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CASERTA, P.CO CERASOLA. RIFIUTI, ESPOSTO AL PREFETTO E A DEL ROSSO

Il testo dell'esposto inviato al prefetto di Caserta dalla rappresentante del comitato di Parco Cerasola


Caserta (di Giovanna Maietta - Comitato di Quartiere di P.co Cerasola- Centurano) - Pregiatissimo Prefetto, il Comitato di Quartiere di P.co Cersala-Centurano, chiede il suo intervento affinchè possa trovare soluzione un problema più volte evidenziato all’amministrazione comunale e mai risolto. In Centurano, all’incrocio tra via Caruso e via Giulia, insiste un edificio a pian terreno che funge da succursale del quinto circolo didattico di scuola materna –elementare, la cui sede centrale si trova a pochi metri di distanza e precisamente alla via Cilea. Sono anni che il comitato di Quartiere e le mamme rappresentanti del consiglio d’Istituto chiedono alle amministrazioni comunali che si sono avvicendate, lo spostamento di tre contenitori per rifiuti indifferenziati posti proprio dinanzi alla succursale della scuola. Purtroppo un intervento, apparentemente semplice che dovrebbe realizzarsi con l’allontanamento dei contenitori dall’edificio, non trova sorta di soluzione. L’amministrazione comunale ha motivato tale inadempienza con l’impossibilità di individuare uno spazio in cui collocare i raccoglitori. Negli ultimi tempi l’area adiacente alla scuola in cui insistono i cassonetti, è diventata del tutto impraticabile, gli olezzi esalati sono insopportabili anche quando i contenitori sono vuoti. Infatti come accade in tutta la città non viene più effettuato il lavaggio e la manutenzione dei cassonetti, sprovvisti di copertura. L’area in cui poggiano è coperta da uno strato untuoso che non è altro il percolato che cola dai rifiuti umidi mischiati agli altri. L’unico riscontro avuto dall’amministrazione comunale è stato l’invito al cittadino di farsi carico dell’individuazione di uno spazio idoneo in cui collocare i contenitori, ammettendo, cosi facendo, di escludersi da ogni responsabilità di allocarli in vicinanza di abitazioni private per non destare lamentele e proteste dei singoli. Sua Eccellenza deve sapere che in tutta la città i contenitori dell’immondizia sono spesso situati dinanzi alle scuole, ad altre strutture pubbliche o a piazzali con panchine. E il motivo di questa irrazionale collocazione è la mancanza di spazio. Non è più tollerabile, visto la mancata manutenzione e i disservizi, lasciare che si inquinino spazi di transito e permanenza di bambini che frequentano la scuola dell’obbligo. La città come appare evidente agli occhi di tutti è sempre più sporca, ma in particolar modo le aree in cui sono posizionati questi scatoloni sono un ricettacolo di insetti, batteri e topi che la fanno da padrone. Si consideri che nei periodi di emergenza si è tollerato l’autosospensione dalle lezioni piuttosto che risolvere il problema. Ora con l’approssimarsi dell’inizio delle attività scolastiche, ci si trova di nuovo a doversi destreggiare, turandosi il naso, tra i miasmi di questa area malsana che gli alunni per poter eccedere e uscire dalla struttura scolastica sono costretti a calpestare. Illustre prefetto, come lei ben sa, inversamente all’aumento della Tarsu, diminuiscono i servizi che spettano di diritto ai contribuenti, il tutto, del resto non può trovare giustificazione nell’annosa emergenza che ha indotto il governo al commissariamento regionale. La pulizia delle strade, dei cassonetti, la disponibilità di idonei cassonetti e la raccolta differenziata, sono interventi di ordinaria amministrazioni che possono avviarsi indipendentemente dalla emergenza rifiuti che ha causato l’inquinamento del suolo dell’acqua e dell’aria, devastando un territorio immenso e riconoscendo tutta la regione Campania nel connubio di immondizia e camorra che si mescolano simbioticamente (come spesso comprovato da recenti inchieste) ad ambienti politici e amministratori. E’ evidente che l’emergenza rifiuti assume varie sfaccettature come è chiaro che molti aspetti che fanno da cornice al fulcro del problema comportano l’aggravarsi del problema, privando il cittadino di poter praticare un ambiente sano. Nel caso specifico ci si riferisce addirittura a bambini al di sotto dei dieci anni, che già soffrono per i ritardi nei lavori di costruzione di un adeguato edificio scolastico, atteso da anni e che probabilmente sarà ultimato per l’anno prossimo. E’ inevitabile che l’eventuale spostamento dei cassonetti comporti un sacrificio per chi deve recarsi a depositare quotidianamente il proprio sacchetto di rifiuti, ma non si può continuare a forzare gli alunni a permanere in un’area le cui condizioni igieniche sanitarie sono precarie. Riteniamo di doverle evidenziare che negli ultimi tempi nella zona e precisamente in via Ruggiero, dove le case(ville) distano (rispetto ad altri luoghi) dai cassonetti, non vi sono più contenitori. Non comprendiamo per quale motivo nell’unica strada in cui non vi sono strutture pubbliche ma solo civile abitazioni, e pur essendoci spazio (il marciapiede non ha mai rappresentato un impedimento, visto che in tutta la città vi sono allocati i cassonetti) si è provveduto nell’arco di due mesi a spostare i cassonetti che prima vi erano posizionati. Infatti in via Giulia (strada precedente alla via Ruggiero) c’è una concentrazione di cassonetti che più che batterie sono delle armi batteriologiche. La nostra proposta, che La preghiamo di sottoporre all’amministrazione comunale, se Sua Eccellenza lo ritiene opportuno, è di trasferire alcuni cassonetti da via Giulia a via Ruggiero per poter allontanare quelli davanti alla succursale scolastica, spostandoli su via Giulia. Fiduciosi di un riscontro positivo, Le porgiamo cordiali saluti. (23 AGOSTO 2007-17:15)

 
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