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VISITA SENZA PROBLEMI PER SAVIANO A CASALE (CON SCORTA DA POLITICO)

Roberto Saviano è vivo e vegeto, anzi addirittura cambiato nel look, meno trasandato e no global (gli anelli agli indici però ci sono ancora): con la scorta da politico (giusto un paio di persone) è arrivato oggi a Casal di Principe dove lanciò la sfida ai camorristi che non gli hanno dato retta. Eppure pagine e pagine de L'Espresso parlavano di una condanna a morte: in passato non ha voluto presenziare in posti molto più tranquilli, nel Nord Italia, però a Casal di Principe, è voluto tornarci. Le minacce sono state archiviate dalla stessa Procura, ma la scorta, oramai sembra diventata uno status per l'autore di Gomorra che ieri ha anche firmato diversi autografi sul suo libro. Non si sa se abbia avuto l'accortezza di regalarne qualcuno ai tanti giovani presenti. Intanto, è stato montato un caso su un cittadino di Casal di Principe che voleva esprimere una propria opinione in occasione della giornata della legalità. E' stato bloccato prima di poterla esprimere: si tratta di Nicola Schiavone, padre di Sandoknan, superdetenuto al 41 bis, boss ex latitante. L'uomo è stato intervistato anche dal conduttore del programma tv di Italia 1, Le Iene, Giulio Golia, che giovedì manderà in onda il servizio. Qualcuno da lontano ha anche detto che la camorra è un'invezione. Un caso, che racconta la Repubblica on line, testata che ha anche pubblicato la foto a fianco mentre Nicola Schiavone viene intervistato da Le Iene


CASAL DI PRINCIPE (Caserta) - (da La Repubblica del 17 settembre 2007) - In mezzo alla folla che gremisce la piazza ci sono anche personaggi scomodi. C'è il papà del boss Sandokan il soprannome con cui è conosciuto Francesco Schiavone; i negozi sono chiusi come pure i balconi e le finestre dei palazzi e delle case adiacenti. Nel giorno del ritorno a casa, a Casal di Principe, di Roberto Saviano, la terra di camorra fa ancora sentire la sua presenza. Paradossalmente "discreta", eppure spavalda che finge di confondersi tra i volti che affollano l'area antistante il palco. Un segnale preciso che sembra voler dire "eccoci, noi siamo sempre qui. Non abbiamo paura". E la presenza di Nicola Schiavone non passa inosservata, provocando attimi di tensione quando il presidente della commissione antimafia cita il clan. Il papà del boss cerca di guadagnare il palco. Urla che deve parlare anche lui, che ha qualcosa da dire. Sono attimi interminabili, tra paura e stupore che richiede l'intervento degli agenti che bloccano l'anziano per evitare complicazioni In fondo alla piazza, una decina di persone, che si definiscono, "giovani imprenditori". Applaudono ironicamente qualche passaggio dei discorsi ufficiali e ai giornalisti ripete la litania: "La camorra non esiste", "Saviano non ha subito minacce, vuole essere eletto deputato". Sul palco, il presidente della Camera Bertinotti, l'autore di "Gomorra", i ragazzi di Locri, assessori, autorità. Tutti venuti a Casal di Principe, terra dei "casalesi", ad inaugurare l'anno scolastico. Ma oggi il paese appare diverso. Erano anni che non si vedeva tanta gente in strada. Saviano è emozionato: "Abbiamo, avete, il diritto alla felicità. Che, in questa terra martoriata, vuol dire non morire sul posto di lavoro, vuol dire non dover fare un secondo lavoro nel week-end per tirare a campare. La forza per opporsi al potere dei clan in questa terra- aggiunge- viene dal talento degli stessi cittadini di qui: dovete scegliere da che parte stare". Fausto Bertinotti rilancia la sfida della legalità e dice: "Mi piacerebbe che in tutte le aule all'inizio dell'anno scolastico venisse letta la Costituzione insieme a una delle testimonianze delle tante persone che hanno speso la vita nella lotta contro le mafie e per rendere civile questo Paese". Parte qualche fischio, non si sa se verso Saviano o verso Bertinotti. "Questa piazza -continua il presidente della Camera- chiede di non essere tradita. Bisogna costruire anche una buona economia, e buona economia significa anche nuova occupazione". "Il problema fondamentale è coscuire una anticamorra sociale, una antimafia sociale, mostrare il carattere corruttivo del posto di lavoro che la camorra offre e che impedisce la creazione di mille altri posti di lavoro".

 
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