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CASERTA, VIII CONGESSO MONDIALE DEL BUFALO: SPICCA STUDIO ITALIANO SU LATTE


CASERTA – All’8° Congresso Mondiale del Bufalo - che si terrà a Caserta tra il 19 ed il 22 ottobre - saranno presentati oltre 400 lavori di ricercatori di tutto il mondo. Uno su tutti interessa molto l’Italia e la produzione della Mozzarella di Bufala Campana a denominazione di origine protetta: sarà possibile d’ora in poi garantire anche su basi scientifiche e non solo sugli attuali riscontri cartolari, la provenienza del latte bufalino, sulla base dell’identificazione del DNA della popolazione di provenienza. Un gruppo di ricercatori, coordinati da Michele Blasi del Laboratorio Genetica e Servizi di Cremona, in collaborazione con i ricercatori dell’Associazione nazionale allevatori specie bufalina Luca Gubitosi e Angelo Coletta, presenteranno il lavoro “Tracciabilità genetica dell’origine geografica di differenti popolazioni di bufalo d’acqua (Bubalus Bubalis) attraverso marcatori molecolari” La ricerca - effettuata nella sede di Potenza dell’ Lgs - verte sul DNA estratto da diversi gruppi di bufale, appartenenti ad altrettante diverse popolazioni di bufalo d’acqua, sempre della stessa specie: Bubalus Bubalis. Il DNA estratto dal tipo genetico autoctono “Bufala mediterranea italiana”, rispetto alla popolazione cinese, ad una africane ed a due popolazioni est europee, è apparso chiaramente diverso, a testimonianza della purezza della popolazione di bufala mediterranea italiana, conseguenza del suo ormai lungo isolamento. La novità del lavoro è che fino ad oggi non esistevano metodiche standardizzate, che attraverso il deposito del DNA potessero individuare differenti razze bufaline all’interno della medesima specie. Tale messa a punto rappresenta una svolta strategica non solo per distinguere con una semplice analisi l’appartenenza ad una certa razza, ma sicuramente potrà essere utilizzato per la ricerca di quei latti di bufalo o carni di bufalo non appartenenti alla Mediterranea Italiana. Le analisi possono essere effettuate, grazie alla comune presenza dei linfociti, su campioni delle matrici latte, carne e mozzarella. Pertanto, il metodo messo a punto dal gruppo di ricerca del Laboratorio Genetica e Servizi di Cremona e dell’Associazione nazionale allevatori bufalini di Caserta apre la porta alla vera rintracciabilità del latte bufalino su base nazionale e internazionale. “Si tratta di un passo avanti senza precedenti – sottolinea Angelo Coletta, direttore dell’Anasb e membro del gruppo di ricerca – da questo momento non solo sarà possibile garantire alimenti made in Italy ma addirittura certificare che siano fatti con prodotti del made in Italy – con tale sistema abbiamo la possibilità di garantire ancora di più il consumatore” “Da sempre l’Anasb ha lavorato nell’intento e nella convinzione di evitare le contraffazioni sui prodotti bufalini, ricercati sulle tavole nazionali ed internazionali – afferma Raffaele Garofalo Presidente dell’Anasb e del Comitato Organizzatore del Congresso, che aggiunge - anche un alimento tipico come la Mozzarella Dop “al 100% di latte di bufala” potrà fruire di questa metodica per la rintracciabilità dalla sala di mungitura alla tavola del consumatore.” Il fine di tale strumento può essere utile per escludere la provenienze da popolazioni diverse da quella italiana: ”Tale strumento potrà essere di ausilio agli organi di controllo antifrode, che oggi devono unicamente basarsi sul riscontro dell’autenticità dei documenti di accompagnamento del latte bufalino – sottolinea Garofalo, che sottolinea - questi ultimi sono ovviamente suscettibili di falsificazione.” Il test del DNA, tratto dai linfociti e dalle radici dei peli delle bufale, è stato compiuto con due metodiche diverse. Con il sistema GENETIX sono state calcolate le frequenze degli alleli, il numero degli alleli per ogni locus, la media osservata ed attesa di eterozigotia, le distanze genetiche e l’equilibrio di Hardy – Weinberg. Altri gruppi di popolazioni sono state analizzate con il sistema GENECLASS 2, basato su un altro approccio. L’affidabilità della corretta assegnazione del campione alla popolazione si attesta per la Bufala Mediterranea Italiana al 98%. ”Ovviamente con questo lavoro si apre la porta al progressivo riconoscimento del latte di bufala e della mozzarella sulla base della popolazione di provenienza in tutto il mondo – osserva Coletta – e pensiamo di essere, se pur con qualche piccolo accorgimento, già oggi nelle condizioni di identificare con elevato livello di affidabilità la provenienza del latte dei gruppi di popolazioni oggetto dello studio.” (4 ottobre 2007-14:40)

 
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