finita bene


Caserta (di Maria Del Vecchio) - “Mi aggiravo raminga nei meandri degli annunci del web-interinale; pochi mesi di peregrinazione, ma ho già dalla mia un'ampia gamma di simpatiche proposte di lavoro in cui la semantica si fa optional...così leggi " cercasi account manager per settore marketing" ma in realtà devi capire che vogliono uno sfigato qualunque che faccia il porta a porta tentando di appioppare il folletto fino al penultimo piano di un palazzo senza ascensore della frazione di roccacanuccia-ovest. Se vedi operatore di telemarketing outbound, stai sicuro che ti metteranno davanti la pagina di elenco telefonico di Casal di Principe, per "propagandare indispensabili corsi per la patente europea del computer ". Già me la immagino: pronto signora Iovine, quanti figli ha? Sette e sono tutti dentro. Ah allora passatemeli che li intervisto subito subito..come dice? No, signora, non devo scrivere nessun libro, mi devo guadagnà i 3,5 euro di giornata.. signora... Beh ritornando all’ultimissimo annuncio, nel mio consueto giro di www.ulisslavorà.com, mi imbatto in un curioso, annuncio di "stage formativo per aspiranti giornalisti pubblicisti". Il corso è a numero chiuso e alla fine da la possibilità di iscriversi all'albo...mmm, però che strano, non c'è un'ombra di riferimento nè all'organizzazione esecutrice, nè un nominativo cui rivolgersi. Mah, io in ogni caso chiamo, in fondo il giornalismo è stato sempre il mio sogno nel cassetto. 338 4057...E' un cellulare..(si narra che nei lontani anni ottanta, quando Bin Laden lavorava per la CIA, e Luciano Moggi parlava ancora al walkie talkie, il buon zingarelli definiva cellulare "l'autoveicolo della polizia utilizzato per il trasporto detenuti"). Andiamo bene, madre semantica mi lancia inconsulte associazioni subliminali: un bravo reporter si vede anche dalla diffidenza cronaca....ma il mio brainstorming dura il tempo di 2 squilli, poi mi risponde un tal "Dottor Cavalieri". Chissà perché, anche questo nome mi ricorda qualcosa...ma non ho tempo di pensarci: voglio sapere del corso, quanto dura, dove si fa, ma soprattutto se alla fine avrò i miei momenti di glorioso scoop come Robert Redford e Dustin Hoffman in "Tutti gli uomini del Presidente", o finirò a fare le pulizie al Gazzettino di Roccacannuccia-land (senza neanche un folletto in dotazione, per giunta)? Vabbè omettendo di dire le ultime castronerie mentali citate (capitemi in una testa disoccupata anche quei pochi neuroni lavorano "a chiamata") cedo la parola al sedicente dottore, il quale inizia a prodigarsi in uno sproloquio sull'insostenibile leggerezza dell'"essere-tesserati all'Albo": è per questo che il corso assicurerebbe la collaborazione per ben 2 ANNI con tante illustri testate (ma non me cita neanche una), e garantirebbe la retribuzione a norma di legge, con tanto di ritenuta d'acconto ed F24. Non è tutto: il fortunato aspirante giornalista che accetti di frequentarlo potrà spedire i settanta articoli che occorrono direttamente da casa propria via telematica! Prima che il buon Cavalieri continui a sciorinarmi presunti vantaggi del "reporter da salotto", e casomai mi offra in dotazione una batteria di pentole acciaio inox 18/10, decido che è giunto il momento di interromperlo. Forse non ha capito CHE VOGLIO SAPERE le benedette 5 W: dove quando come, chi e perché organizza questo benemerito corso. A questo punto lui tergiversa, mi propone anche un appuntamento da vicino, ma io incalzo: una sede ed un ente che organizzi lo stage ci dovrà pur essere, o è tutto user-friendly? Il caro Cavalieri finalmente mi da delle risposte. E che risposte: il corso si farà a Napoli presso un non-identificato ufficio del "centro direzionale" (d'altronde, roba da frazione di roccacannuccia: quattro casupole e 10 persone), ma soprattutto HA UN COSTO. Ok, penso io, è arrivato il momento della verità (o quasi, visto che non c'è verso di cavare un quid di concreto dal mio interlocutore). Taratatan: il tutto per la modica, irrisoria, esigua cifra di euro SEIMILA da versare in comode rate di TREMILA all'anno. Il nobile Cavalieri capisce dall'onda sussultoria che si propaga dalla mia alla sua cornetta che non sarei propiamente entusiasta all'idea di fare un mutuo per pagarmi l'iscrizione all'albo. Non che preferisca l'ipotesi-domestica al Gazzettino, (la carta simil-pergamenata che mi hanno dato in segreteria non credo possa fungere da mocho vileda all'occorrenza)...più che altro mi sembra un tantino anomalo che da un lato si dica che l'aspirante giornalista deve essere retribuito a norma di legge, e dall'altro gli si chieda di vendere un rene per pagarsi due anni e/o settanta articoli. Come dice signor Cavalieri? Ah non sono due anni? Ma, no!! Cosa vado a capire, il mio futuro talent-scout mi ricorda che il corso non dura due anni, bensì DUE MESI. Mi si perdoni l'incontinenza verbale, ma a questo punto non posso astenermi dal commentare, e così mi sbottono, dicendogli che in questa storia mi sembra proprio che si siano invertiti tutti i ruoli: uno stage di due anni che in realtà dura due mesi, i giornalisti in erba che dovrebbero essere pagati almeno un minimo sindacale, e invece sono loro a dover sganciare fior di quattrini, e poi tutto il contesto è talmente fumoso che..pronto, pronto,pronto?! Ho appena scoperto perchè Jakobson la chiama "funzione conativa", per cui il dire pronto ad un telefono muto equivale a "compiere elemento allitterativo di congiunzione propedeutico all'inizio di una comunicazione". Oltre ad essere un grande semiologo, il russo più temuto dagli studenti di scienze della comunicazione era anche un bontempone del doppio senso. Ad un giorno esatto dalla mia trash-conversazione il conato mi è passato, ma mi rimane un disturbo per così dire "gastrointestinale". Forse Shopenhauer ci aveva azzeccato: il mondo non è che rappresentazione fallace, una proiezione inutilmente illusoria di ciò che si vorrebbe che fosse. Eppure,quando se ne rende conto, l'essere umano è già entrato nel vortice di un pessimismo esiziale. Come me: filosoficamente disillusa, sognavo il watergate e mi ritrovo davanti a ben altro tipo di water. (17 ottobre 2007-20:45)

 
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