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GIORNALISTI E INTIMIDAZIONI:SAVIANO FA LA VITTIMA, MA COLLEGHI SONO BERSAGLIATI

Sulle presunte minacce all'autore di Gomorra ci sono fiumi di inchiostro. Soprattutto parole. La realtá invece e diversa: in Sicilia ricordiamo l'ordigno ai danni di un giornalista dell'Ansa mentre alla famiglia di un regista romano che da anni tratta temi di cronaca come usura e affini hanno incendiato un negozio. Di stanotte l'intimidazione alla sorella del giornalista Carlo Pascarella


Grave intimidazione al responsabile della cronaca nera del quotidiano “Il Giornale di Caserta”, Carlo Pascarella, giornalista professionista di Caserta, originario di Pignataro Maggiore, terra della cosca Lubrano-Ligato-Nuvoletta. Il cronista è da tredici anni impegnato con il suo lavoro in una battaglia senza confini contro la criminalità organizzata ed è membro dell’associazione Sig (Sezione Investigazioni Giornalistiche), il neonato osservatorio sui clan di Terra di Lavoro. La notte scorsa, in viale Kennedy a Vitulazio, sconosciuti hanno incendiato il tir Fiat Daily del mobilificio Pascarella utilizzando del liquido infiammabile sotto l’abitazione di Giovanna Pascarella, sorella del cronista e titolare dell’attività commerciale. Il mobilificio della famiglia Pascarella è ubicato a Pignataro Maggiore, fulcro vitale degli affari mafiosi dei Lubrano-Ligato-Nuvoletta. Da tre mesi Carlo Pascarella è sotto protezione della Squadra Mobile della questura di Caserta e i suoi familiari sotto la vigilanza costante dei carabinieri di Pignataro Maggiore in quanto il cronista ha più volte denunciato le minacce subite dal pericoloso pregiudicato Pietro Ligato, figlio del padrino Raffaele Ligato (condannato all’ergastolo per l’omicidio Imposimato), cognato del defunto capomafia Vincenzo Lubrano, scomparso circa dieci giorni fa per un male incurabile e per trent’anni referente di Cosa Nostra nell’Agro di Capua insieme con la “famiglia” Nuvoletta di Marano. “Da tre mesi vivo questa situazione di pericolo costante ma polizia e carabinieri mi sono vicini – ha dichiarato Pascarella – la ritorsione contro mia sorella è solo l’ultimo vile atto di una camorra, quella pignatarese, che ultimamente ha tentato più volte di fermare le mie denunce giornalistiche sulla cappa mafiosa che impera nella mia terra di origine senza riuscirci. E’ lo stesso clan che ha ucciso il giornalista Giancarlo Siani del Mattino, è bene che si sappia; ma è bene che tutti sappiano che io non ho paura e andrò avanti fino in fondo con le mie battaglie anticamorra con l’aiuto di colleghi, forze dell’ordine e magistratura”. (13 SETTEMBRE 2007-10:58)

 
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