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PIGNATARO MAGGIORE (CASERTA): MOVIMENTO CONTESTA CENTRALE A BIOMASSE


Pignataro Maggiore (Caserta) - La protesta contro gli impianti a biomasse arriva anche in provincia di Caserta e, in particolare, a Pignataro Maggiore dove la Regione Campania (bloccando quelli di San Salvatore Telesino e Reino, in provincia di Benevento in base al nuovo piano della qualità dell’aria approvato lo scorso giugno), esattamente un mese fa, ha rilasciato un’autorizzazione per «l’installazione ed esercizio di un impianto biomassa combustibile solida per la produzione di energia elettrica». Il progetto, presentato lo scorso marzo dalla società Biopower Srl di Caserta – con parere favorevole rilasciato dal comune dopo pochi giorni - prevede una centrale della potenza di 10MW da ubicare in località «Via del Conte». «L’autorizzazione – dichiara Gennaro Russo, portavoce del movimento civico «Uniti per Vitulazio» - è stata rilasciata in pochissimi mesi dalla presentazione del progetto nonostante la Provincia di Caserta non abbia espresso in Conferenza dei Servizi parere favorevole e nonostante non fosse prevista nessuna centrale a biomasse nel cosiddetto Piano Energetico Ambientale dell’ente di corso Trieste. Il movimento civico, che con la consulenza di esperti e legali ha acquisito i dettagli dell’operazione, parla anche di un’anomalia abbastanza evidente: infatti, in riferimento alla biomassa da utilizzare (120 mila tonnellate all’anno) la relazione indica che il 75% di questa quantità verrà reperita in zona. «Stranamente da una tabella della Col diretti – afferma Russo - la quantità di biomassa da reperire nella Provincia di Caserta e di circa 15 mila tonnellate all’anno e in tutta la Regione Campania è di 60 mila tonnellate». La stessa amministrazione di Pignataro Maggiore con una delibera del 29 marzo scorso, ha anche approvato un progetto di ristrutturazione ed adeguamento degli immobili siti in località Via del Conte, beni confiscati alla camorra, per destinarli all’accoglienza degli ex ospiti dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa, al fine di reinserirli nel tessuto sociale offrendo loro una dimora e un’occupazione nel settore agricolo. Il progetto, finanziato per circa un milione di euro, è stato deliberato in Conferenza dei Servizi tra il Comune, l’Asl Caserta 2, la Prefettura di Caserta e la Regione Campania. L’immobile si trova accanto al terreno dove dovrebbe sorgere la centrale. Appare evidente – afferma il portavoce del movimento - l’incompatibilità di una centrale termoelettrica ai confini con una casa di riabilitazione dove la quiete rappresenta l’elemento di base. Ai confini con la realizzando centrale, anche un vasto terreno, sempre confiscato alla camorra, gestito dall’Acli Terra Campania come laboratorio di frutticoltura sperimentale con annessa una scuola adibita al rilascio di patentini per uso di fitofarmaci. (23 settembre 2007-09:18)

 
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