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SAN CIPRIANO D'AVERSA, VICENDA VIGILI URBANI: UN PENTITO DIETRO IL CASO


San Cipriano d'Aversa (Caserta) - Un pentito, ipotesi non esclusa, avrebbe raccontato ciò che negli anni passati - prima del 2004 - si sarebbe verificato nel comando della Polizia Municipale di San Cipriano d'Aversa trasformato in un covo nel quale si sarebbero tenute le riunioni del clan e veniva sniffata cocaina. E' questa una delle accuse contenute negli avvisi di garanzia notificati oggi a nove persone, tra le quali il comandante della Polizia municipale e l'ex vigile urbano, Giuseppe Iovine, fratello del boss Antonio, esponente di spicco del clan dei Casalesi, ancora latitante. Nell'ambito delle indagini, la Dda ha emesso decreti di perquisizione eseguiti, nella sede del comando dei vigili urbani e nelle abitazioni dei destinatari dei provvedimenti, da una settantina di agenti della Squadra Mobile di Caserta del servizio Prevenzione crimine di Napoli e di Bari, tra Aversa, Casal di Principe e San Cipriano d'Aversa. Per la maggior parte dei vigili coinvolti si ipotizzano i reati di concussione, detenzione abusiva di armi e munizioni e peculato, aggravato dal metodo mafioso. Per Giuseppe Iovine anche ipotizzato il reato di associazione mafiosa. I decreti di perquisizione sono stati firmati dal coordinatore della Dda, Franco Roberti e dai sostituti procuratori Raffaele Cantone e Antonio Ardituro. E' stata sequestrata ,secondo quanto si è appreso, varia documentazione, ritenuta utile per il prosieguo dell'attività investigativa. In particolare gli uffici del comando stesso venivano utilizzati, secondo l'accusa, per organizzare riunioni con pregiudicati e si utilizzavano per fini privati i telefoni e le auto di servizio per spostamenti privati e di carattere illecito. In qualche occasione nella sede del comando è stata anche consumata cocaina. Giuseppe Iovine, alcuni vigili, tra cui il comandante del Corpo, sono anche accusati di avere costretto alcuni operatori economici della zona a versare somme di denaro, talvolta anche mensilmente. A Giuseppe Iovine, la prefettura di Caserta già nel 1995 sospese la qualifica di Polizia giudiziaria, disponendo anche il divieto di detenere armi. Dalle indagini della Dda e della squadra Mobile di Caserta, è emerso, tra l'altro che Giuseppe Iovine, assegnato da circa due anni al servizio impianti sportivi e cimitero del Comune, all'epoca dei fatti contestati, "grazie al ruolo che gli derivava dall'appartenenza alla famiglia di uno dei capi storici del clan dei 'Casalesi' eserciva un assoluto predominio all'interno del comando". Dal canto suo, il sindaco di San Cipriano d'Aversa, Enrico Martinelli, di Forza Italia, a capo di una giunta di centro destra, sottolinea che "la vicenda nella quale risultano coinvolti vigili urbani e l'ex vigile urbano Giuseppe Iovine, si riferisce a fatti avvenuti in epoca antecedente all'insediamento del nuovo consiglio comunale, eletto nel 2004". "Uno dei primi atti di questa amministrazione - ha aggiunto Martinelli - dopo anni di governo di una coalizione di centro-sinistra è stato il trasferimento della sede del comando vigili, in un edificio adiacente al Palazzo del comune e l'utilizzazione, a fini sociali, di strutture confiscate alla camorra da anni". (27 settembre 2007-23:00)

 
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