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CASERTA, SUCCESSO PRIMARIE? PER VENTRE E' UBRIACATURA. SOLO EFFETTO MEDIATICO


Caserta (di Riccardo Ventre, Eurodeputato) - Calato il sipario su quello che, nato come avvenimento politico, è diventato solo avvenimento mediatico, ossia le primarie del Partito Democratico, giova fare qualche riflessione sulle stesse. La cosa che balza di più agli occhi, soprattutto come dato sociologico, è l’ubriacatura sull’ottimo esito della partecipazione al voto che, partita come legittima propaganda dei dirigenti di Margherita e D.S., si è trasmessa come un tam tam nell’immaginario collettivo, perfino nei politici del centro destra. Provo invece a dimostrare come questa partecipazione sia assolutamente esigua e come essa dimostri la debolezza intrinseca del nascente partito. Si è incominciato infatti a parlare di queste primarie da molti mesi e le cronache politiche quotidianamente hanno fatto riferimento al 14 ottobre come giorno che apriva i balconi alla nuova era; giornali, televisioni, persino straniere, manifesti murali, concorrenza accesa tra i candidati ai vari livelli hanno reso queste primarie delle vere e proprie elezioni politiche con una sola autonomia: candidato era un solo partito. Se questo è il presupposto il risultato sarebbe dovuto essere almeno quella di una corrispondenza, o quasi, tra i voti delle primarie e quelli che il nascente P.D. conseguirà nelle elezioni politiche. Ciò stando le cose il P.D. si avvia a conseguire alle politiche, nel migliore dei casi, il 7,45% che è la percentuale di tre milioni e mezzo sugli elettori nell’ultima competizione politica. Ancora più miserevole è il risultato di casa nostra dove l’attuale presidente della Provincia aveva messo in campo, con tutti gli strumenti immaginabili, una macchina da guerra che, a giudizio dei protagonisti, avrebbe dovuto annientare gli avversari interni sprovvisti di analoghi mezzi, ossia gestione della Provincia, del comune capoluogo e di importanti comuni di Terra di Lavoro. Il monte invece ha partorito il topolino e la coalizione guidata dal De Franciscis non ha raggiunto, ripetesi nonostante tutto, nemmeno la metà dei consensi. La parte migliore, non venduta e non asservita, del costituendo P.D. ha retto alla catapulta della peggiore gestione del potere possibile. C’è da augurarsi che questa stessa componente del neonato partito mostri di avere lungimiranza politica e di scindere da subito le proprie responsabilità politiche e, perché no, giudiziarie dagli affaristi della politica per non essere sommersi anzitempo dalle negatività di ogni tipo che costoro producono. I cittadini di Terra di Lavoro sarebbero loro grati. (16 ottobre 2007-20:55)

 
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