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INAUGURAZIONE POLO DELLA QUALITA': DISCORSO DEL PRESIDENTE DE FRANCISCIS


Marcianise (discorso del presidente della provincia Alessandro De Franciscis) - Signor Presidente della Repubblica, signori Ministri, Sottosegretari, signor Presidente della Regione, signori Sindaci, autorità tutte, è per me un onore e un privilegio porgere a nome della comunità provinciale un affettuoso benvenuto a Lei e alle numerose personalità oggi qui presenti. Vorrei qui rivolgere un particolare saluto anche agli imprenditori che hanno consentito la nascita di questa nuova, importante realtà sul territorio della provincia. Presidente, non le nascondo quel pizzico di “vanità” che qui a Caserta ci portiamo dentro per il rapporto stretto che crediamo di poter vantare con Lei. Vede Presidente, noi avvertiamo forte e vicina la sua presenza quotidianamente. E non mi riferisco solo alle affinità di campanile, a quell’impegno politico esercitato con passione da dirigente di partito in Terra di Lavoro, a quelle relazioni che ha saputo intrattenere e che ha voluto mantenere con la gente del territorio, in una parola al solido legame che Lei ha con una terra che per storia, confini geografici, vicende politiche e istituzionali, è legata a doppio filo a Napoli e alla sua area metropolitana. Noi, Signor Presidente, avvertiamo la sua vicinanza nei fatti concreti; nell’interesse che Lei manifesta di continuo verso i bisogni e le necessità della Campania; nel suo modo di sostenere il ruolo non sempre facile di chi è chiamato ad amministrare; nella ferma e lucida denuncia dei ritardi nella risoluzione delle problematiche più avvertite. Penso ai problemi dell’occupazione, a quelli causati dalla criminalità, alle ferite arrecate negli anni all’ambiente, alla difficoltà di fornire risposte adeguate sul tema dello smaltimento dei rifiuti – tema che vede noi amministratori come ingabbiati dalle maglie della burocrazia e alle prese con un quadro normativo che corre il rischio di far pagare un prezzo altissimo alle nostre comunità in termini di ulteriori, odiosi balzelli. L’averla ospitata oggi in uno dei luoghi simbolo del sistema produttivo del nostro territorio, inserito in uno dei contesti industriali di maggior peso del Mezzogiorno e dell’intero Paese, è però per tutti noi motivo di orgoglio. In questa terra, accanto ai problemi, esistono anche realtà positive. Il Polo della Qualità, Oro Mare, il Tarì, sono la sintesi suprema di quanto privati ed Enti locali possono realizzare se in sintonia. Come Provincia abbiamo cercato di lavorare ad un miglioramento delle condizioni alla base della crescita e del rilancio produttivo di questo territorio, attuando concretamente il metodo della concertazione. Lei aveva da poche settimane lasciato Caserta, nel dicembre scorso, in occasione del rientro del contingente italiano dall’Iraq, che il Governo nazionale, in gennaio, ha voluto riunirsi qui per la prima volta extra moenia per una seduta del Consiglio dei Ministri deliberante. Un fatto mai accaduto nella storia repubblicana. E lo ha fatto nella Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, istituzione per la quale tutti noi nutriamo oggi rinnovate aspettative perché diventi la sede generale della nuova Agenzia di Alta formazione per la Pubblica Amministrazione. Quella visita del Governo ha lasciato un seme assai fecondo. Altri tavoli sono seguiti a Palazzo Chigi, con il Governo ad incontrare le istituzioni locali – in primis Regione Campania e Provincia -, gli industriali, le parti sociali, fino ad arrivare alla firma – il 20 giugno scorso – di un Protocollo d’intesa che punterà alla reindustrializzazione di alcune aree del Casertano maggiormente segnate dalla crisi dei comparti dell’informatica e delle telecomunicazioni. Ne beneficeranno aziende importanti e, soprattutto, centinaia di lavoratori le cui famiglie hanno riacquistato la speranza di un futuro migliore. Ecco, la speranza. In una lettera che don Luigi Ciotti attraverso me ha inviato la scorsa settimana alla comunità casertana, in occasione dell’inaugurazione di un Istituto tecnico per ragionieri realizzato dalla Provincia a Sparanise su un terreno confiscato alla camorra, il fondatore di Libera ha scritto che essa – la speranza – “va alimentata con impegno costante, con continuità”, esortandoci a camminare “anche quando sopraggiunge la fatica e la meta sembra molto lontana”. Posso assicurarLe, Signor Presidente, che a noi amministratori e alla gente di questa provincia non manca e non mancherà mai la forza di reagire di fronte alle difficoltà e l’impegno di spenderci quotidianamente per la crescita sociale e civile. Ma la speranza, come dice don Ciotti, va alimentata. Va nutrita di atti e attenzioni concrete. Quelle attenzioni che merita ancora quest’area del Paese. Perché ciò accada servono però delle pre-condizioni. Anzitutto politiche più incisive sotto il profilo del ripristino della sicurezza. A favore dei cittadini e delle imprese. Vede, Presidente, come amministratori di questi territori abbiamo il dovere di non nascondere la polvere sotto il tappeto. Specie in circostanze come quella di oggi. Qui esiste una emergenza su tutte le altre: quella rappresentata dalla morsa della camorra, che continua a minare le prospettive di sviluppo. Non possiamo consentirci che anche i nostri imprenditori trovino più favorevoli condizioni dal punto di vista della sicurezza e sotto il profilo fiscale (ma questo è un altro argomento) nei Paesi dell’Est. Serve che i capitali di casa nostra creino sviluppo e ricchezza per casa nostra. E serve che casa nostra torni ad essere appetita agli occhi di chi vorrebbe intraprendere da noi. A nostro vantaggio abbiamo un territorio non ancora ingolfato, accogliente, con una dotazione infrastrutturale suscettibile di ulteriori miglioramenti (mi riferisco alla linea della Metropolitana regionale in fase di realizzazione, alla complessa e innovativa rete di trasporti che la programmazione della Regione ha previsto in queste aree). E, fattore non trascurabile, abbiamo cervelli e giovani di prim’ordine. E’ anche e soprattutto a nome loro, dei nostri giovani, coloro che riteniamo siano la nostra più grande risorsa ma che spesso sono con la valigia pronta dietro la porta, che Le chiedo di starci accanto, di prenderci per mano e di accompagnarci verso un cammino di riscatto e di sviluppo. Grazie Presidente per essere oggi tra noi. Ci resti vicino. Torni presto a trovarci. (22 settembre 2007-17:30)

 
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